Politica
Salario minimo in tutti gli appalti del Comune di Ruvo, «Non meno di 10 euro l'ora!»
La nota di Rifondazione Comunista di Ruvo di Puglia
Ruvo - venerdì 3 maggio 2024
10.45 Comunicato Stampa
«Chiederemo al Consiglio Comunale di adottare una proposta di delibera, come già avvenuto di recente a Torino e Firenze». È quanto scrive Pierdomenico Di Terlizzi, segretario cittadino di Rifondazione Comunista di Ruvo di Puglia.
«La strada per l'istituzione del salario minimo passa anche dai comuni. In occasione del Primo Maggio, giornata internazionale dei lavoratori e delle lavoratrici, abbiamo lanciato una proposta che restituisca dignità al lavoro, a partire dagli appalti pubblici siglati dal nostro comune. Mai più una lavoratrice o un lavoratore che lavora nei servizi per la città, ad esempio, nel sociale, nelle scuole o nel futuro museo civico potrà guadagnare meno di 10 euro l'ora. L'ente comunale deve farsi garante del rispetto dell'applicazione negli appalti dei contratti collettivi nazionali, estromettendo cosiddetti contratti "pirata" e puntando ad un salario minimo di 10 euro all'ora negli appalti in cui il Comune è stazione appaltante.
L'ente comunale può contribuire alla verifica dei contratti indicati nelle procedure di gara, in modo che prevedano un trattamento economico minimo inderogabile pari a 10 euro l'ora. Qualora in sede di offerta l'impresa chieda l'applicazione di un contratto diverso da quello indicato nel bando di gara, l'amministrazione dovrà fare una comparazione tra il contratto indicato e quello offerto per verificarne l'equivalenza, così da garantire ai dipendenti le stesse tutele, sia economiche che normative, salvo trattamenti di miglior favore.
Anche le amministrazioni locali e i territori possono fare la differenza, schierandosi al fianco di lavoratrici e lavoratori in questa battaglia di civiltà tanto ostacolata dall'attuale governo di destra».
«La strada per l'istituzione del salario minimo passa anche dai comuni. In occasione del Primo Maggio, giornata internazionale dei lavoratori e delle lavoratrici, abbiamo lanciato una proposta che restituisca dignità al lavoro, a partire dagli appalti pubblici siglati dal nostro comune. Mai più una lavoratrice o un lavoratore che lavora nei servizi per la città, ad esempio, nel sociale, nelle scuole o nel futuro museo civico potrà guadagnare meno di 10 euro l'ora. L'ente comunale deve farsi garante del rispetto dell'applicazione negli appalti dei contratti collettivi nazionali, estromettendo cosiddetti contratti "pirata" e puntando ad un salario minimo di 10 euro all'ora negli appalti in cui il Comune è stazione appaltante.
L'ente comunale può contribuire alla verifica dei contratti indicati nelle procedure di gara, in modo che prevedano un trattamento economico minimo inderogabile pari a 10 euro l'ora. Qualora in sede di offerta l'impresa chieda l'applicazione di un contratto diverso da quello indicato nel bando di gara, l'amministrazione dovrà fare una comparazione tra il contratto indicato e quello offerto per verificarne l'equivalenza, così da garantire ai dipendenti le stesse tutele, sia economiche che normative, salvo trattamenti di miglior favore.
Anche le amministrazioni locali e i territori possono fare la differenza, schierandosi al fianco di lavoratrici e lavoratori in questa battaglia di civiltà tanto ostacolata dall'attuale governo di destra».