Vita di città
Nicola Cuocci, storia di passione e coraggio
Il tenore ruvese protagonista del "Don Pasquale" di Donizzetti si racconta. Un sogno che sta diventando realtà.
Ruvo - sabato 26 agosto 2017
08.15
Uno uomo che nella vita ce l'ha fatta, è soltanto uno che non ha mai mollato. Recita così un celebre aforisma che racconta in breve la storia di oggi.
Nicola Domenico Cuocci è di Ruvo di Puglia, città che sempre più spesso si scopre essere culla di talenti musicali. Ha trentasette anni, occhi luminosi e entusiasti, e sprigiona quella energia di chi ha preso consapevolezza di sé.
Nicola è un ragazzo comune. Svogliato a scuola, dopo le scuole superiori preferisce la campagna, e ci si impegna. Ha degli hobby e una famiglia come tante, una mamma che sogna per il figlio un futuro migliore, ma che non vuole che prenda il largo. Nicola tra le tante cose, canta in chiesa, come fanno in tanti. Solo che lui ci mette qualcosa in più.
Cantare gli piace, ci mette passione, gli brillano gli occhi di fervore e piacere; ci mette tanta di quella passione che alla fine Nicola Bucci, celebre maestro di canto ruvese, lo nota tra tanti e lo convince ad iscriversi al conservatorio. Nicola ha 22 anni, è "vecchio" per iniziare a studiare canto, ma si prepara e supera le selezioni brillantemente.
Il conservatorio è duro e incominciare a studiare a 22 anni non è semplice ma Nicola quando canta è felice, si sente realizzato, si diverte. Si rende conto che questo è il suo sogno, e i suoi genitori gli danno pieno appoggio. Dopo otto anni di studi e sacrifici Nicola incomincia a capire quale strada imboccare e partecipa al concorso per entrare nel coro del Petruzzelli. Vince, prima il contratto a tempo determinato e poi indeterminato. Ma non si ferma...
«Quando sono sul palco io mi diverto, mi piace. Prima di entrare in scena l'ansia ti mangia e ti dici... ma chi me l'ha fatto fare! Ma poi inizi e tutto diventa naturale e bello!»
Raccontaci di Fano e del tuo sogno.
«Ho partecipato ad una masterclass di canto lirico a Fano dove per la prima volta ho interpretato il protagonista, Enrnesto, nel Don Pasquale di Donizzetti. E' stata una esperienza entusiasmante. Abbiamo avuto solo venti giorni per prepararci e andare in scena ed io non avevo mai interpretato una parte da protagonista, con tutto il peso che ne deriva. Ma è stata una ottima scuola. Mi ha aperto degli orizzonti nuovi e a radicato un me la voglia di non arrendermi: voglio cantare da tenore protagonista. E' una emozione incredibile, è divertente e ho scoperto non solo di esserne capace, ma anche di essere bravo.»
Quella di Fano è una fucina di talenti. L'Opera Studio School Academy nasce per dare una possibilità a tutti quei talenti inespressi una possibilità. La masterclass, altamente specializzata e specializzante è dedicata ad una trentina di ragazzi provenienti da tutta Europa.
«L'esperienza è esaltante da tutti i punti di vista. Ho vissuto per un mese in un posto nuovo, con persone che condividono la mia passione. Ho rinunciato alle mie ferie, e ho dovuto pagarmi la scuola e vivere a Fano non è economico. Ma l'ho fatto con estremo piacere.
A trentasette anni si è vecchi per iniziare a calcare il palcoscenico da tenore solista. Ho iniziato tardi e a quest'ora sarei dovuto essere già un nome affermato. Ma non mi arrendo.
Fare il tenore solista al Petruzzelli mi sembra un'impresa ardua, ma non posso abbandonare questo sogno. Accadrà da qualche altra parte, in altri posti. L'adrenalina di essere sul palco, di cantare nella parte di Ernesto, ha alimentato il mio sogno. Adesso canto in giro per concerti privati e non, ho il mio contratto con il Petruzzelli ma sento che non posso fermarmi.»
Riesci ad essere indipendente? Sai di solito degli artisti si dice che alla fine vengono mantenuti dai genitori...
« Si ce la faccio. Le cose potrebbero migliorare ma riesco ad essere autonomo. Inoltre canto saltuariamente in altre situazioni. Presto andrò a vivere da solo; quello che voglio è quello che vogliono più o meno tutti: avere una casa ed una famiglia.»
Nicola ha trovato la sua strada, una strada lunga e palesemente in salita. Ma non ha mollato. Non vuole mollare. Con umiltà ha iniziato a studiare, con umiltà ha fatto la gavetta, e con determinazione ed umiltà continua il suo difficile percorso. Perché se un sogno chiama è un delitto non rispondere e NIcola ha risposto con determinazione e tenacia, rendendo se stesso in primis, la sua famiglia e Ruvo tutta, orgogliosa di lui.
Nicola Domenico Cuocci è di Ruvo di Puglia, città che sempre più spesso si scopre essere culla di talenti musicali. Ha trentasette anni, occhi luminosi e entusiasti, e sprigiona quella energia di chi ha preso consapevolezza di sé.
Nicola è un ragazzo comune. Svogliato a scuola, dopo le scuole superiori preferisce la campagna, e ci si impegna. Ha degli hobby e una famiglia come tante, una mamma che sogna per il figlio un futuro migliore, ma che non vuole che prenda il largo. Nicola tra le tante cose, canta in chiesa, come fanno in tanti. Solo che lui ci mette qualcosa in più.
Cantare gli piace, ci mette passione, gli brillano gli occhi di fervore e piacere; ci mette tanta di quella passione che alla fine Nicola Bucci, celebre maestro di canto ruvese, lo nota tra tanti e lo convince ad iscriversi al conservatorio. Nicola ha 22 anni, è "vecchio" per iniziare a studiare canto, ma si prepara e supera le selezioni brillantemente.
Il conservatorio è duro e incominciare a studiare a 22 anni non è semplice ma Nicola quando canta è felice, si sente realizzato, si diverte. Si rende conto che questo è il suo sogno, e i suoi genitori gli danno pieno appoggio. Dopo otto anni di studi e sacrifici Nicola incomincia a capire quale strada imboccare e partecipa al concorso per entrare nel coro del Petruzzelli. Vince, prima il contratto a tempo determinato e poi indeterminato. Ma non si ferma...
«Quando sono sul palco io mi diverto, mi piace. Prima di entrare in scena l'ansia ti mangia e ti dici... ma chi me l'ha fatto fare! Ma poi inizi e tutto diventa naturale e bello!»
Raccontaci di Fano e del tuo sogno.
«Ho partecipato ad una masterclass di canto lirico a Fano dove per la prima volta ho interpretato il protagonista, Enrnesto, nel Don Pasquale di Donizzetti. E' stata una esperienza entusiasmante. Abbiamo avuto solo venti giorni per prepararci e andare in scena ed io non avevo mai interpretato una parte da protagonista, con tutto il peso che ne deriva. Ma è stata una ottima scuola. Mi ha aperto degli orizzonti nuovi e a radicato un me la voglia di non arrendermi: voglio cantare da tenore protagonista. E' una emozione incredibile, è divertente e ho scoperto non solo di esserne capace, ma anche di essere bravo.»
Quella di Fano è una fucina di talenti. L'Opera Studio School Academy nasce per dare una possibilità a tutti quei talenti inespressi una possibilità. La masterclass, altamente specializzata e specializzante è dedicata ad una trentina di ragazzi provenienti da tutta Europa.
«L'esperienza è esaltante da tutti i punti di vista. Ho vissuto per un mese in un posto nuovo, con persone che condividono la mia passione. Ho rinunciato alle mie ferie, e ho dovuto pagarmi la scuola e vivere a Fano non è economico. Ma l'ho fatto con estremo piacere.
A trentasette anni si è vecchi per iniziare a calcare il palcoscenico da tenore solista. Ho iniziato tardi e a quest'ora sarei dovuto essere già un nome affermato. Ma non mi arrendo.
Fare il tenore solista al Petruzzelli mi sembra un'impresa ardua, ma non posso abbandonare questo sogno. Accadrà da qualche altra parte, in altri posti. L'adrenalina di essere sul palco, di cantare nella parte di Ernesto, ha alimentato il mio sogno. Adesso canto in giro per concerti privati e non, ho il mio contratto con il Petruzzelli ma sento che non posso fermarmi.»
Riesci ad essere indipendente? Sai di solito degli artisti si dice che alla fine vengono mantenuti dai genitori...
« Si ce la faccio. Le cose potrebbero migliorare ma riesco ad essere autonomo. Inoltre canto saltuariamente in altre situazioni. Presto andrò a vivere da solo; quello che voglio è quello che vogliono più o meno tutti: avere una casa ed una famiglia.»
Nicola ha trovato la sua strada, una strada lunga e palesemente in salita. Ma non ha mollato. Non vuole mollare. Con umiltà ha iniziato a studiare, con umiltà ha fatto la gavetta, e con determinazione ed umiltà continua il suo difficile percorso. Perché se un sogno chiama è un delitto non rispondere e NIcola ha risposto con determinazione e tenacia, rendendo se stesso in primis, la sua famiglia e Ruvo tutta, orgogliosa di lui.