Vita di città
Storia Viva - Ruvo di Puglia, 8 gennaio 1894: il giorno dei tumulti e delle fiamme
Un drammatico scontro tra contadini e proprietari terrieri segnò la città
Ruvo - martedì 7 gennaio 2025
L'8 gennaio 1894 Ruvo di Puglia visse una delle giornate più drammatiche della sua storia recente. I tumulti di quella data, ricordati come un momento di grande tensione sociale e politica, scossero profondamente la comunità locale e lasciarono un segno indelebile nella memoria collettiva tanto da ispirare una pièce teatrale musicata dal maestro Michele Cantatore.
Alla fine dell'Ottocento, Ruvo di Puglia, come molte altre città del Mezzogiorno, era attraversata da conflitti interni legati alla trasformazione economica e sociale seguita all'Unità d'Italia. Le rivalità tra gruppi politici e sociali si manifestavano spesso in modo acceso, soprattutto in occasione di eventi pubblici o durante le elezioni amministrative, quando il controllo del potere locale rappresentava una posta in gioco cruciale.
L'episodio dell'8 gennaio 1894 scaturì proprio da queste tensioni. Due fazioni opposte, i proprietari terrieri e i contadini, entrarono in collisione in un confronto che ben presto degenerò in violenza. Nella confusione degli scontri, le strade di Ruvo si trasformarono in un teatro di conflitti accesi, con morti e feriti tra i cittadini coinvolti. Vennero bruciati numerosi uffici pubblici come la Banca Agricola, il Palazzo Municipale, gli archivi della Congregazione di Carità e di altre opere pie.
L'intervento delle forze dell'ordine non riuscì inizialmente a riportare la calma, e fu necessario ricorrere a misure drastiche per ristabilire l'ordine. Tuttavia, il prezzo pagato fu alto, sia in termini di vite umane sia per il clima di sfiducia e divisione che ne seguì.
Questi avvenimenti rappresentano uno spaccato significativo delle difficoltà affrontate da molte comunità del Sud Italia durante il periodo post-unitario. Le rivalità locali, spesso alimentate da disparità economiche e da una partecipazione politica ancora acerba, si traducevano in episodi di violenza che mettevano in discussione la capacità dello Stato di garantire la stabilità e la giustizia.
Il giorno seguente, Ruvo si mostrava "assai triste, che vi stringe il cuore. Parrebbe che un esercito devastatore sia passato su questo disgraziato paese, come al tempo delle orde barbariche. Tutti i fanali pubblici ridotti in frantumi, gli alberi sradicati, gli uffici pubblici ridotti un mucchio di desolanti rovine, attraverso le quali ogni tanto guizza qualche lingua di fuoco, quasi voglia dare l'ultimo sguardo alla sua opera nefasta".
La memoria dei fatti dell'8 gennaio 1894 ci invita a riflettere sulle radici delle tensioni sociali e politiche che hanno segnato il passato della nostra regione. È anche un'occasione per apprezzare il lungo cammino compiuto verso una convivenza più pacifica e inclusiva, riconoscendo quanto sia importante coltivare il dialogo e la coesione all'interno delle comunità locali.
Fonte: Corriere delle Puglie, 10 gennaio 1894, p. 2
Alla fine dell'Ottocento, Ruvo di Puglia, come molte altre città del Mezzogiorno, era attraversata da conflitti interni legati alla trasformazione economica e sociale seguita all'Unità d'Italia. Le rivalità tra gruppi politici e sociali si manifestavano spesso in modo acceso, soprattutto in occasione di eventi pubblici o durante le elezioni amministrative, quando il controllo del potere locale rappresentava una posta in gioco cruciale.
L'episodio dell'8 gennaio 1894 scaturì proprio da queste tensioni. Due fazioni opposte, i proprietari terrieri e i contadini, entrarono in collisione in un confronto che ben presto degenerò in violenza. Nella confusione degli scontri, le strade di Ruvo si trasformarono in un teatro di conflitti accesi, con morti e feriti tra i cittadini coinvolti. Vennero bruciati numerosi uffici pubblici come la Banca Agricola, il Palazzo Municipale, gli archivi della Congregazione di Carità e di altre opere pie.
L'intervento delle forze dell'ordine non riuscì inizialmente a riportare la calma, e fu necessario ricorrere a misure drastiche per ristabilire l'ordine. Tuttavia, il prezzo pagato fu alto, sia in termini di vite umane sia per il clima di sfiducia e divisione che ne seguì.
Questi avvenimenti rappresentano uno spaccato significativo delle difficoltà affrontate da molte comunità del Sud Italia durante il periodo post-unitario. Le rivalità locali, spesso alimentate da disparità economiche e da una partecipazione politica ancora acerba, si traducevano in episodi di violenza che mettevano in discussione la capacità dello Stato di garantire la stabilità e la giustizia.
Il giorno seguente, Ruvo si mostrava "assai triste, che vi stringe il cuore. Parrebbe che un esercito devastatore sia passato su questo disgraziato paese, come al tempo delle orde barbariche. Tutti i fanali pubblici ridotti in frantumi, gli alberi sradicati, gli uffici pubblici ridotti un mucchio di desolanti rovine, attraverso le quali ogni tanto guizza qualche lingua di fuoco, quasi voglia dare l'ultimo sguardo alla sua opera nefasta".
La memoria dei fatti dell'8 gennaio 1894 ci invita a riflettere sulle radici delle tensioni sociali e politiche che hanno segnato il passato della nostra regione. È anche un'occasione per apprezzare il lungo cammino compiuto verso una convivenza più pacifica e inclusiva, riconoscendo quanto sia importante coltivare il dialogo e la coesione all'interno delle comunità locali.
Fonte: Corriere delle Puglie, 10 gennaio 1894, p. 2