Attualità
RiscoprirSi Donna: il centro antiviolenza a sostegno delle donne
Tante attività e impegno per dare voce alle donne in difficoltà
Ruvo - giovedì 21 febbraio 2019
10.59
Un antico ed errato detto diceva "Chi dice donna dice danno". Nulla di più ingiusto e ignobile di tale frase credo sia mai esistita. La storia e la cronaca ci insegnano il contrario, visto l'aumento di casi di violenza che riempiono le pagine di testate nazionali e non. Si tende a pensare che tali episodi siano lontani dalle nostre realtà, senza considerare il fatto che, molto spesso, tali casi possano essere più vicini di quanto si immagini.
Anche nella nostra Corato, si sono registrati vari episodi di violenze ai danni di donne, in cui il Centro antiviolenza RiscoprirSi, nato nel 2009 con sede ad Andria, sta cercando di intervenire, curando forse l'aspetto più importante di tali casi, quello psicologico e morale. Il Centro ha iniziato ad operare nel territorio di Corato sin da subito vista la vicinanza a livello territoriale.
Nel 2015 invece ha siglato la prima convenzione con l'Ambito Territoriale di Corato-Ruvo-Terlizzi per la realizzazione di attività di sportello, e da allora si è garantita la continuità delle attività di prevenzione e contrasto alla violenza di genere grazie anche alle risorse regionali nell'ambito programma antiviolenza FENICE e alle risorse ministeriali nell'ambito dei "nuovi sportelli". Da Maggio 2018 infatti, non ci sono convenzioni in atto tra Centro antiviolenza RiscoprirSi e Ambito Territoriale di Corato-Ruvo-Terlizzi, ma c'è convenzione con la Regione Puglia a valere su risorse ministeriali per la gestione del nuovo sportello.
La sede principale è in Via Dante n. 59 a Corato ed aperta il lunedì ore 11:00-13:00 e il giovedì ore 16:00-18:00.
«Sin dall'inizio delle attività, anzi ancor prima che la gestione dello sportello di Corato fosse ufficializzata con convenzione del comune e poi con il programma antiviolenza Fenice, abbiamo registrato i primi accessi e preso in carico le richieste di aiuto di donne vittime di violenza. – ha dichiarato la dott.ssa Patrizia Lomuscio, responsabile della sede di Andria e Corato - Questo è un segnale che ha dimostrato come, in mancanza di un servizio del genere, vi fosse la necessità di avere un presidio sul territorio di Corato».
«Nel territorio di Corato, abbiamo preso in carico molte situazioni di violenza domestica, stalking e violenza sessuale, circa una trentina. Trattasi prevalentemente di donne vittime di violenza da parte di partner o ex partner.
Per privacy non possiamo far riferimento a casi specifici, anche perché molti sono in fase di indagine e per alcuni vi sono processi penali pendenti, ma possiamo riferire che per la maggior parte dei casi trattasi di violenze commesse in ambito domestico e spesso alla presenza dei minori».
L'ambito domestico è quello più frequente e il più difficile da trattare, perché non sempre le donne riescono a lasciare la relazione violenta, per tanti motivi, soprattutto per mancanza di autonomia economica.
«Ecco perché, grazie ai fondi destinati a incoraggiare l'autonomia delle donne che subiscono violenza, messi a disposizione della Regione Puglia, unitamente al servizio sociale professionale del Comune, abbiamo previsto piani individualizzati di fuoriuscita dalla violenza per sostenere economicamente le donne che subiscono violenza. – continua la dott.ssa Lomuscio - È un piccolo contributo ma che permette per i primi mesi di potersi mantenere da sola e iniziare una nuova vita lontano dalla violenza.
Ma non è tutto. Il centro antiviolenza è collegato in rete con case rifugio in grado di mettere in sicurezza le donne che versano in situazioni di pericolo di vita.
Grazie alla presenza del centro antiviolenza e delle operatrici e avvocate che vi lavorano, alle numerose azioni di sensibilizzazione fatte in questi anni, abbiamo potuto registrare un dato importante: molte più donne si avvicinano al centro e scelgono di denunciare il loro partner violento».
Tutte le situazioni sono difficili da trattare, perché bisogna fare i conti con tantissimi fattori che si presentano sulla strada, ma grazie alla collaborazione delle istituzioni e della rete che in questi anni si è andata via via incrementando, si cerca di definire un percorso con la donna che sceglie la strada della consapevolezza e della fuoriuscita dalla violenza.
I casi comunque più difficili e più faticosi anche emotivamente, sono sempre quelli che vedono coinvolti i minori sia come spettatori incolpevoli delle violenze, sia come vittime della violenza stessa.
Anche nella nostra Corato, si sono registrati vari episodi di violenze ai danni di donne, in cui il Centro antiviolenza RiscoprirSi, nato nel 2009 con sede ad Andria, sta cercando di intervenire, curando forse l'aspetto più importante di tali casi, quello psicologico e morale. Il Centro ha iniziato ad operare nel territorio di Corato sin da subito vista la vicinanza a livello territoriale.
Nel 2015 invece ha siglato la prima convenzione con l'Ambito Territoriale di Corato-Ruvo-Terlizzi per la realizzazione di attività di sportello, e da allora si è garantita la continuità delle attività di prevenzione e contrasto alla violenza di genere grazie anche alle risorse regionali nell'ambito programma antiviolenza FENICE e alle risorse ministeriali nell'ambito dei "nuovi sportelli". Da Maggio 2018 infatti, non ci sono convenzioni in atto tra Centro antiviolenza RiscoprirSi e Ambito Territoriale di Corato-Ruvo-Terlizzi, ma c'è convenzione con la Regione Puglia a valere su risorse ministeriali per la gestione del nuovo sportello.
La sede principale è in Via Dante n. 59 a Corato ed aperta il lunedì ore 11:00-13:00 e il giovedì ore 16:00-18:00.
«Sin dall'inizio delle attività, anzi ancor prima che la gestione dello sportello di Corato fosse ufficializzata con convenzione del comune e poi con il programma antiviolenza Fenice, abbiamo registrato i primi accessi e preso in carico le richieste di aiuto di donne vittime di violenza. – ha dichiarato la dott.ssa Patrizia Lomuscio, responsabile della sede di Andria e Corato - Questo è un segnale che ha dimostrato come, in mancanza di un servizio del genere, vi fosse la necessità di avere un presidio sul territorio di Corato».
«Nel territorio di Corato, abbiamo preso in carico molte situazioni di violenza domestica, stalking e violenza sessuale, circa una trentina. Trattasi prevalentemente di donne vittime di violenza da parte di partner o ex partner.
Per privacy non possiamo far riferimento a casi specifici, anche perché molti sono in fase di indagine e per alcuni vi sono processi penali pendenti, ma possiamo riferire che per la maggior parte dei casi trattasi di violenze commesse in ambito domestico e spesso alla presenza dei minori».
L'ambito domestico è quello più frequente e il più difficile da trattare, perché non sempre le donne riescono a lasciare la relazione violenta, per tanti motivi, soprattutto per mancanza di autonomia economica.
«Ecco perché, grazie ai fondi destinati a incoraggiare l'autonomia delle donne che subiscono violenza, messi a disposizione della Regione Puglia, unitamente al servizio sociale professionale del Comune, abbiamo previsto piani individualizzati di fuoriuscita dalla violenza per sostenere economicamente le donne che subiscono violenza. – continua la dott.ssa Lomuscio - È un piccolo contributo ma che permette per i primi mesi di potersi mantenere da sola e iniziare una nuova vita lontano dalla violenza.
Ma non è tutto. Il centro antiviolenza è collegato in rete con case rifugio in grado di mettere in sicurezza le donne che versano in situazioni di pericolo di vita.
Grazie alla presenza del centro antiviolenza e delle operatrici e avvocate che vi lavorano, alle numerose azioni di sensibilizzazione fatte in questi anni, abbiamo potuto registrare un dato importante: molte più donne si avvicinano al centro e scelgono di denunciare il loro partner violento».
Tutte le situazioni sono difficili da trattare, perché bisogna fare i conti con tantissimi fattori che si presentano sulla strada, ma grazie alla collaborazione delle istituzioni e della rete che in questi anni si è andata via via incrementando, si cerca di definire un percorso con la donna che sceglie la strada della consapevolezza e della fuoriuscita dalla violenza.
I casi comunque più difficili e più faticosi anche emotivamente, sono sempre quelli che vedono coinvolti i minori sia come spettatori incolpevoli delle violenze, sia come vittime della violenza stessa.