Attualità
Strada provinciale sp 231, sicurezza precaria anche nel tratto di Ruvo
Le nostre considerazioni dopo la strage di giovani del 25 aprile
Ruvo - venerdì 28 aprile 2023
La parata di politici che chiederanno in queste ore sicurezza lungo la strada provinciale 231 è appena iniziata.
Da una parte chi sostiene che la Città Metropolitana, guidata da Antonio Decaro, non abbia fatto nulla in questi anni per migliorare la situazione su quell'arteria così trafficata e fondamentale per i collegamenti dei comuni dell'entroterra del Nord Barese e della Bat. Dall'altra chi insiste nel rinviare le colpe alla ex provincia barese.
Le beghe politiche invece devono davvero interessare poco. La 231 va migliorata e questo aspetto non può essere più procrastinato. Non va fatto sull'onda emotiva di quanto accaduto nella maledetta sera del 25 aprile, con la comunità bitontina che ha pagato un prezzo altissimo con quattro giovani vite stroncate (e su questo ci sono indagini in corso che non attengono strettamente quanto vi raccontiamo), ma va fatto con una programmazione impeccabile, che preveda interventi costanti di miglioramento della sede stradale nonché della segnaletica verticale e orizzontale, talvolta assenti. E poi bisognerà continuare ad intercettare fondi che permettano la realizzazione di spartitraffico nelle zone dove non c'è ancora.
La situazione su alcuni svincoli bitontini, in taluni tratti di Modugno, ma anche tra Sovereto e Terlizzi, nonché verso Ruvo di Puglia è difficile, con parametri di sicurezza bassissimi. La Città Metropolitana di Bari se ne deve, una volta per tutte, far carico con un vero e proprio Piano sulle arterie stradali. Lo chiedono a gran voce i cittadini, non di certo i cronisti di provincia.
Considerazioni che vanno oltre questa analisi riguardano poi la reale efficienza dell'ente, più volte invano invocata per quel che concerne edifici scolastici, pulizia delle strade e, appunto, standard di sicurezza su di esse. Da alcuni ambienti proviene infine una critica feroce alle scelte degli esecutivi nazionali del passato recente, che vollero la soppressione dell'allora provincia, depauperando l'amministrazione locale di un punto di riferimento forse maggiore per i territori rispetto al costosissimo carrozzone regionale. E quasi mai la Città Metropolitana in questi anni ha dato prova di efficienza maggiore rispetto alla vecchia Provincia.
Ma questa è un'altra storia tutta italiana.
Da una parte chi sostiene che la Città Metropolitana, guidata da Antonio Decaro, non abbia fatto nulla in questi anni per migliorare la situazione su quell'arteria così trafficata e fondamentale per i collegamenti dei comuni dell'entroterra del Nord Barese e della Bat. Dall'altra chi insiste nel rinviare le colpe alla ex provincia barese.
Le beghe politiche invece devono davvero interessare poco. La 231 va migliorata e questo aspetto non può essere più procrastinato. Non va fatto sull'onda emotiva di quanto accaduto nella maledetta sera del 25 aprile, con la comunità bitontina che ha pagato un prezzo altissimo con quattro giovani vite stroncate (e su questo ci sono indagini in corso che non attengono strettamente quanto vi raccontiamo), ma va fatto con una programmazione impeccabile, che preveda interventi costanti di miglioramento della sede stradale nonché della segnaletica verticale e orizzontale, talvolta assenti. E poi bisognerà continuare ad intercettare fondi che permettano la realizzazione di spartitraffico nelle zone dove non c'è ancora.
La situazione su alcuni svincoli bitontini, in taluni tratti di Modugno, ma anche tra Sovereto e Terlizzi, nonché verso Ruvo di Puglia è difficile, con parametri di sicurezza bassissimi. La Città Metropolitana di Bari se ne deve, una volta per tutte, far carico con un vero e proprio Piano sulle arterie stradali. Lo chiedono a gran voce i cittadini, non di certo i cronisti di provincia.
Considerazioni che vanno oltre questa analisi riguardano poi la reale efficienza dell'ente, più volte invano invocata per quel che concerne edifici scolastici, pulizia delle strade e, appunto, standard di sicurezza su di esse. Da alcuni ambienti proviene infine una critica feroce alle scelte degli esecutivi nazionali del passato recente, che vollero la soppressione dell'allora provincia, depauperando l'amministrazione locale di un punto di riferimento forse maggiore per i territori rispetto al costosissimo carrozzone regionale. E quasi mai la Città Metropolitana in questi anni ha dato prova di efficienza maggiore rispetto alla vecchia Provincia.
Ma questa è un'altra storia tutta italiana.