
Vita di città
Storia Viva - La Madonna di Lourdes a Ruvo di Puglia, segni di fede e devozione
La storia della statua eretta sul retro della Cattedrale dal vescovo Marena
Ruvo - martedì 11 febbraio 2025
10.00
Il 17 dicembre 1950, Ruvo di Puglia visse un momento di intensa spiritualità con l'inaugurazione della statua della Madonna di Lourdes, voluta dal vescovo Mons. Aurelio Marena. L'opera, eretta nel piazzale retrostante le absidi della Cattedrale, andò a rendere più gradevole la vista della chiesa da piazza Dante.
La cerimonia inaugurale si aprì con una solenne Messa all'aperto, celebrata da Mons. Marena, cui seguì il rito dello scoprimento della statua in pietra. Nel pomeriggio, una suggestiva processione attraversò le vie principali di Ruvo, accompagnata dalle associazioni cattoliche e da una moltitudine di fedeli. Giunto in Piazza Dante, il corteo si raccolse dinanzi all'immagine della Madonna, avvolta da un'aurea luminosa creata da una raffinata corona di fiori intrecciata con lampadine, mentre l'avvocato Guido Maffuccini tenne un accorato discorso in onore della Vergine.
Nel 1958, centenario dell'apparizione, la prima statua in pietra venne trasferita nel Seminario Vescovile di Bitonto poichè il Vescovo volle donare a Ruvo una nuova statua in marmo di Carrara che ancora oggi si erge sul monumento. La statua fu benedetta il 14 gennaio 1961 da Marena che la incoronò solennemente con un diadema tempestato di pietre preziose in una grande celebrazione pubblica alla presenza di autorità civili, militari e religiose.
A suggello del profondo legame con il santuario di Lourdes, con un gesto di grande solennità, in quell'occasione Mons. Marena concesse cento giorni di indulgenza ai fedeli che, rivolgendosi alla Vergine con devozione, le avessero tributato un saluto di preghiera. Sulla lapide, che riporta l'indulgenza, fu incastonata una pietra proveniente dal santuario di Lourdes.
Nelle sue forme austere ma semplici, l'opera commemora l'apparizione mariana e si erge a custode e testimone della fede ruvese alla Madonna e del ricordo del vescovo Aurelio Marena, indimenticato prelato che per ultimo ha retto la Diocesi di Ruvo e Bitonto.
Nelle strade della città altre immagini raccontano la devozione dei ruvesi alla Vergine apparsa nella grotta a Massabielle: in via Primo Maggio nel cortile dell'Ospedale di Pietà, nei pressi del Santuario della Madonna delle Grazie (eretta nel 1974 dal rettore don Vincenzo Pellegrini), nel giardino dell'Oratorio Pio XII della Parrocchia San Domenico e in via Modesti, in una edicola popolare costruita negli anni Ottanta da un devoto.
Nel tempo, la Madonna di Lourdes è divenuta un punto di riferimento per i fedeli e, in particolare, per gli ammalati che a Lei si rivolgono con fiducia e speranza. La Vergine, apparsa a Bernadette Soubirous come consolatrice delle sofferenze, continua a rappresentare per i devoti ruvesi un segno di protezione e conforto, rinnovando ogni giorno il legame tra fede e compassione. Il suo sguardo materno e la grazia che la avvolge infondono coraggio a chi soffre, testimoniando la forza della preghiera e della devozione popolare.
Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno, 18.12.1950 e 15.01.1961. Foto tratta da Fermento, ANNO XXX - N.55. Si ringrazia Cleto Bucci per le integrazioni e precisazioni.
La cerimonia inaugurale si aprì con una solenne Messa all'aperto, celebrata da Mons. Marena, cui seguì il rito dello scoprimento della statua in pietra. Nel pomeriggio, una suggestiva processione attraversò le vie principali di Ruvo, accompagnata dalle associazioni cattoliche e da una moltitudine di fedeli. Giunto in Piazza Dante, il corteo si raccolse dinanzi all'immagine della Madonna, avvolta da un'aurea luminosa creata da una raffinata corona di fiori intrecciata con lampadine, mentre l'avvocato Guido Maffuccini tenne un accorato discorso in onore della Vergine.
Nel 1958, centenario dell'apparizione, la prima statua in pietra venne trasferita nel Seminario Vescovile di Bitonto poichè il Vescovo volle donare a Ruvo una nuova statua in marmo di Carrara che ancora oggi si erge sul monumento. La statua fu benedetta il 14 gennaio 1961 da Marena che la incoronò solennemente con un diadema tempestato di pietre preziose in una grande celebrazione pubblica alla presenza di autorità civili, militari e religiose.
A suggello del profondo legame con il santuario di Lourdes, con un gesto di grande solennità, in quell'occasione Mons. Marena concesse cento giorni di indulgenza ai fedeli che, rivolgendosi alla Vergine con devozione, le avessero tributato un saluto di preghiera. Sulla lapide, che riporta l'indulgenza, fu incastonata una pietra proveniente dal santuario di Lourdes.
Nelle sue forme austere ma semplici, l'opera commemora l'apparizione mariana e si erge a custode e testimone della fede ruvese alla Madonna e del ricordo del vescovo Aurelio Marena, indimenticato prelato che per ultimo ha retto la Diocesi di Ruvo e Bitonto.
Nelle strade della città altre immagini raccontano la devozione dei ruvesi alla Vergine apparsa nella grotta a Massabielle: in via Primo Maggio nel cortile dell'Ospedale di Pietà, nei pressi del Santuario della Madonna delle Grazie (eretta nel 1974 dal rettore don Vincenzo Pellegrini), nel giardino dell'Oratorio Pio XII della Parrocchia San Domenico e in via Modesti, in una edicola popolare costruita negli anni Ottanta da un devoto.
Nel tempo, la Madonna di Lourdes è divenuta un punto di riferimento per i fedeli e, in particolare, per gli ammalati che a Lei si rivolgono con fiducia e speranza. La Vergine, apparsa a Bernadette Soubirous come consolatrice delle sofferenze, continua a rappresentare per i devoti ruvesi un segno di protezione e conforto, rinnovando ogni giorno il legame tra fede e compassione. Il suo sguardo materno e la grazia che la avvolge infondono coraggio a chi soffre, testimoniando la forza della preghiera e della devozione popolare.
Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno, 18.12.1950 e 15.01.1961. Foto tratta da Fermento, ANNO XXX - N.55. Si ringrazia Cleto Bucci per le integrazioni e precisazioni.