Eventi e cultura
NutriMenti, il lavoro nel settore culturale
Quinto appuntamento del ciclo di seminari proposto da Sinistra Ruvese
Ruvo - venerdì 21 febbraio 2020
Comunicato Stampa
Si terrà domani, 22 febbraio, alle ore 18.30 nella Casa della Cultura - Palazzo Caputi di Ruvo di Puglia, il quinto appuntamento del ciclo di seminari NutriMenti, organizzato dall'associazione politico-culturale Sinistra Ruvese, che tratterà il tema del lavoro nel settore culturale.
Sarà presente Francesca D'Ippolito, presidentessa della rete C.Re.S.Co – Coordinamento delle Realtà della Scena Contemporanea, introdotta e accompagnata nel suo racconto da Michele Altamura, attore pugliese della Compagnia Vico Quarto Mazzini.
«"Ma di lavoro che fai?" Quante volte abbiamo sentito ripetere o abbiamo posto questa domanda a un attore, a un videomaker, a un regista o a un designer? Quante volte abbiamo sentito i più dire che con la cultura non si mangia, che il lavoro in ambito culturale è un hobby, una passione, un'occupazione dello spirito?
Quante volte abbiamo storto il naso leggendo la parola cultura accostata alla parola impresa? Eppure le imprese culturali esistono e continuano a fiorire su tutto il territorio nazionale con grande vivacità. Ma cosa sono le imprese culturali? Come si muovono, quali forme hanno, quale relazione con il territorio, con le amministrazioni comunali e regionali, con il Ministero?» - gli interrogativi che si pongono gli organizzatori.
"Il tema appare sconfinato perché il settore culturale ha numerose declinazioni che comprendono il settore delle arti performative e visive; la gestione del patrimonio artistico-storico del nostro Paese; l'industria creativa, ovvero tutte quelle attività legate al design, all'architettura e alla comunicazione e l'industria culturale, che include cinema, tv, editoria, musica, danza e teatro.
Ed è su quest'ultimo settore che porremo la nostra attenzione attenzione sabato 22 febbraio per il quinto incontro di nutriMenti – cantieri di formazione socio&politica a cura del Collettivo di Sinistra Ruvese.
Perché parlare di Teatro per parlare di cultura? La scelta non è casuale: il teatro è un po' la Cenerentola della produzione culturale italiana – non per qualità o quantità di produzione ma per sostegno economico, prospettive di crescita, numeri al botteghino e diffusione sul territorio nazionale e internazionale – ma è anche una delle arti più antiche ed è una delle più diffuse nei territori attraverso i teatri e le compagnie: presidi culturali in carne ed ossa che assieme alle parrocchie, sono rimasti tra gli ultimi luoghi fisici di costruzione di comunità.
Questo cantiere di formazione - specificano gli organizzatori di NutriMenti - parte proprio da questo desiderio, entrare dietro le quinte dello spettacolo dal vivo accompagnati da sguardi esperti per provare assieme a rispondere ad alcune domande cruciali per il futuro della Cultura e del teatro nello specifico sia a livello nazionale che regionale: l'investimento culturale dev'essere pubblico? Se sì, quanto e come? Quali cambiamenti ha portato l'ultima riforma ministeriale nel panorama teatrale nazionale e locale? Qual è la funzione del teatro oggi, in questa società in cui l'imbarbarimento culturale sembra un valore e l'impoverimento del pensiero critico una costante del dibattito pubblico e politico? E ancora, la Cultura è un Bene Comune?
Per rispondere a queste e alle altre domande che nasceranno nel corso della serata, contiamo sulla presenza di tutte e tutti coloro che vorranno contribuire alla discussione. Insieme, per affrontare meglio e più consapevolmente il nostro tempo".
Sarà presente Francesca D'Ippolito, presidentessa della rete C.Re.S.Co – Coordinamento delle Realtà della Scena Contemporanea, introdotta e accompagnata nel suo racconto da Michele Altamura, attore pugliese della Compagnia Vico Quarto Mazzini.
«"Ma di lavoro che fai?" Quante volte abbiamo sentito ripetere o abbiamo posto questa domanda a un attore, a un videomaker, a un regista o a un designer? Quante volte abbiamo sentito i più dire che con la cultura non si mangia, che il lavoro in ambito culturale è un hobby, una passione, un'occupazione dello spirito?
Quante volte abbiamo storto il naso leggendo la parola cultura accostata alla parola impresa? Eppure le imprese culturali esistono e continuano a fiorire su tutto il territorio nazionale con grande vivacità. Ma cosa sono le imprese culturali? Come si muovono, quali forme hanno, quale relazione con il territorio, con le amministrazioni comunali e regionali, con il Ministero?» - gli interrogativi che si pongono gli organizzatori.
"Il tema appare sconfinato perché il settore culturale ha numerose declinazioni che comprendono il settore delle arti performative e visive; la gestione del patrimonio artistico-storico del nostro Paese; l'industria creativa, ovvero tutte quelle attività legate al design, all'architettura e alla comunicazione e l'industria culturale, che include cinema, tv, editoria, musica, danza e teatro.
Ed è su quest'ultimo settore che porremo la nostra attenzione attenzione sabato 22 febbraio per il quinto incontro di nutriMenti – cantieri di formazione socio&politica a cura del Collettivo di Sinistra Ruvese.
Perché parlare di Teatro per parlare di cultura? La scelta non è casuale: il teatro è un po' la Cenerentola della produzione culturale italiana – non per qualità o quantità di produzione ma per sostegno economico, prospettive di crescita, numeri al botteghino e diffusione sul territorio nazionale e internazionale – ma è anche una delle arti più antiche ed è una delle più diffuse nei territori attraverso i teatri e le compagnie: presidi culturali in carne ed ossa che assieme alle parrocchie, sono rimasti tra gli ultimi luoghi fisici di costruzione di comunità.
Questo cantiere di formazione - specificano gli organizzatori di NutriMenti - parte proprio da questo desiderio, entrare dietro le quinte dello spettacolo dal vivo accompagnati da sguardi esperti per provare assieme a rispondere ad alcune domande cruciali per il futuro della Cultura e del teatro nello specifico sia a livello nazionale che regionale: l'investimento culturale dev'essere pubblico? Se sì, quanto e come? Quali cambiamenti ha portato l'ultima riforma ministeriale nel panorama teatrale nazionale e locale? Qual è la funzione del teatro oggi, in questa società in cui l'imbarbarimento culturale sembra un valore e l'impoverimento del pensiero critico una costante del dibattito pubblico e politico? E ancora, la Cultura è un Bene Comune?
Per rispondere a queste e alle altre domande che nasceranno nel corso della serata, contiamo sulla presenza di tutte e tutti coloro che vorranno contribuire alla discussione. Insieme, per affrontare meglio e più consapevolmente il nostro tempo".