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È ufficiale, il 14 settembre si torna a scuola. «No a classi pollaio»

Annunciate le linee guida per la ripresa. Azzolina «Sopralluoghi negli istituti di tutta Italia»

È ufficiale, il 14 settembre in tutta Italia si torna fra i banchi di scuola. Dopo la chiusura a causa dell'emergenza Coronavirus, e il prosieguo delle attività scolastiche attraverso la Didattica a Distanza, il Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, il ministro all'Istruzione e agli affari regionali Lucia Azzolina e Francesco Boccia hanno annunciato la data di inizio del nuovo anno scolastico 2020-2021 fornendo tutte le linee guida a cui studenti e insegnanti dovranno attenersi.

Stando al provvedimento approvato dalla conferenza Stato-Regioni, dal 1° settembre gli istituti riapriranno per coloro che devono recuperare, mentre dal'1° luglio la Ministra Azzolina inizierà un sopralluogo «regione per regione, scuola per scuola, per monitorare ed aiutare i dirigenti e gli uffici scolastici regionali per far partire la scuola a settembre».

«Dopo questa emergenza vogliamo avere la possibilità di investire per contrastare la povertà educativa e combattere la dispersione scolastica, vogliamo meno classi pollaio e migliorare i percorsi professionalizzanti» - spiega il presidente Conte che annuncia un ulteriore stanziamento di un miliardo «per riaprire a settembre in piena sicurezza, per avere una scuola più moderna, più sicura e più inclusiva. siamo ambiziosi sulla scuola e non abbasseremo la soglia di attenzione».

«Flessibilità degli orari non vuol dire doppi turni, e nemmeno sdoppiare le classi. - spiega la Azzolina - Le scuole dovranno prima di tutto essere pulite, necessario mantenere 1 metro di distanziamento e organizzare ingressi scaglionati. Formeremo il personale scolastico anche con il supporto della Protezione Civile e provvederemo a comunicare con le famiglie e gli studenti. È necessario che le classi non siano sovraffollate, il numero degli studenti per classe deve diminuire già a partire da settembre». Rimodulazione settimanale, quindi, e didattica mista per le scuole superiori per le quali si prevede «una fruizione opportunamente pianificata di attività in presenza e, in via complementare, didattica digitale integrata». Rimandata a settembre la decisione circa l'uso o meno delle mascherine per studenti, insegnanti e personale, da considerarsi in base al quadro epidemiologico.

«È stato emozionante rivedere le scuole aperte per gli esami di maturità, ma non è stato facile - continua il ministro - Ora dobbiamo pensare a riportare tutti in classe in sicurezza a settembre. La difficoltà principale per il ritorno fra i banchi di scuola è avere gli spazi per far sì che si possa mantenere il metro di distanza tra gli studenti e non solo. Porteremo fuori dagli spazi che abbiamo quel 15% lavorando prima di tutto sugli istituti attualmente utilizzati, con lavori di edilizia leggera. Se tali lavori non dovessero bastare sono stati rimessi a disposizione gli istituti dismessi. Inoltre, porteremo gli studenti nei musei, negli archivi, nei cinema, nei teatri, nelle biblioteche per far loro respirare la cultura di cui hanno bisogno. Pensiamo anche alla possibilità di portare i bambini più piccoli a fare lezione al parco quando il tempo lo consente». A tal proposito, il Governo ha provveduto ad utilizzare un software per censire gli istituti e le strutture a disposizione. Grazie a tale software, al quale al momento sono stati sottoposti un 66% dei dati dagli enti locali, c'è un 15% di alunni che devono essere portati fuori dalla scuola.

«Abbiamo bisogno anche di più personale, docente e non docente - aggiunge - possiamo assumere altre 50 mila unità a tempo determinato, oltre alle assunzioni a tempo indeterminato che faremo questa estate. A luglio cresceranno gli stipendi dei docenti, dagli 80 ai 100 euro in più in busta paga. Necessari comunque ambienti di apprendimento nuovi e cambiare il modo di fare didattica».

«Fondamentale sarà aiutare chi ha sofferto di più come i bambini della scuola dell'infanzia, della primaria e i disabili - conclude dedicando attenzione anche all'aspetto pedagogico: «L'organizzazione dei diversi momenti della giornata dovrà essere serena e rispettosa delle modalità tipiche dello sviluppo infantile, per cui i bambini dovranno essere messi nelle condizioni di esprimersi con naturalezza e senza costrizioni».
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