Vita di città
Storia Viva - La Torre dell’Orologio di Ruvo di Puglia: intrecci tra storia e tempo
Un simbolo di continuità nella notte di San Silvestro
Ruvo - martedì 31 dicembre 2024
Con l'avvicinarsi della mezzanotte di Capodanno, quando l'aria si fa densa di aspettative e speranze per l'anno che verrà, la Torre dell'Orologio di Ruvo di Puglia diventa testimone silenzioso di un rituale che attraversa secoli. Eretto nel 1604, questo monumento imponente, situato nel cuore pulsante di Piazza Menotti Garibaldi, ha accompagnato per generazioni il susseguirsi del tempo, diventando simbolo di una città che resiste, cresce e si rinnova.
Nel 1658, la Platea del Capitolo Cattedrale di Ruvo ci racconta che l'orologio pubblico era già in funzione, e che la "Magnifica Università di Ruvo" possedeva un censo su una struttura sopraelevata nella piazza, dove "al presente è l'horologio". Qui, tra i vicoli che un tempo portavano al castello, il suono delle campane segnava il battito della vita cittadina.
Nel 1870, la torre subì un restauro che le conferì l'aspetto che ancora oggi conosciamo con la sopraelevazione attualmente visibile. Un centinaio di scalini conducono al suo vertice, dove le campane, come voci antiche, scandiscono il tempo ogni quarto d'ora, portando il presente in dialogo con il passato.
Alla base della torre, una lapide del 1793, dedicata all'imperatore Gordiano III, ci ricorda la grandezza di Ruvo in epoca romana. Le parole incise sulla pietra, come i rintocchi delle campane, sembrano sussurrare attraverso i secoli, testimoniando la resilienza di una comunità che ha saputo attraversare il tempo senza mai perdere il suo legame con il passato.
La Torre dell'Orologio è sì un monumento, ma soprattutto una custode del tempo, un testimone silenzioso che ogni anno, allo scoccare della mezzanotte, rinnova il suo patto con la storia, con i ruvesi e con il battito del cuore di una città che continua a vivere nella speranza in un futuro migliore.
Nel 1658, la Platea del Capitolo Cattedrale di Ruvo ci racconta che l'orologio pubblico era già in funzione, e che la "Magnifica Università di Ruvo" possedeva un censo su una struttura sopraelevata nella piazza, dove "al presente è l'horologio". Qui, tra i vicoli che un tempo portavano al castello, il suono delle campane segnava il battito della vita cittadina.
Nel 1870, la torre subì un restauro che le conferì l'aspetto che ancora oggi conosciamo con la sopraelevazione attualmente visibile. Un centinaio di scalini conducono al suo vertice, dove le campane, come voci antiche, scandiscono il tempo ogni quarto d'ora, portando il presente in dialogo con il passato.
Alla base della torre, una lapide del 1793, dedicata all'imperatore Gordiano III, ci ricorda la grandezza di Ruvo in epoca romana. Le parole incise sulla pietra, come i rintocchi delle campane, sembrano sussurrare attraverso i secoli, testimoniando la resilienza di una comunità che ha saputo attraversare il tempo senza mai perdere il suo legame con il passato.
La Torre dell'Orologio è sì un monumento, ma soprattutto una custode del tempo, un testimone silenzioso che ogni anno, allo scoccare della mezzanotte, rinnova il suo patto con la storia, con i ruvesi e con il battito del cuore di una città che continua a vivere nella speranza in un futuro migliore.