Cronaca
Residente del centro storico vince la causa contro il Comune. Tar Puglia: sì al fotovoltaico sul tetto di casa
Il consigliere Piero Paparella: "Ci siamo sempre battuti su questo, ora chi paga le spese?"
Ruvo - venerdì 8 luglio 2022
13.30
La signora Ciliberti vince la causa contro il Comune di Ruvo e finalmente potrà realizzare il suo impianto fotovoltaico sul tetto di casa sua. La terza sezione del Tar Puglia, presieduta dal giudice Orazio Ciliberti, ha infatti accolto la richiesta di sospensiva dell'efficacia del provvedimento con cui il Comune aveva negato alla residente la possibilità di realizzare l'impianto.
La vicenda risale a marzo 2021 quando la signora Ciliberti, proprietaria di un immobile sito nel centro storico di Ruvo di Puglia, in Via Giovenale n. 38, aveva richiesto il rilascio del permesso di costruire per opere di manutenzione straordinaria ed efficientamento energetico dell'immobile, prevedendo la realizzazione di un impianto fotovoltaico integrato nel tetto. L'impianto fotovoltaico progettato – sottolinea la Ciliberti- rispecchia le prescrizioni di legge, s'integra bene con il tetto, ha la stessa inclinazione e lo stesso orientamento della falda, non modifica la sagoma dell'edificio, ha una superficie inferiore a quella del tetto stesso e non è visibile dalla strada.
Eppure, il Comune gli aveva detto di "no" con l'avallo di Soprintendenza Archeologica e Regione Puglia. Il punto di vista comunale riguardava la presunta non conformità dell'intervento rispetto alle norme tecniche in vigore. Una posizione quantomeno discutibile, se è vero come è vero che l'orientamento normativo negli ultimi anni è proprio quello di incentivare l'adozione di sistemi alternativi di produzione di energia elettrica.
Ed è proprio su questo argomento che la ricorrente — rappresentata e difesa dall'avvocato Ciro Testini — ha fatto leva, ponendo in evidenza che il Legislatore Comunitario, con la direttiva 2001/77/CE, ha adottato misure di promozione della produzione dell'energia elettrica da fonti rinnovabili. Per di più le norme tecniche cui faceva riferimento il Comune di Ruvo risultavano solo adottate e non approvare definitivamente dal consiglio comunale.
Il Tar ha dato pienamente ragione alla cittadina. «La decisione di considerare vietata l'installazione di pannelli fotovoltaici in zona A territoriale omogenea è, tuttavia, illegittima» si legge nella sentenza. «Come il Collegio ha già avuto modo di evidenziare, in sede di concessione della tutela cautelare, il legislatore regionale ha fatto cadere il divieto sopra citato».
I giudici amministrativi aggiungono ancora che il Comune di Ruvo «non può in alcun modo ritagliarsi uno spazio di regolamentazione difforme da quanto statuito a livello regionale, da fonte gerarchicamente superiore. In altri termini, a fronte di una legge regionale che autorizza l'installazione di pannelli fotovoltaici in zona A territoriale omogenea, il Comune non può isolare un frammento della stessa Zona A, quale il Nucleo Antico, al fine di ripristinare un regime di divieto».
Risultato: il provvedimento comunale è stato annullato e il Comune è stato condannato al pagamento di tutte le spese processuale.
Sulla vicenda è intervenuto anche il consigliere comunale di Fratelli d'Italia, Piero Paparella: «Più volte, come forze politiche di centrodestra, ci siamo battuti sia in commissione urbanistica che in consiglio comunale per consentire anche nel Nucleo Antico l'installazione di impianti fotovoltaici. Il Comune di Ruvo di Puglia ha continuato invece imperterrito e fornito di paraocchi, sulla strada dei dinieghi a profusione, ed oggi è arrivata l'ennesima sentenza che dà ragione ad un abitante del Nucleo Antico annullando il diniego e condannando il Comune di Ruvo di Puglia alla refusione delle spese processuali. Chi paga i danni causati ai cittadini ruvesi? Chi risarcisce per i ritardi? Chi ripaga i maggiori costi della bolletta elettrica a questi cittadini? Chi paga le spese del Giudizio?»
La vicenda risale a marzo 2021 quando la signora Ciliberti, proprietaria di un immobile sito nel centro storico di Ruvo di Puglia, in Via Giovenale n. 38, aveva richiesto il rilascio del permesso di costruire per opere di manutenzione straordinaria ed efficientamento energetico dell'immobile, prevedendo la realizzazione di un impianto fotovoltaico integrato nel tetto. L'impianto fotovoltaico progettato – sottolinea la Ciliberti- rispecchia le prescrizioni di legge, s'integra bene con il tetto, ha la stessa inclinazione e lo stesso orientamento della falda, non modifica la sagoma dell'edificio, ha una superficie inferiore a quella del tetto stesso e non è visibile dalla strada.
Eppure, il Comune gli aveva detto di "no" con l'avallo di Soprintendenza Archeologica e Regione Puglia. Il punto di vista comunale riguardava la presunta non conformità dell'intervento rispetto alle norme tecniche in vigore. Una posizione quantomeno discutibile, se è vero come è vero che l'orientamento normativo negli ultimi anni è proprio quello di incentivare l'adozione di sistemi alternativi di produzione di energia elettrica.
Ed è proprio su questo argomento che la ricorrente — rappresentata e difesa dall'avvocato Ciro Testini — ha fatto leva, ponendo in evidenza che il Legislatore Comunitario, con la direttiva 2001/77/CE, ha adottato misure di promozione della produzione dell'energia elettrica da fonti rinnovabili. Per di più le norme tecniche cui faceva riferimento il Comune di Ruvo risultavano solo adottate e non approvare definitivamente dal consiglio comunale.
Il Tar ha dato pienamente ragione alla cittadina. «La decisione di considerare vietata l'installazione di pannelli fotovoltaici in zona A territoriale omogenea è, tuttavia, illegittima» si legge nella sentenza. «Come il Collegio ha già avuto modo di evidenziare, in sede di concessione della tutela cautelare, il legislatore regionale ha fatto cadere il divieto sopra citato».
I giudici amministrativi aggiungono ancora che il Comune di Ruvo «non può in alcun modo ritagliarsi uno spazio di regolamentazione difforme da quanto statuito a livello regionale, da fonte gerarchicamente superiore. In altri termini, a fronte di una legge regionale che autorizza l'installazione di pannelli fotovoltaici in zona A territoriale omogenea, il Comune non può isolare un frammento della stessa Zona A, quale il Nucleo Antico, al fine di ripristinare un regime di divieto».
Risultato: il provvedimento comunale è stato annullato e il Comune è stato condannato al pagamento di tutte le spese processuale.
Sulla vicenda è intervenuto anche il consigliere comunale di Fratelli d'Italia, Piero Paparella: «Più volte, come forze politiche di centrodestra, ci siamo battuti sia in commissione urbanistica che in consiglio comunale per consentire anche nel Nucleo Antico l'installazione di impianti fotovoltaici. Il Comune di Ruvo di Puglia ha continuato invece imperterrito e fornito di paraocchi, sulla strada dei dinieghi a profusione, ed oggi è arrivata l'ennesima sentenza che dà ragione ad un abitante del Nucleo Antico annullando il diniego e condannando il Comune di Ruvo di Puglia alla refusione delle spese processuali. Chi paga i danni causati ai cittadini ruvesi? Chi risarcisce per i ritardi? Chi ripaga i maggiori costi della bolletta elettrica a questi cittadini? Chi paga le spese del Giudizio?»