Cronaca
Processo disastro ferroviario, la difesa del capotreno sopravvissuto chiede il non luogo a procedere
Hanno chiesto il non luogo a procedere anche altre 4 persone
Ruvo - martedì 13 novembre 2018
19.21
La difesa del capotreno Nicola Lorizzo - unico ferroviere sopravvissuto al disastro della Ferrotramviaria del 12 luglio 2016 tra Andria e Corato – ha chiesto al gup del Tribunale di Trani Angela Schiralli sentenza di non luogo a procedere. Lorizzo, in servizio sull'ET1021 diretto da Andria a Corato, ha negato qualsiasi responsabilità dell'incidente che, peraltro, lo ferì gravemente: tant'è che oltre alla veste di imputato ha quella di parte civile.
Il difensore (avvocato Scianandrone) ha sostenuto come Lorizzo fosse assolutamente ignaro della presenza del terzo convoglio (giunto da Corato alla stazione di Andria poco prima dell'incidente) che avrebbe creato confusione, inducendo a credere che la tratta fosse libera.
A chiedere la sentenza di non luogo a procedere anche i difensori di Giulio Roselli, dirigente della divisione Infrastruttura di Ferrotramviaria; Virginio Di Giambattista, direttore generale della direzione generale per i sistemi di trasporto e impianti fissi e il trasporto pubblico locale; Alessandro De Paola e Pietro Marturano, direttori dell'Ustif di Puglia, Basilicata e Calabria (il primo dal gennaio al giugno 2011 e dal giugno 2013 al dicembre 2014, il secondo dal 19 febbraio 2015).
Si torna in aula (supercarcere di Trani) giovedì 15 novembre per le difese di altri 8 imputati. Dopodomani potrebbe conoscersi la data in cui si discuterà il rito abbreviato chiesto da uno solo dei 19 imputati: Elena Molinaro, funzionario del Ministero dei Trasporti. L'incidente ferroviario provocò 23 morti e 51 feriti.
A vario titolo e a seconda delle presunte rispettive responsabilità, la Procura della Repubblica di Trani contesta i reati di disastro ferroviario, omicidio colposo e lesioni gravi colpose, omissione dolosa di cautele, violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro e falso.
Il difensore (avvocato Scianandrone) ha sostenuto come Lorizzo fosse assolutamente ignaro della presenza del terzo convoglio (giunto da Corato alla stazione di Andria poco prima dell'incidente) che avrebbe creato confusione, inducendo a credere che la tratta fosse libera.
A chiedere la sentenza di non luogo a procedere anche i difensori di Giulio Roselli, dirigente della divisione Infrastruttura di Ferrotramviaria; Virginio Di Giambattista, direttore generale della direzione generale per i sistemi di trasporto e impianti fissi e il trasporto pubblico locale; Alessandro De Paola e Pietro Marturano, direttori dell'Ustif di Puglia, Basilicata e Calabria (il primo dal gennaio al giugno 2011 e dal giugno 2013 al dicembre 2014, il secondo dal 19 febbraio 2015).
Si torna in aula (supercarcere di Trani) giovedì 15 novembre per le difese di altri 8 imputati. Dopodomani potrebbe conoscersi la data in cui si discuterà il rito abbreviato chiesto da uno solo dei 19 imputati: Elena Molinaro, funzionario del Ministero dei Trasporti. L'incidente ferroviario provocò 23 morti e 51 feriti.
A vario titolo e a seconda delle presunte rispettive responsabilità, la Procura della Repubblica di Trani contesta i reati di disastro ferroviario, omicidio colposo e lesioni gravi colpose, omissione dolosa di cautele, violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro e falso.