Vita di città
Natalia Abbasciá: la voce della tradizione pugliese tra il classico e il moderno
Intervista esclusiva con la musicista ruvese in concerto al Ruvo Coro Festival
Ruvo - giovedì 13 giugno 2024
Nata a Ruvo di Puglia, Natalia Abbasciá è una talentuosa musicista che ha conquistato il pubblico grazie alla sua abilità e passione per la musica. La sua carriera è un viaggio attraverso note e melodie che raccontano la sua terra e le sue esperienze, rendendola una figura di spicco nel panorama musicale italiano. Con radici profondamente ancorate nella tradizione pugliese, Natalia ha saputo fondere modernità e tradizione, creando un suono unico che facilmente trova spazio nelle anime degli ascoltatori. L'abbiamo intervistata prima del suo concerto a Ruvo di Puglia in occasione del Ruvo Coro Festival 2024.
Il tuo ultimo progetto rappresenta una nuova tappa nella tua carriera musicale. Puoi raccontarci come è nato e quale messaggio vuoi trasmettere attraverso la fusione di strumenti e voce?
«L'ultimo progetto rappresenta di certo una nuova tappa nella mia carriera musicale. È nato semplicemente perché, facendo parte del mio storico trio vocale Le Scat Noir, c'era bisogno di tutti gli strumenti possibili per accompagnarci. Il trio era composto solo di voci, ma una delle ragazze era pianista e io violinista. Ovviamente, pianoforte e voce sono più consueti da vedere, mentre violino e voce lo sono meno. Tuttavia, abbiamo deciso di usare il violino perché ci serviva, e da lì è nata l'idea di accompagnarmi mentre canto. Questo progetto è interamente dedicato alla fusione di strumento e voce. Voglio trasmettere ai musicisti che, in un'epoca dominata dalla musica elettronica, è possibile creare qualcosa di piacevole e udibile utilizzando solo strumenti acustici, come il violino e la voce, senza l'ausilio di macchine».
Durante l'evento a Ruvo di Puglia, presenterai il tuo nuovo album "Picche Cause". Cosa puoi dirci su questa canzone e sull'esperienza di registrare il videoclip tra Murgia e mare con Salvatore Magrone?
«Questa canzone, che dà il nome all'album, è nata in un periodo particolare della mia vita. Stavo cercando di fare spazio e tempo per dedicarmi alla creatività, alla registrazione del disco, alla creazione dei brani e agli arrangiamenti. "Picche Cause", che significa poche cose, rappresentava perfettamente quel momento della mia vita. Era una guida per avere poche cose, ma buone, sia nella musica che nella vita. Registrare il videoclip tra Murgia e mare con Salvatore Magrone è stata un'esperienza eccezionale, nonostante i trenta gradi. Collaborare con Salvatore è stato un piacere, grazie al suo occhio artistico che ha reso il video perfetto per me».
Suonare a casa tua, in Puglia, deve essere un'emozione particolare. Come ti senti riguardo a questi concerti e quali aspettative hai per la risposta del pubblico locale?
«Suonare in Puglia è un'emozione indescrivibile. Anche se il progetto ha meno di un anno, questa è la prima volta che lo porto in Puglia. Ho suonato a Ferrara e in altri luoghi, e quest'estate andrò anche all'estero, ma Ruvo di Puglia rimane il punto di partenza. È da qui che tutto è nato. Sono emozionata perché violino e voce sono una combinazione rara, praticata da pochissime persone, tra cui un'altra musicista di Ruvo, Luciana Lorusso. Per le aspettative del pubblico, preferisco non averne. Vedremo cosa succederà dopo il concerto. Sono sicura di ciò che porto, e che piaccia o no, questa sarà la mia direzione per il futuro».
Il concerto dell'11 giugno presso la Sala Concerti dell'Associazione Corale Polifonica "Michele Cantatore" fa parte del Ruvo Coro Festival. Quale significato ha per te partecipare a un evento corale di questa portata?
«Partecipare al Ruvo Coro Festival è molto significativo per me. Anni fa, ho partecipato come cantante solista per il coro dell'associazione polifonica Michele Cantatore, accompagnata da trecento coristi e un'orchestra. Ora ci torno con un progetto più intimo. È un'esperienza totalmente diversa, ma la coralità rimane, anche se in una forma più personale e minimale».
Hai collaborato con diversi artisti e realtà musicali nel corso degli anni. Come queste esperienze hanno influenzato il tuo attuale progetto solista?
«Le collaborazioni con vari artisti e realtà musicali hanno influenzato enormemente il mio progetto solista. Ho sempre cercato di far conoscere questo progetto a chiunque incontrassi nel mio percorso di ricerca, cercando conferme e supporto. Queste conferme mi hanno dato la sicurezza di portare avanti il progetto e di registrare il disco. Ho fatto scelte importanti, come lasciare il lavoro a scuola e aprire la partita IVA, cambiando radicalmente la mia vita per dedicarmi completamente alla musica. Questo mi ha permesso di creare il tempo necessario per la creatività, fondamentale per il mio lavoro».
La tua musica spesso combina elementi classici e moderni. Come riesci a mantenere questo equilibrio e quali sfide incontri nel farlo?
«Mantenere l'equilibrio tra elementi classici e moderni è una sfida continua. Anni fa, al conservatorio di Ferrara, ho partecipato a una masterclass con un musicista di lira che mi disse che stavo portando indietro nel tempo il violino, uno strumento moderno rispetto alla lira. La sfida maggiore è stata affrontare la chiusura accademica di certi ambiti musicali. Tuttavia, è stato gratificante fondere il violino classico con l'improvvisazione jazz. Durante il concerto, il pubblico potrà ascoltare brani con influenze classiche e parti improvvisate derivanti dal jazz».
Cosa possono aspettarsi i tuoi fan dalla tua performance live in termini di repertorio e atmosfera? Ci saranno sorprese particolari durante i concerti?
«Più che fan, spero ci saranno amici e familiari a Ruvo. Il repertorio sarà vario, includendo brani in dialetto pugliese, pezzi scritti da me e cover di generi ed epoche diverse. Sarà un'ora di musica che spazierà dalla musica antica a quella contemporanea, senza un filone cronologico».
Puoi condividere qualche dettaglio sulle altre date estive e sui progetti futuri?
«Dopo il concerto dell'11 giugno, il 14 giugno sarò a Livorno per completare ulteriori registrazioni. Sono entusiasta di portare il progetto all'estero: suonerò in Croazia il 5 luglio con il mio progetto per un pubblico che capirà poco il dialetto pugliese, ma spero apprezzerà la musica. Collaborerò anche con la compagnia di danza Michele Merola Contemporary Dance Company, dove accompagnerò le loro performance con il mio progetto».
Il tuo ultimo progetto rappresenta una nuova tappa nella tua carriera musicale. Puoi raccontarci come è nato e quale messaggio vuoi trasmettere attraverso la fusione di strumenti e voce?
«L'ultimo progetto rappresenta di certo una nuova tappa nella mia carriera musicale. È nato semplicemente perché, facendo parte del mio storico trio vocale Le Scat Noir, c'era bisogno di tutti gli strumenti possibili per accompagnarci. Il trio era composto solo di voci, ma una delle ragazze era pianista e io violinista. Ovviamente, pianoforte e voce sono più consueti da vedere, mentre violino e voce lo sono meno. Tuttavia, abbiamo deciso di usare il violino perché ci serviva, e da lì è nata l'idea di accompagnarmi mentre canto. Questo progetto è interamente dedicato alla fusione di strumento e voce. Voglio trasmettere ai musicisti che, in un'epoca dominata dalla musica elettronica, è possibile creare qualcosa di piacevole e udibile utilizzando solo strumenti acustici, come il violino e la voce, senza l'ausilio di macchine».
Durante l'evento a Ruvo di Puglia, presenterai il tuo nuovo album "Picche Cause". Cosa puoi dirci su questa canzone e sull'esperienza di registrare il videoclip tra Murgia e mare con Salvatore Magrone?
«Questa canzone, che dà il nome all'album, è nata in un periodo particolare della mia vita. Stavo cercando di fare spazio e tempo per dedicarmi alla creatività, alla registrazione del disco, alla creazione dei brani e agli arrangiamenti. "Picche Cause", che significa poche cose, rappresentava perfettamente quel momento della mia vita. Era una guida per avere poche cose, ma buone, sia nella musica che nella vita. Registrare il videoclip tra Murgia e mare con Salvatore Magrone è stata un'esperienza eccezionale, nonostante i trenta gradi. Collaborare con Salvatore è stato un piacere, grazie al suo occhio artistico che ha reso il video perfetto per me».
Suonare a casa tua, in Puglia, deve essere un'emozione particolare. Come ti senti riguardo a questi concerti e quali aspettative hai per la risposta del pubblico locale?
«Suonare in Puglia è un'emozione indescrivibile. Anche se il progetto ha meno di un anno, questa è la prima volta che lo porto in Puglia. Ho suonato a Ferrara e in altri luoghi, e quest'estate andrò anche all'estero, ma Ruvo di Puglia rimane il punto di partenza. È da qui che tutto è nato. Sono emozionata perché violino e voce sono una combinazione rara, praticata da pochissime persone, tra cui un'altra musicista di Ruvo, Luciana Lorusso. Per le aspettative del pubblico, preferisco non averne. Vedremo cosa succederà dopo il concerto. Sono sicura di ciò che porto, e che piaccia o no, questa sarà la mia direzione per il futuro».
Il concerto dell'11 giugno presso la Sala Concerti dell'Associazione Corale Polifonica "Michele Cantatore" fa parte del Ruvo Coro Festival. Quale significato ha per te partecipare a un evento corale di questa portata?
«Partecipare al Ruvo Coro Festival è molto significativo per me. Anni fa, ho partecipato come cantante solista per il coro dell'associazione polifonica Michele Cantatore, accompagnata da trecento coristi e un'orchestra. Ora ci torno con un progetto più intimo. È un'esperienza totalmente diversa, ma la coralità rimane, anche se in una forma più personale e minimale».
Hai collaborato con diversi artisti e realtà musicali nel corso degli anni. Come queste esperienze hanno influenzato il tuo attuale progetto solista?
«Le collaborazioni con vari artisti e realtà musicali hanno influenzato enormemente il mio progetto solista. Ho sempre cercato di far conoscere questo progetto a chiunque incontrassi nel mio percorso di ricerca, cercando conferme e supporto. Queste conferme mi hanno dato la sicurezza di portare avanti il progetto e di registrare il disco. Ho fatto scelte importanti, come lasciare il lavoro a scuola e aprire la partita IVA, cambiando radicalmente la mia vita per dedicarmi completamente alla musica. Questo mi ha permesso di creare il tempo necessario per la creatività, fondamentale per il mio lavoro».
La tua musica spesso combina elementi classici e moderni. Come riesci a mantenere questo equilibrio e quali sfide incontri nel farlo?
«Mantenere l'equilibrio tra elementi classici e moderni è una sfida continua. Anni fa, al conservatorio di Ferrara, ho partecipato a una masterclass con un musicista di lira che mi disse che stavo portando indietro nel tempo il violino, uno strumento moderno rispetto alla lira. La sfida maggiore è stata affrontare la chiusura accademica di certi ambiti musicali. Tuttavia, è stato gratificante fondere il violino classico con l'improvvisazione jazz. Durante il concerto, il pubblico potrà ascoltare brani con influenze classiche e parti improvvisate derivanti dal jazz».
Cosa possono aspettarsi i tuoi fan dalla tua performance live in termini di repertorio e atmosfera? Ci saranno sorprese particolari durante i concerti?
«Più che fan, spero ci saranno amici e familiari a Ruvo. Il repertorio sarà vario, includendo brani in dialetto pugliese, pezzi scritti da me e cover di generi ed epoche diverse. Sarà un'ora di musica che spazierà dalla musica antica a quella contemporanea, senza un filone cronologico».
Puoi condividere qualche dettaglio sulle altre date estive e sui progetti futuri?
«Dopo il concerto dell'11 giugno, il 14 giugno sarò a Livorno per completare ulteriori registrazioni. Sono entusiasta di portare il progetto all'estero: suonerò in Croazia il 5 luglio con il mio progetto per un pubblico che capirà poco il dialetto pugliese, ma spero apprezzerà la musica. Collaborerò anche con la compagnia di danza Michele Merola Contemporary Dance Company, dove accompagnerò le loro performance con il mio progetto».