Vita di città
Storia Viva - Nicolino di Ruvo: il soprano evirato che scomparve nel silenzio
Dal Conservatorio della Pietà dei Turchini di Napoli al silenzio della storia, la vita sconosciuta di un talento ruvese
Ruvo - martedì 22 ottobre 2024
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Se Terlizzi aveva Giuseppe Millico, Bitonto vantava Caffarelli e Andria celebrava Farinelli, anche Ruvo di Puglia poteva orgogliosamente annoverare Nicolino: il soprano evirato ruvese che scomparve nel silenzio.
Roncelli Nicola, soprannominato "Nicolino di Ruvo" per le sue origini ruvesi, è una figura quasi dimenticata ma significativa della storia musicale del XVIII secolo. Egli fu un soprano evirato, termine che indica quei cantanti castrati in giovane età per preservarne la voce acuta e cristallina, capaci di incantare le corti e i teatri dell'epoca barocca. Il 14 novembre 1713, a soli undici anni, Nicolino fu ammesso al prestigioso Conservatorio della Pietà dei Turchini di Napoli, una delle istituzioni più rinomate per la formazione di musicisti, soprattutto nel campo dell'opera.
La sua ammissione al conservatorio prevedeva l'obbligo di servire per otto anni, durante i quali ebbe l'opportunità di studiare sotto la guida di grandi maestri dell'epoca e affinare le sue doti vocali. Tuttavia, nonostante l'elevata aspettativa di carriera, le tracce di Nicolino si perdono dopo il 4 marzo 1727, quando si iscrisse alla Congregazione dei Musici, una confraternita che raccoglieva musicisti e compositori. Dopo questa data, non si hanno più notizie certe su di lui, lasciando il mistero su quale fosse stato il destino di questo giovane talento ruvese.
Il Conservatorio della Pietà dei Turchini, fondato nel XVI secolo a Napoli, divenne un faro per l'educazione musicale in Europa. Inizialmente nato come orfanotrofio per bambini poveri, nel corso del tempo si trasformò in una scuola musicale, dedicata alla formazione di cantanti, compositori e strumentisti. Il conservatorio fu noto per aver formato alcuni tra i più grandi artisti del periodo barocco, tra cui i celebri soprani evirati, conosciuti come "castrati", che conquistavano le scene liriche d'Europa con le loro voci straordinarie.
Il fenomeno dei castrati rappresenta una pagina affascinante e controversa della storia della musica europea. Questi cantanti, castrati in età prepuberale per mantenere la voce infantile e acuta, sviluppavano una potenza e un'estensione vocale unica, unendo la purezza di un soprano alla forza polmonare di un uomo adulto. La loro arte, che affascinava i compositori e il pubblico dell'epoca, è oggi ricordata attraverso pochi nomi celebri.
Uno dei più illustri castrati fu Farinelli, pseudonimo di Carlo Broschi, originario di Andria. Farinelli divenne una leggenda vivente, acclamato in tutta Europa, dalla Spagna all'Inghilterra. Le sue doti vocali erano così straordinarie da essere chiamato a corte non solo per cantare, ma anche per alleviare con la sua voce i mali del re Filippo V di Spagna.
Un altro grande soprano evirato fu Caffarelli, nome d'arte di Gaetano Majorano, che come Farinelli ebbe una carriera luminosa. Originario di Bitonto, si formò a Napoli ed era noto per il suo carattere focoso quanto per la sua tecnica impeccabile. Caffarelli fu uno degli interpreti preferiti del compositore Niccolò Jommelli e si esibì nei più grandi teatri italiani ed europei.
Giuseppe Millico, originario di Terlizzi, non fu solo un celebre castrato, ma anche un raffinato compositore. Noto per le sue collaborazioni con Gluck, Millico ebbe una brillante carriera internazionale, pur mantenendo legami con la sua terra natia. La sua figura, come quella di Nicolino di Ruvo, testimonia la tradizione musicale d'eccellenza del Sud Italia.
Sebbene la vita di Roncelli Nicola, o Nicolino di Ruvo, resti avvolta nel mistero, la sua storia ci ricorda quanto fosse vasto e diversificato il mondo musicale del XVIII secolo, in cui anche piccoli centri come Ruvo di Puglia potevano produrre talenti di livello internazionale. Il suo legame con il prestigioso Conservatorio della Pietà dei Turchini e la sua iscrizione alla Congregazione dei Musici attestano il livello di eccellenza raggiunto dalla sua formazione musicale, purtroppo interrotta da un destino ancora sconosciuto.
Nella memoria musicale di Ruvo di Puglia, Nicolino merita un posto d'onore, un simbolo di quel legame profondo che univa i piccoli borghi del Meridione alle grandi corti musicali d'Europa.
Fonte: A. Giovine, Musicisti e Cantanti di Terra di Bari, 1968
Nella foto: Ritratto di Carlo Maria Broschi, detto Farinelli, che fu tra i più celebri cantanti castrati; il dipinto fu eseguito dall'amico Jacopo Amigoni nel 1750 e si trova a Madrid nella Real Academia de Bellas Artes de San Fernando.
Roncelli Nicola, soprannominato "Nicolino di Ruvo" per le sue origini ruvesi, è una figura quasi dimenticata ma significativa della storia musicale del XVIII secolo. Egli fu un soprano evirato, termine che indica quei cantanti castrati in giovane età per preservarne la voce acuta e cristallina, capaci di incantare le corti e i teatri dell'epoca barocca. Il 14 novembre 1713, a soli undici anni, Nicolino fu ammesso al prestigioso Conservatorio della Pietà dei Turchini di Napoli, una delle istituzioni più rinomate per la formazione di musicisti, soprattutto nel campo dell'opera.
La sua ammissione al conservatorio prevedeva l'obbligo di servire per otto anni, durante i quali ebbe l'opportunità di studiare sotto la guida di grandi maestri dell'epoca e affinare le sue doti vocali. Tuttavia, nonostante l'elevata aspettativa di carriera, le tracce di Nicolino si perdono dopo il 4 marzo 1727, quando si iscrisse alla Congregazione dei Musici, una confraternita che raccoglieva musicisti e compositori. Dopo questa data, non si hanno più notizie certe su di lui, lasciando il mistero su quale fosse stato il destino di questo giovane talento ruvese.
Il Conservatorio della Pietà dei Turchini, fondato nel XVI secolo a Napoli, divenne un faro per l'educazione musicale in Europa. Inizialmente nato come orfanotrofio per bambini poveri, nel corso del tempo si trasformò in una scuola musicale, dedicata alla formazione di cantanti, compositori e strumentisti. Il conservatorio fu noto per aver formato alcuni tra i più grandi artisti del periodo barocco, tra cui i celebri soprani evirati, conosciuti come "castrati", che conquistavano le scene liriche d'Europa con le loro voci straordinarie.
Il fenomeno dei castrati rappresenta una pagina affascinante e controversa della storia della musica europea. Questi cantanti, castrati in età prepuberale per mantenere la voce infantile e acuta, sviluppavano una potenza e un'estensione vocale unica, unendo la purezza di un soprano alla forza polmonare di un uomo adulto. La loro arte, che affascinava i compositori e il pubblico dell'epoca, è oggi ricordata attraverso pochi nomi celebri.
Uno dei più illustri castrati fu Farinelli, pseudonimo di Carlo Broschi, originario di Andria. Farinelli divenne una leggenda vivente, acclamato in tutta Europa, dalla Spagna all'Inghilterra. Le sue doti vocali erano così straordinarie da essere chiamato a corte non solo per cantare, ma anche per alleviare con la sua voce i mali del re Filippo V di Spagna.
Un altro grande soprano evirato fu Caffarelli, nome d'arte di Gaetano Majorano, che come Farinelli ebbe una carriera luminosa. Originario di Bitonto, si formò a Napoli ed era noto per il suo carattere focoso quanto per la sua tecnica impeccabile. Caffarelli fu uno degli interpreti preferiti del compositore Niccolò Jommelli e si esibì nei più grandi teatri italiani ed europei.
Giuseppe Millico, originario di Terlizzi, non fu solo un celebre castrato, ma anche un raffinato compositore. Noto per le sue collaborazioni con Gluck, Millico ebbe una brillante carriera internazionale, pur mantenendo legami con la sua terra natia. La sua figura, come quella di Nicolino di Ruvo, testimonia la tradizione musicale d'eccellenza del Sud Italia.
Sebbene la vita di Roncelli Nicola, o Nicolino di Ruvo, resti avvolta nel mistero, la sua storia ci ricorda quanto fosse vasto e diversificato il mondo musicale del XVIII secolo, in cui anche piccoli centri come Ruvo di Puglia potevano produrre talenti di livello internazionale. Il suo legame con il prestigioso Conservatorio della Pietà dei Turchini e la sua iscrizione alla Congregazione dei Musici attestano il livello di eccellenza raggiunto dalla sua formazione musicale, purtroppo interrotta da un destino ancora sconosciuto.
Nella memoria musicale di Ruvo di Puglia, Nicolino merita un posto d'onore, un simbolo di quel legame profondo che univa i piccoli borghi del Meridione alle grandi corti musicali d'Europa.
Fonte: A. Giovine, Musicisti e Cantanti di Terra di Bari, 1968
Nella foto: Ritratto di Carlo Maria Broschi, detto Farinelli, che fu tra i più celebri cantanti castrati; il dipinto fu eseguito dall'amico Jacopo Amigoni nel 1750 e si trova a Madrid nella Real Academia de Bellas Artes de San Fernando.