Speciale
San Biagio e "le Frecedduzze" di Ruvo di Puglia: la storia e la ricetta
Un viaggio tra sacro e profano nella celebrazione del santo protettore della gola e nei sapori autentici della tradizione pugliese
Ruvo - sabato 1 febbraio 2025
Ogni anno, il 3 febbraio, la cittadina di Ruvo di Puglia si veste di sacralità e folclore per onorare il suo santo patrono, San Biagio. Questa celebrazione, le cui radici affondano nel XVI secolo, rappresenta un perfetto accordo tra devozione religiosa e tradizione gastronomica, coinvolgendo l'intera comunità in un rituale che si rinnova nei secoli.
A chiusura delle celebrazioni religiose, i devoti si accostano con reverenza alla reliquia del braccio di San Biagio, custodita in un prezioso reliquiario d'argento, per il tradizionale rito del "bacio della reliquia". Un gesto che suggella la profonda connessione spirituale tra il santo e la comunità ruvese.
Accanto agli aspetti religiosi, la festa di San Biagio si distingue per una tradizione gastronomica unica: la preparazione dei Frecedduzze, particolari taralli dalla forte valenza simbolica. Questi prodotti da forno, tramandati di generazione in generazione, richiamano nelle loro forme gli attributi iconografici del santo: la mitra vescovile, il bastone pastorale e la mano benedicente.
Secondo la credenza popolare, "le Frecedduzze" benedetti possiedono virtù protettive, in particolare contro i disturbi della gola.
La ricetta delle Frecedduzze di San Biagio
Ingredienti:
1 kg di farina 00
200 g di olio extravergine d'oliva
250 g di vino bianco
1 cucchiaio di sale
Preparazione:
Disporre la farina a fontana su una spianatoia e versare al centro olio, vino e sale.
Impastare con cura fino a ottenere un composto liscio ed elastico.
Modellare l'impasto dando vita alle tradizionali forme simboliche.
Portare a ebollizione una pentola d'acqua e immergere i taralli per pochi istanti, finché non riaffiorano in superficie.
Raffreddarli in acqua fredda e disporli su un canovaccio per l'asciugatura.
Cuocere in forno preriscaldato a 200°C per circa 45 minuti, fino a doratura.
A chiusura delle celebrazioni religiose, i devoti si accostano con reverenza alla reliquia del braccio di San Biagio, custodita in un prezioso reliquiario d'argento, per il tradizionale rito del "bacio della reliquia". Un gesto che suggella la profonda connessione spirituale tra il santo e la comunità ruvese.
Accanto agli aspetti religiosi, la festa di San Biagio si distingue per una tradizione gastronomica unica: la preparazione dei Frecedduzze, particolari taralli dalla forte valenza simbolica. Questi prodotti da forno, tramandati di generazione in generazione, richiamano nelle loro forme gli attributi iconografici del santo: la mitra vescovile, il bastone pastorale e la mano benedicente.
Secondo la credenza popolare, "le Frecedduzze" benedetti possiedono virtù protettive, in particolare contro i disturbi della gola.
La ricetta delle Frecedduzze di San Biagio
Ingredienti:
1 kg di farina 00
200 g di olio extravergine d'oliva
250 g di vino bianco
1 cucchiaio di sale
Preparazione:
Disporre la farina a fontana su una spianatoia e versare al centro olio, vino e sale.
Impastare con cura fino a ottenere un composto liscio ed elastico.
Modellare l'impasto dando vita alle tradizionali forme simboliche.
Portare a ebollizione una pentola d'acqua e immergere i taralli per pochi istanti, finché non riaffiorano in superficie.
Raffreddarli in acqua fredda e disporli su un canovaccio per l'asciugatura.
Cuocere in forno preriscaldato a 200°C per circa 45 minuti, fino a doratura.