Attualità
Nelle parrocchie di Ruvo una colletta per i terremotati
Mons. Cornacchia ha voluto che la diocesi aderisse all'iniziativa della CEI
Ruvo - domenica 18 settembre 2016
7.33
Anche la Diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, come espresso dal Vescovo Mons. Domenico Cornacchia, partecipa all'iniziativa della Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana di sostenere le comunità colpite dal grave sisma che ha colpito il centro Italia lo scorso 24 agosto. Oggi in tutte le chiese d'Italia si terrà dunque una colletta nazionale, in concomitanza con il 26° Congresso eucaristico nazionale (che si svolge a Genova).
Le donazioni in denaro, quindi, possono essere fatte direttamente durante le Sante Messe in ciascuna parrocchia e chiesa della Diocesi, oppure tramite conto corrente postale o bonifico alla Caritas diocesana che, in tempi brevi, raccoglierà il tutto per trasmetterlo secondo le indicazioni di Caritas Italiana.
Di seguito i riferimenti:
conto corrente postale n. 11741709
iban IT68W 07601 04000 0000 11741709 - Poste Italiane
conto corrente bancario IT04Q 03431 41560 0000 00517180 - Carige Italia
intestati a Curia Vescovile Molfetta - causale "Colletta terremoto centro Italia".
La Diocesi provvederà a mettere insieme la colletta e inviarla a Caritas italiana.
Quanto alla rete Caritas sono state specificate alcune modalità di intervento: si è chiarito che: «non sono previste, né necessarie, raccolte di viveri, vestiario, suppellettili o altri beni materiali»; in secondo luogo, relativamente alla disponibilità manifestata da numerosi volontari (singoli o organizzati) di recarsi nei territori colpiti, si è ribadito che «al momento non è possibile, sia perché le vie di comunicazione sono ancora precarie, sia perché a livello organizzativo appesantirebbero il lavoro delle Chiese locali e di quanti sul territorio sono all'opera». Le disponibilità sono comunque preziose per il lavoro di accompagnamento che verrà programmato per i tempi medio-lunghi.
Per quanto riguarda i gemellaggi (importante segno di partecipazione e comunione, nonché metodo di lavoro affinato dalla rete Caritas dal terremoto del Friuli in poi), si è specificato che si valuterà come attivarli, perché «ogni catastrofe ha specifiche peculiarità. In questo caso occorre tener conto sia della conformazione dei territori, sia della frammentazione delle comunità, sia della presenza, nei luoghi colpiti, di cittadini non residenti che tornavano nei luoghi di origine e di semplici turisti».
Nel solco tracciato da sempre, si ribadiscono per l'azione Caritas dopo i terremoti alcune priorità: vicinanza e ascolto rivolti alle fasce più vulnerabili della popolazione (anziani, minori, malati, poveri); promozione di azioni e servizi sociali ed educativi, rivolti ai soggetti vulnerabili; supporto all'azione di ricostruzione, soprattutto per quanto riguarda infrastrutture di interesse collettivo (centri di comunità, centri socio-assistenziali, strutture di accoglienza, scuole, ecc); contributo al rilancio socio-economico e delle opportunità di lavoro, finanziando progetti di microimprenditoria, cooperativistici, di agricoltura sociale, ecc.
Le donazioni in denaro, quindi, possono essere fatte direttamente durante le Sante Messe in ciascuna parrocchia e chiesa della Diocesi, oppure tramite conto corrente postale o bonifico alla Caritas diocesana che, in tempi brevi, raccoglierà il tutto per trasmetterlo secondo le indicazioni di Caritas Italiana.
Di seguito i riferimenti:
conto corrente postale n. 11741709
iban IT68W 07601 04000 0000 11741709 - Poste Italiane
conto corrente bancario IT04Q 03431 41560 0000 00517180 - Carige Italia
intestati a Curia Vescovile Molfetta - causale "Colletta terremoto centro Italia".
La Diocesi provvederà a mettere insieme la colletta e inviarla a Caritas italiana.
Quanto alla rete Caritas sono state specificate alcune modalità di intervento: si è chiarito che: «non sono previste, né necessarie, raccolte di viveri, vestiario, suppellettili o altri beni materiali»; in secondo luogo, relativamente alla disponibilità manifestata da numerosi volontari (singoli o organizzati) di recarsi nei territori colpiti, si è ribadito che «al momento non è possibile, sia perché le vie di comunicazione sono ancora precarie, sia perché a livello organizzativo appesantirebbero il lavoro delle Chiese locali e di quanti sul territorio sono all'opera». Le disponibilità sono comunque preziose per il lavoro di accompagnamento che verrà programmato per i tempi medio-lunghi.
Per quanto riguarda i gemellaggi (importante segno di partecipazione e comunione, nonché metodo di lavoro affinato dalla rete Caritas dal terremoto del Friuli in poi), si è specificato che si valuterà come attivarli, perché «ogni catastrofe ha specifiche peculiarità. In questo caso occorre tener conto sia della conformazione dei territori, sia della frammentazione delle comunità, sia della presenza, nei luoghi colpiti, di cittadini non residenti che tornavano nei luoghi di origine e di semplici turisti».
Nel solco tracciato da sempre, si ribadiscono per l'azione Caritas dopo i terremoti alcune priorità: vicinanza e ascolto rivolti alle fasce più vulnerabili della popolazione (anziani, minori, malati, poveri); promozione di azioni e servizi sociali ed educativi, rivolti ai soggetti vulnerabili; supporto all'azione di ricostruzione, soprattutto per quanto riguarda infrastrutture di interesse collettivo (centri di comunità, centri socio-assistenziali, strutture di accoglienza, scuole, ecc); contributo al rilancio socio-economico e delle opportunità di lavoro, finanziando progetti di microimprenditoria, cooperativistici, di agricoltura sociale, ecc.