Cronaca
«Qualificati referenti dei Capriati si ritrovano a Ruvo di Puglia»
Lo scrive l'Antimafia nella relazione semestrale al Parlamento. Presenti anche «referenti dei Mercante-Diomede»
Ruvo - venerdì 8 aprile 2022
«Qualificati referenti dei Capriati, ma anche dei Mercante-Diomede, si ritrovano nei comuni presenti nel nord barese: Molfetta, Giovinazzo, Ruvo di Puglia, Terlizzi, Triggiano, Corato e Palo del Colle». È un passaggio della relazione semestrale elaborata dalla Direzione Investigativa Antimafia relativa al primo semestre 2021.
In questi sei mesi lo scenario criminale della città di Bari è stato incisivamente segnato dagli esiti giudiziari dell'inchiesta "Vortice-Maestrale" che ha fotografato «la perdurante operatività» del sodalizio di tipo mafioso Strisciuglio e di alcune sue articolazioni territoriali - e segnatamente di quelle operative nei rioni Libertà, San Paolo (con la cellula di Palo del Colle), Enziteto, San Pio, Catino e San Girolamo (comprensiva della pertinenza che include pure Conversano e Rutigliano)».
Ma nell'area metropolitana di Bari, ancora caratterizzata dalla frammentarietà strutturale delle consorterie, oltre agli Strisciuglio altri tre clan storici quali i Parisi-Palermiti, i Capriati e i Mercante-Diomede «sarebbero ancora in grado - si legge a pagina 198 del documento - di insinuarsi pericolosamente nei centri nevralgici del tessuto sociale produttivo manifestando tra l'altro mire espansionistiche pure sui territori della provincia». E fra questi paesi, l'Antimafia cita Ruvo di Puglia.
«L'interconnessione esistente tra le dinamiche criminali del capoluogo barese e quelle dei paesi limitrofi - scrive la Direzione Investigativa Antimafia a pagina 201 - caratterizza lo scenario della provincia dove la presenza dei numerosi gruppi sarebbe diretta espressione delle "agenzie mafiose" della città che perseguono tal scopo attraverso l'opera sia di mafiosi, sia di fidati referenti in loco, sia con l'affiliazione di soggetti apicali delle compagini delinquenziali operanti nei territori».
A Ruvo di Puglia, dunque, si ritrovano «qualificati referenti» dei Capriati e anche dei Mercante-Diomede. Partiamo dal clan Capriati, attivo nel borgo antico di Bari. «Le fibrillazioni interne al sodalizio - è scritto - sarebbero causa del tentativo di scalata da parte di giovani leve desiderose di guadagnare posizioni di vertice. Non meno importante sotto i profili evolutivi è la scarcerazione del figlio dello storico capoclan Capriati, coniugato con la figlia del boss Stramaglia ucciso nel 2009».
Passiamo al clan Mercante-Diomede, federato ai Capriati, che «pare operativo non solo a Bari, ma anche in alcuni comuni della provincia come Altamura, Adelfia, Bitonto, Gravina in Puglia e Triggiano. La famiglia Mercante una volta attiva nel quartiere Libertà di Bari attualmente risulterebbe particolarmente indebolita oltre che a causa della recente morte del capo storico anche per l'incontrastata presenza nel quartiere del capo dei Caldarola esponente di spicco degli Strisciuglio».
Secondo l'Antimafia «il traffico di sostanze stupefacenti - è scritto a pagina 200 - resta una delle principali risorse per la criminalità organizzata che sfrutterebbe i canali di approvvigionamento nazionali e quelli esteri dimostrando una elevata propensione alla collaborazione con organizzazioni criminali straniere soprattutto albanesi le quali riescono a gestire, anche in forma autonoma - si legge - una fetta del particolare mercato criminale senza sovrapporsi alla malavita autoctona».
Persistono, nel barese, i furti perpetrati in danno delle attività commerciali così come continuano gli incendi riguardanti vetture o attività. Sui furti di auto è stato documentato il modus operandi di un gruppo che destinava le auto rubate a un centro di demolizione dove venivano smontate e immesse nel mercato parallelo.
In questi sei mesi lo scenario criminale della città di Bari è stato incisivamente segnato dagli esiti giudiziari dell'inchiesta "Vortice-Maestrale" che ha fotografato «la perdurante operatività» del sodalizio di tipo mafioso Strisciuglio e di alcune sue articolazioni territoriali - e segnatamente di quelle operative nei rioni Libertà, San Paolo (con la cellula di Palo del Colle), Enziteto, San Pio, Catino e San Girolamo (comprensiva della pertinenza che include pure Conversano e Rutigliano)».
Ma nell'area metropolitana di Bari, ancora caratterizzata dalla frammentarietà strutturale delle consorterie, oltre agli Strisciuglio altri tre clan storici quali i Parisi-Palermiti, i Capriati e i Mercante-Diomede «sarebbero ancora in grado - si legge a pagina 198 del documento - di insinuarsi pericolosamente nei centri nevralgici del tessuto sociale produttivo manifestando tra l'altro mire espansionistiche pure sui territori della provincia». E fra questi paesi, l'Antimafia cita Ruvo di Puglia.
«L'interconnessione esistente tra le dinamiche criminali del capoluogo barese e quelle dei paesi limitrofi - scrive la Direzione Investigativa Antimafia a pagina 201 - caratterizza lo scenario della provincia dove la presenza dei numerosi gruppi sarebbe diretta espressione delle "agenzie mafiose" della città che perseguono tal scopo attraverso l'opera sia di mafiosi, sia di fidati referenti in loco, sia con l'affiliazione di soggetti apicali delle compagini delinquenziali operanti nei territori».
A Ruvo di Puglia, dunque, si ritrovano «qualificati referenti» dei Capriati e anche dei Mercante-Diomede. Partiamo dal clan Capriati, attivo nel borgo antico di Bari. «Le fibrillazioni interne al sodalizio - è scritto - sarebbero causa del tentativo di scalata da parte di giovani leve desiderose di guadagnare posizioni di vertice. Non meno importante sotto i profili evolutivi è la scarcerazione del figlio dello storico capoclan Capriati, coniugato con la figlia del boss Stramaglia ucciso nel 2009».
Passiamo al clan Mercante-Diomede, federato ai Capriati, che «pare operativo non solo a Bari, ma anche in alcuni comuni della provincia come Altamura, Adelfia, Bitonto, Gravina in Puglia e Triggiano. La famiglia Mercante una volta attiva nel quartiere Libertà di Bari attualmente risulterebbe particolarmente indebolita oltre che a causa della recente morte del capo storico anche per l'incontrastata presenza nel quartiere del capo dei Caldarola esponente di spicco degli Strisciuglio».
Secondo l'Antimafia «il traffico di sostanze stupefacenti - è scritto a pagina 200 - resta una delle principali risorse per la criminalità organizzata che sfrutterebbe i canali di approvvigionamento nazionali e quelli esteri dimostrando una elevata propensione alla collaborazione con organizzazioni criminali straniere soprattutto albanesi le quali riescono a gestire, anche in forma autonoma - si legge - una fetta del particolare mercato criminale senza sovrapporsi alla malavita autoctona».
Persistono, nel barese, i furti perpetrati in danno delle attività commerciali così come continuano gli incendi riguardanti vetture o attività. Sui furti di auto è stato documentato il modus operandi di un gruppo che destinava le auto rubate a un centro di demolizione dove venivano smontate e immesse nel mercato parallelo.