Vita di città
Sagra tra vita e mortorio: il cento storico è spaccato tra centro e corsi
Successo contenuto solo nel centro del paese. Il resto? Un paese fantasma
Ruvo - domenica 13 novembre 2016
10.46
La Sagra del Fungo Cardonecello è un must della cultura e un volano per l'economia di Ruvo di Puglia. E' una attrattiva importante per la tutti coloro che abitano i paesi limitrofi ed è una occasione per turisti e camperisti di visitare una città piena di storia e cutura come questa. La Sagra del Fungo Cardoncello alla sua dodicesima edizione è un appuntamento che entra a far parte del calendario degli eventi fissi di Ruvo così come lo sono le processioni, e il Talos Festival.
Bancarelle di ogni genere, musica, odori e opportunità gastronomiche hanno permesso che il cuore del paese pulsasse vivo nonostante il freddo pungente.
Impossibile però non notare gli aspetti negativi di una scelta probabilmente inutile: innanzi tutto una inadeguata organizzazione dei rifiuti. Dopo dodici anni si continua a perserverare nel mettere contenitori per la spazzatura piccoli e in quantità ridotta.
Inoltre quest'anno il grande flop: i quattro corsi bloccati al traffico. L'anello intorno al centro antico era completemente deserto, Corso Gramsci, Corso Cavour, corso Jatta e corso Carafa sono stati abbandonati a se stessi. Il divieto di parcheggio, ha eliminato almeno duecentocinquanta posti auto creando un disagio non solo per i residenti ma per tutti coloro che si sono approcciati al centro.
Un senso l'avrebbe avuto se si fossero organizzate manifestazioni in ogni zona bloccata. Concerti, gonfiabili per bambini, mostre. Invece i corsi ieri sera erano completamente desolati e bui. L'illuminazione scarsa e scadente che affligge questo paese ha avuto un rilievo maggiore su una strada completamente deserta, quindi senza movimento di auto e relativi fari.
Così mentre il centro storico è stato preso d'assalto, la gente si è incontrata e ha gioita della festa che resta pur sempre un successo, a due passi dal nucleo, sui corsi il paese aveva l'aspetto di un paese-fantasma. Delusi, amareggiati e arrabbiati i commericianti, che apriranno straordinariamente anche oggi.
Bancarelle di ogni genere, musica, odori e opportunità gastronomiche hanno permesso che il cuore del paese pulsasse vivo nonostante il freddo pungente.
Impossibile però non notare gli aspetti negativi di una scelta probabilmente inutile: innanzi tutto una inadeguata organizzazione dei rifiuti. Dopo dodici anni si continua a perserverare nel mettere contenitori per la spazzatura piccoli e in quantità ridotta.
Inoltre quest'anno il grande flop: i quattro corsi bloccati al traffico. L'anello intorno al centro antico era completemente deserto, Corso Gramsci, Corso Cavour, corso Jatta e corso Carafa sono stati abbandonati a se stessi. Il divieto di parcheggio, ha eliminato almeno duecentocinquanta posti auto creando un disagio non solo per i residenti ma per tutti coloro che si sono approcciati al centro.
Un senso l'avrebbe avuto se si fossero organizzate manifestazioni in ogni zona bloccata. Concerti, gonfiabili per bambini, mostre. Invece i corsi ieri sera erano completamente desolati e bui. L'illuminazione scarsa e scadente che affligge questo paese ha avuto un rilievo maggiore su una strada completamente deserta, quindi senza movimento di auto e relativi fari.
Così mentre il centro storico è stato preso d'assalto, la gente si è incontrata e ha gioita della festa che resta pur sempre un successo, a due passi dal nucleo, sui corsi il paese aveva l'aspetto di un paese-fantasma. Delusi, amareggiati e arrabbiati i commericianti, che apriranno straordinariamente anche oggi.