Vita di città
Museo Jatta, interviene Chieco: «Il Talos resta a Ruvo, nessun rischio per la collezione»
Il sindaco spiega la decisione in merito alla mostra temporanea a Bari rassicurando i cittadini
Ruvo - mercoledì 25 novembre 2020
10.51
In questi ultimi giorni è acceso il dibattito cittadino sulla questione della collocazione dei preziosi reperti del Museo Nazionale Jatta durante i lavori di ristrutturazione, e il trasferimento di alcuni in una mostra temporanea ospitata al Castello Svevo di Bari che ha sollevato il timore di un non ritorno dei reperti e di una ingente perdita di prestigio turistico per la città di Ruvo di Puglia.
In merito è intervenuto questa mattina il sindaco Pasquale Chieco per spiegare la situazione e le decisioni prese in merito alla collezione. «Negli anni passati, i reperti del Museo Nazionale Jatta hanno letteralmente girato il mondo: al Getty Museum a Malibu in California, a Lione in Francia, a Roma, a Forlì, a Vicenza. E poi sono tornati indietro. E con essi hanno girato il mondo il nome di Ruvo e la sua storia.
E nessuno, naturalmente, ha mai gridato allo scandalo per questo, anzi: questi viaggi per il mondo sono sempre stati, giustissimamente, motivo di orgoglio per tutta la comunità. Il prestiti museali sono una pratica collaudata e diffusissima in tutti i più importanti e prestigiosi musei del mondo, che da sempre utilizzano questo strumento per dialogare tra istituzioni culturali, per promuovere le proprie collezioni, per accrescere la propria notorietà.
Lo farà, in modo molto del tutto legittimo, anche il Museo Jatta mettendo in mostra, nel periodo in cui sarà chiuso al pubblico per ristrutturazione (l'ipotesi di una chiusura per tre anni è semplicemente fasulla), 25 (venticinque) reperti degli oltre 2000 che compongono la collezione esposta, al Castello Svevo di Bari da quando l'effetto dell'ultimo DPCM cesserà e i musei saranno di nuovo aperti. Conosceremo presto le date esatte.
Niente panico. - rassicura Chieco - Non c'è alcun rischio per la collezione, non c'è alcuna possibilità di impoverimento del museo. La direttrice Claudia Lucchese, a cui vanno la nostra stima e la nostra gratitudine, lo ha ripetuto moltissime volte molto e chiaramente; l'ultima volta ieri quando ha raccontato all'assessora Monica Filograno - che porta avanti con dedizione questo complesso processo in cui il Comune di Ruvo di Puglia non ha titolarità ma viene tenuto in conto dalla Direzione Regionale del Ministero - che il contratto con la ditta di trasporti che porterà a Bari i reperti del museo ora chiuso, prevede l'andata e il ritorno.
Chi mette in giro notizie diverse da questa lo fa, nel migliore dei casi, per ingenuità e per poca conoscenza dei fatti, e nel peggiore dei casi per buttarla in caciara, per creare allarmismo, spargere confusione e tentare qualche desolante strumentalizzazione politica. Le opere dello Jatta in mostra lontano da Ruvo saranno una occasione straordinaria per la nostra città. Questo è un fatto incontestabile».
Il vaso di Talos sarà esposto a Ruvo. La direzione museale ha già elaborato il progetto di una mostra del vaso di Talos, completo dei restauri archeologici ottocenteschi, con un video immersivo su tutto il Museo che la Direzione ha già fatto realizzare e di una teca virtuale che permetterà di osservare e "toccare" digitalmente alcuni dei vasi più importanti del Museo.
«Noi per conto nostro - aggiunge il sindaco - abbiamo lavorato per mesi per trovare in Palazzo Caputi la collocazione giusta, prestigiosa e rispettosa delle tante e complesse regole e dei rigorosi parametri di sicurezza che il Ministero impone in caso di prestito (poiché sarà un prestito anche il passaggio del vaso dallo Jatta al Museo del libro, in quanto non siamo noi i proprietari del reperto). Pandemia permettendo, la mostra potrà aprire i battenti a partire da marzo 2021, la presenteremo ufficialmente non appena riceveremo la conferma della garanzia di stato richiesta e ora alla firma del Ministero delle Finanze. E farà da completamento alla mostra del Castello Svevo, offrendoci in primavera la possibilità di intercettare i flussi turistici regionali che approdano a Bari. Non c'è rischio di perdere lo Jatta a Ruvo» - ribadisce il primo cittadino.
«Ci sarà piuttosto, - spiega - la possibilità, finalmente, di vedere a Ruvo reperti straordinari, mai visti in nessun luogo prima e che usciranno dai depositi di Palazzo Simi a Bari e della Soprintendenza a Taranto per tornare definitivamente a casa, nella nostra città per essere esposti nel nostro futuro museo civico appena saranno terminati i lavori già appaltati dal nostro ente nell'ex Convento dei Domenicani. Un fatto bellissimo possibile grazie a una convenzione sottoscritta tra Soprintendenza Archeologica Metropolitana e Comune il 30 agosto 2019 e che porterà al rilancio, insieme al restaurato Museo Jatta, di un nuovo, prestigioso polo museale che ricostruirà l'intera storia archeologica della città e offrirà possibilità di studio e ricerca fino ad ora mai viste. Questi sono i fatti».
In merito alle polemiche, quindi, il sindaco aggiunge: «Io, l'assessora Filograno e tutti i gruppi della maggioranza lo abbiamo detto con chiarezza in Consiglio Comunale spiegando che non era possibile votare un ordine del giorno pieno zeppo di pettegolezzi, bugie e dati del tutto privi di fondamento. E dispiace che invece non si sia colta la nostra disponibilità a scrivere insieme una pagina condivisa di politica culturale alta a beneficio della comunità. Non sono questi i temi su cui fare scaramucce politiche; queste cose riguardano l'identità, il presente e il futuro della città, sono bene comune. Noi ruvesi abbiamo buona ragione a essere orgogliosi della nostra storia e della nostra bellezza, abbiamo la responsabilità di proteggere questo patrimonio non solo per noi stessi e per i nostri figli, ma per il mondo intero».
In merito è intervenuto questa mattina il sindaco Pasquale Chieco per spiegare la situazione e le decisioni prese in merito alla collezione. «Negli anni passati, i reperti del Museo Nazionale Jatta hanno letteralmente girato il mondo: al Getty Museum a Malibu in California, a Lione in Francia, a Roma, a Forlì, a Vicenza. E poi sono tornati indietro. E con essi hanno girato il mondo il nome di Ruvo e la sua storia.
E nessuno, naturalmente, ha mai gridato allo scandalo per questo, anzi: questi viaggi per il mondo sono sempre stati, giustissimamente, motivo di orgoglio per tutta la comunità. Il prestiti museali sono una pratica collaudata e diffusissima in tutti i più importanti e prestigiosi musei del mondo, che da sempre utilizzano questo strumento per dialogare tra istituzioni culturali, per promuovere le proprie collezioni, per accrescere la propria notorietà.
Lo farà, in modo molto del tutto legittimo, anche il Museo Jatta mettendo in mostra, nel periodo in cui sarà chiuso al pubblico per ristrutturazione (l'ipotesi di una chiusura per tre anni è semplicemente fasulla), 25 (venticinque) reperti degli oltre 2000 che compongono la collezione esposta, al Castello Svevo di Bari da quando l'effetto dell'ultimo DPCM cesserà e i musei saranno di nuovo aperti. Conosceremo presto le date esatte.
Niente panico. - rassicura Chieco - Non c'è alcun rischio per la collezione, non c'è alcuna possibilità di impoverimento del museo. La direttrice Claudia Lucchese, a cui vanno la nostra stima e la nostra gratitudine, lo ha ripetuto moltissime volte molto e chiaramente; l'ultima volta ieri quando ha raccontato all'assessora Monica Filograno - che porta avanti con dedizione questo complesso processo in cui il Comune di Ruvo di Puglia non ha titolarità ma viene tenuto in conto dalla Direzione Regionale del Ministero - che il contratto con la ditta di trasporti che porterà a Bari i reperti del museo ora chiuso, prevede l'andata e il ritorno.
Chi mette in giro notizie diverse da questa lo fa, nel migliore dei casi, per ingenuità e per poca conoscenza dei fatti, e nel peggiore dei casi per buttarla in caciara, per creare allarmismo, spargere confusione e tentare qualche desolante strumentalizzazione politica. Le opere dello Jatta in mostra lontano da Ruvo saranno una occasione straordinaria per la nostra città. Questo è un fatto incontestabile».
Il vaso di Talos sarà esposto a Ruvo. La direzione museale ha già elaborato il progetto di una mostra del vaso di Talos, completo dei restauri archeologici ottocenteschi, con un video immersivo su tutto il Museo che la Direzione ha già fatto realizzare e di una teca virtuale che permetterà di osservare e "toccare" digitalmente alcuni dei vasi più importanti del Museo.
«Noi per conto nostro - aggiunge il sindaco - abbiamo lavorato per mesi per trovare in Palazzo Caputi la collocazione giusta, prestigiosa e rispettosa delle tante e complesse regole e dei rigorosi parametri di sicurezza che il Ministero impone in caso di prestito (poiché sarà un prestito anche il passaggio del vaso dallo Jatta al Museo del libro, in quanto non siamo noi i proprietari del reperto). Pandemia permettendo, la mostra potrà aprire i battenti a partire da marzo 2021, la presenteremo ufficialmente non appena riceveremo la conferma della garanzia di stato richiesta e ora alla firma del Ministero delle Finanze. E farà da completamento alla mostra del Castello Svevo, offrendoci in primavera la possibilità di intercettare i flussi turistici regionali che approdano a Bari. Non c'è rischio di perdere lo Jatta a Ruvo» - ribadisce il primo cittadino.
«Ci sarà piuttosto, - spiega - la possibilità, finalmente, di vedere a Ruvo reperti straordinari, mai visti in nessun luogo prima e che usciranno dai depositi di Palazzo Simi a Bari e della Soprintendenza a Taranto per tornare definitivamente a casa, nella nostra città per essere esposti nel nostro futuro museo civico appena saranno terminati i lavori già appaltati dal nostro ente nell'ex Convento dei Domenicani. Un fatto bellissimo possibile grazie a una convenzione sottoscritta tra Soprintendenza Archeologica Metropolitana e Comune il 30 agosto 2019 e che porterà al rilancio, insieme al restaurato Museo Jatta, di un nuovo, prestigioso polo museale che ricostruirà l'intera storia archeologica della città e offrirà possibilità di studio e ricerca fino ad ora mai viste. Questi sono i fatti».
In merito alle polemiche, quindi, il sindaco aggiunge: «Io, l'assessora Filograno e tutti i gruppi della maggioranza lo abbiamo detto con chiarezza in Consiglio Comunale spiegando che non era possibile votare un ordine del giorno pieno zeppo di pettegolezzi, bugie e dati del tutto privi di fondamento. E dispiace che invece non si sia colta la nostra disponibilità a scrivere insieme una pagina condivisa di politica culturale alta a beneficio della comunità. Non sono questi i temi su cui fare scaramucce politiche; queste cose riguardano l'identità, il presente e il futuro della città, sono bene comune. Noi ruvesi abbiamo buona ragione a essere orgogliosi della nostra storia e della nostra bellezza, abbiamo la responsabilità di proteggere questo patrimonio non solo per noi stessi e per i nostri figli, ma per il mondo intero».