Vita di città
Storia Viva - La chiesa scomparsa di San Nicola Vetere a Ruvo di Puglia
Memorie di un luogo di culto del passato ricordato negli antichi documenti
Ruvo - martedì 3 dicembre 2024
15.58
Nel cuore di Ruvo di Puglia sorgeva una volta l'antica chiesa beneficiale di San Nicola Vetere, conosciuta anche come San Nicolò del Gallo. Situata tra l'attuale via Cassano (l'antica via Gallo) e piazza Castello, questa chiesa è una testimonianza preziosa del passato storico e culturale della città.
Il nome "Vetere" deriva dal latino "Vetus, veteris," che significa "antico," sottolineando le radici profonde di questa chiesa nella storia di Ruvo. Anche se la data precisa della fondazione rimane sconosciuta, sappiamo con certezza che la chiesa era già stata eretta nel 1542. Questo dato è confermato da un breve pontificio di papa Paolo III, che concedeva al conte Fabrizio Carafa il permesso di demolire le chiese di Santa Caterina e San Tommaso, con l'obbligo di trasferirne gli altari nella chiesa di San Nicola.
Nel 1587, la presenza di un giardino noto come ortum Santi Nicolai, parte del beneficio della chiesa, viene citata nei documenti dell'epoca. La chiesa è menzionata anche nella Fons Perennis Cathedralis Ruborum, l'antica Platea del Capitolo Cattedrale, e nel Votum sollemne.
Uno degli eventi più tragici legati a San Nicola Vetere è l'epidemia di peste del 1656, quando la malattia si diffuse a Ruvo, portata dal "vaccaro" Giovanni Campanelli, residente vicino alla chiesa.
Negli atti della Santa Visita effettuata nel 1710 in alcune chiese di Ruvo dal Vescovo Mons. Bartolomeo Gambadoro, riportati da Cleto Bucci nel volume "Delle antiche chiese di Ruvo", viene sottolineato che all'epoca la chiesa di San Nicola ante Castrum, era una piccola chiesetta con un unico altare dove c'era l'immagine della Beata Vergine Maria col Bambino, a destra S. Nicola vescovo e a sinistra S. Lucia.
Nel 1809, la chiesa di San Nicolò era già stata abbattuta o almeno chiusa al culto, poiché non viene menzionata nello stato delle chiese di quell'anno.
Sebbene non sia certo se ci sia un legame diretto, la Chiesa del Redentore, edificata all'inizio del Novecento vicino a piazza Castello, ospita una cappella dedicata a San Nicola. Nel 1902, il vescovo Berardi consacrò un altare nella cappella laterale della chiesa, dedicato a San Nicola, grazie alla donazione della signora Teresina Spada. Attualmente, un dipinto di San Nicola e del piccolo Adeodato, opera di Raffaele Cantatore, è conservato nella chiesa.
La storia della chiesa di San Nicola Vetere a Ruvo di Puglia offre uno sguardo affascinante sul passato della città, evidenziando la sua importanza culturale e religiosa. Sebbene la chiesa non esista più, il suo ricordo continua a vivere attraverso i documenti storici, le tradizioni locali e le strade che, seppur in sordina, ne ricordano la presenza.
Il nome "Vetere" deriva dal latino "Vetus, veteris," che significa "antico," sottolineando le radici profonde di questa chiesa nella storia di Ruvo. Anche se la data precisa della fondazione rimane sconosciuta, sappiamo con certezza che la chiesa era già stata eretta nel 1542. Questo dato è confermato da un breve pontificio di papa Paolo III, che concedeva al conte Fabrizio Carafa il permesso di demolire le chiese di Santa Caterina e San Tommaso, con l'obbligo di trasferirne gli altari nella chiesa di San Nicola.
Nel 1587, la presenza di un giardino noto come ortum Santi Nicolai, parte del beneficio della chiesa, viene citata nei documenti dell'epoca. La chiesa è menzionata anche nella Fons Perennis Cathedralis Ruborum, l'antica Platea del Capitolo Cattedrale, e nel Votum sollemne.
Uno degli eventi più tragici legati a San Nicola Vetere è l'epidemia di peste del 1656, quando la malattia si diffuse a Ruvo, portata dal "vaccaro" Giovanni Campanelli, residente vicino alla chiesa.
Negli atti della Santa Visita effettuata nel 1710 in alcune chiese di Ruvo dal Vescovo Mons. Bartolomeo Gambadoro, riportati da Cleto Bucci nel volume "Delle antiche chiese di Ruvo", viene sottolineato che all'epoca la chiesa di San Nicola ante Castrum, era una piccola chiesetta con un unico altare dove c'era l'immagine della Beata Vergine Maria col Bambino, a destra S. Nicola vescovo e a sinistra S. Lucia.
Nel 1809, la chiesa di San Nicolò era già stata abbattuta o almeno chiusa al culto, poiché non viene menzionata nello stato delle chiese di quell'anno.
Sebbene non sia certo se ci sia un legame diretto, la Chiesa del Redentore, edificata all'inizio del Novecento vicino a piazza Castello, ospita una cappella dedicata a San Nicola. Nel 1902, il vescovo Berardi consacrò un altare nella cappella laterale della chiesa, dedicato a San Nicola, grazie alla donazione della signora Teresina Spada. Attualmente, un dipinto di San Nicola e del piccolo Adeodato, opera di Raffaele Cantatore, è conservato nella chiesa.
La storia della chiesa di San Nicola Vetere a Ruvo di Puglia offre uno sguardo affascinante sul passato della città, evidenziando la sua importanza culturale e religiosa. Sebbene la chiesa non esista più, il suo ricordo continua a vivere attraverso i documenti storici, le tradizioni locali e le strade che, seppur in sordina, ne ricordano la presenza.