Religioni
Papa Francesco, don Tonino e quella "Chiesa del Grembiule"
Dal 20 aprile 1993 al 20 aprile 2018: dalla tristezza alla gioia
Ruvo - sabato 3 febbraio 2018
15.49
L'arrivo a Molfetta di Papa Francesco è un altro regalo che don Tonino Bello fa alla sua gente.
Quella che mai l'ha dimenticato, che continua ad amarlo e pregarlo e a sentirlo ancora come un membro della famiglia.
Sarà questo il senso dell'arrivo del Pontefice in città il prossimo 20 aprile. Esattamente dopo 25 anni dal giorno più triste per la comunità che nel 1993 piangeva la perdita del Suo pastore e ne celebrava già la Santità, quello stesso giorno adesso sarà un momento di festa e gioia.
Nel pieno rispetto del messaggio cristiano della morte che altro non è se non il passaggio nella Casa di Dio.
Ma da dove nasce l'attenzione di Sua Santità verso don Tonino Bello? Dalla comunione. Intesa sia da un punto di vista meramente cristiano sia dal modo di vedere il mondo cattolico, la Chiesa.
Già, la "Chiesa del Grembiule" come riferiva don Tonino nell'intendersi al servizio di tutti, proprio come una mamma fa con la propria famiglia. E poi l'umiltà e la generosità di darsi. don Tonino Bello lo ha fatto fino all'ultimo, Papa Bergoglio lo fa in ogni uscita mettendo da parte quel rigido protocollo che aveva reso quasi inavvicinabili i Pontefici se si esclude il modo di intendere la propria missione di Papa Giovanni Paolo II.
Ad avvicinare queste due figure anche "Famiglia Cristiana" che, già nel 2014, affermava che don Tonino aveva anticipato Papa Francesco.
Il quotidiano poneva l'attenzione sul linguaggio molto simbolico e in grado di arrivare a tutti attraverso le immagini capace di sprigionare ma anche la fisicità che portava don Tonino ad abbracciare e ad accarezzare tutti e che in ogni occasione il Pontefice non manca mai di lesinare ai fedeli.
Non è un caso, poi, che dietro questo evento storico ci sia anche tanto di Monsignor Domenico Cornacchia vicino a don Tonino e che a lui si è ispirato nella lettera alla Diocesi al momento del suo arrivo.
Quella che mai l'ha dimenticato, che continua ad amarlo e pregarlo e a sentirlo ancora come un membro della famiglia.
Sarà questo il senso dell'arrivo del Pontefice in città il prossimo 20 aprile. Esattamente dopo 25 anni dal giorno più triste per la comunità che nel 1993 piangeva la perdita del Suo pastore e ne celebrava già la Santità, quello stesso giorno adesso sarà un momento di festa e gioia.
Nel pieno rispetto del messaggio cristiano della morte che altro non è se non il passaggio nella Casa di Dio.
Ma da dove nasce l'attenzione di Sua Santità verso don Tonino Bello? Dalla comunione. Intesa sia da un punto di vista meramente cristiano sia dal modo di vedere il mondo cattolico, la Chiesa.
Già, la "Chiesa del Grembiule" come riferiva don Tonino nell'intendersi al servizio di tutti, proprio come una mamma fa con la propria famiglia. E poi l'umiltà e la generosità di darsi. don Tonino Bello lo ha fatto fino all'ultimo, Papa Bergoglio lo fa in ogni uscita mettendo da parte quel rigido protocollo che aveva reso quasi inavvicinabili i Pontefici se si esclude il modo di intendere la propria missione di Papa Giovanni Paolo II.
Ad avvicinare queste due figure anche "Famiglia Cristiana" che, già nel 2014, affermava che don Tonino aveva anticipato Papa Francesco.
Il quotidiano poneva l'attenzione sul linguaggio molto simbolico e in grado di arrivare a tutti attraverso le immagini capace di sprigionare ma anche la fisicità che portava don Tonino ad abbracciare e ad accarezzare tutti e che in ogni occasione il Pontefice non manca mai di lesinare ai fedeli.
Non è un caso, poi, che dietro questo evento storico ci sia anche tanto di Monsignor Domenico Cornacchia vicino a don Tonino e che a lui si è ispirato nella lettera alla Diocesi al momento del suo arrivo.