Politica
Monica Filograno: Ruvo ha da dare molto. E' una risorsa importante per il territorio
Intervista all'assessora alla cultura e allo sport
Ruvo - giovedì 13 ottobre 2016
8.34
Sono passati poco più di tre mesi dalla nomina degli assessori. Intervistiamo l'assessora Filograno, donna energica, estremamente attiva, poliedrica e onnipresente, che è riuscita in breve tempo, a conquistare il consenso dell'intera città. Cerchiamo oggi di capire come va questa nuova esperienza e dove pensa stia andando Ruvo.
Una cittadina barese piena di esperienze, come si fa trova a Ruvo di Puglia? Dalla città al paese di provincia. Come cambia la prospettiva?
«Non cambia, si modella. Io mi sono sempre occupata di produzioni culturali, di organizzazione e progettazione. Sebbene il lavoro dell'insegnamento mi piaccia molto e io lo faccia con molta passione e impegno, questa è la mia vera natura. Ho formato la mia identità, sin da bambina, intorno ad una grande curiosità per tutto quello che mi circonda e mi sono occupata sin da subito di organizzazione e promozione teatrale all'inizio, musicale poi: l'ho fatto per anni. Sono abituata a fare più cose contemporaneamente, cose che mi hanno arricchito e formata ne ho fatte tante. Accettare questo incarico è stata l'occasione per rimettere nuovamente al centro della mia vita quello che mi appassiona. Ho accettato con entusiasmo questo impegno che è una sfida. Mi piace questo mondo, e il fatto che mi piaccia, mi fa vedere quello che c'è e quello che ci potrebbe essere ancora. Certo la mia vita è cambiata molto, soprattutto quella privata. L'assessorato è sicuramente diventato la mia priorità: mi sveglio all'alba con il pensiero delle cose da fare e vado a letto chiedendomi se sono stata capace di fare tutto. E' una esperienza positiva ma molto impegnativa, non è sempre facile ma sono fiduciosa.
Quali sono i difetti e i limiti di Ruvo?
«Qui c'è un patrimonio ricco di molti beni culturali, ma soprattutto tanta gente attiva e propositiva ma non c'è una adeguata emersione all'esterno di questo. Non c'è forza nella comunicazione fuori di quello che Ruvo è perché qui c'è davvero molto talento, un grande patrimonio naturale e artistico ma non c'è una stabilità delle forze che sono in atto.»
Conoscevi il Talos festival?
«Sì certo, di fama e per esperienza: ricordo le primissime edizioni, alla metà e verso la fine anni '90, venivo con i miei amici di Università. Ne ricordo vivida la suggestione.»
Oltre la cultura hai anche l'assessorato allo sport...
E' un bel mondo anche quello. Mi sto relazionando con tutti. E' tutto completamente nuovo ma quello che conta è sempre il metodo e l'approccio. Dico sempre di me che se non avessi fatto gli studi classici non sarei la persona che sono. Avendo "sofferto", da ragazzina, sul greco e sul latino, abituandomi all'esercizio quotidiano della complessità, ho imparato che quando prendo in mano qualcosa non la mollo fino a che non l'ho portata a termine. In un settore dove non sono così esperta mi approccio con lo stesso metodo che applico in quello culturale e dell'istruzione: ascoltare i bisogni, rielaborarli in una visione complessiva, guardare ai problemi da un altro punto di vista per trasformarli in opportunità. Certo non potrei occuparmi mai di urbanistica o bilancio, ma stiamo parlando con lo sport di un settore dove ci sono gruppi di persone che fanno delle cose e con competenza. Le associazioni sportive sanno dove vogliono andare, hanno delle esigenze e tante persone che le seguono, hanno degli obiettivi precisi. Le strutture sportive sono da sistemare, vanno decise cose importanti anche rispetto al budget a disposizione, ma mi relaziono molto su questo con il Sindaco e con l'ufficio tecnico. Credo che alla base ci sia molto rispetto con chi fa cultura, scuole e sport e questo ci permetterà di lavorare bene.
Evoluzioni è una partenza, è il seme. C'è un programma quinquennale?
«Stiamo lavorando sulla riorganizzazione del Talos che non è funzionale sono a quel progetto, può diventare un metodo anche quello. In una organizzazione che preservi il Talos non è detto che non si possa dare ampio spazio ad altri progetti che gli gravitano intorno. L'idea non è preconfezionata ma sta nascendo qui, ora, con le persone che ci lavorano. Adesso stiamo programmando per Natale, con il centro storico che sarà protagonista di un lavoro di cura e rilancio. In questi mesi lavorerò anche sull'anno prossimo, mettendo su un progetto culturale al quale dare una solidità anche dal punto di vista economico spero. Bisogna lanciare la città nel circuito turistico e culturale che può attrarre. C'è bisogno di uno spazio dignitoso per chi fa musica, che possa essere gestito con una logica nuova, non esclusiva ma di comunità visto che qui ci sono tantissime realtà musicali. Ci piacerebbe restituire alla città un cinema, puntando anche sugli spazi che già ci sono. Penso all'attuale Teatro Comunale che con i giusti finanziamenti potrebbe diventare davvero un Centro Polivalente ed inclusivo. E la logica è sempre la stessa: quella di coinvolgere il territorio e promuovere la rete. Tenere cultura e welfare connesse.»
Com'è il tuo rapporto con la politica del luogo?
«Mi sto relazionando con i consiglieri che avranno delega sulla cultura e non solo con loro: il consiglio comunale ha un ruolo fondamentale nella politica cittadina. Lo sforzo deve essere di tutti e coordinato.»
Hai avuto critiche sul tuo lavoro?
Non ufficiali e dirette. Solo qualche commento intercettato sui social, al quale non ho dato peso. Sono osservazioni lontane da quello che stiamo facendo: non ho mai visto nessuno di chi ha commentato presente agli incontri che abbiamo tenuto, ai concerti o alle presentazioni. In sede istituzionale io sono disponibile a dare risposte a tutti i dubbi ovviamente.
C'è la voce che sia proprio impossibile avere un incontro con il sindaco e con gli assessori. Che ne pensi?
«E' proprio una voce infondata, che può essere smentita dalle centinaia di persone che ho ricevuto. Ovviamente questa gente mi ha contattata attraverso i canali corretti. Non è obbligo di un assessore dare il numero di telefono privato, cui non si riesce poi quasi mai a rispondere. Rispondo sempre alle richieste dirette sulla mia posta elettronica e in tempi molto brevi e anche su messenger, sono presente quotidianamente a Ruvo ma per una questione di organizzazione di quello che faccio preferisco ricevere per appuntamento. Questa è una voce che probabilmente si basa sull'idea che un assessore debba stare in un ufficio seduto solo ad aspettare il pubblico. Ho giornate ad incastro e poi c'è un lavoro interno di fare con gli uffici che è importante e delicato.»
Quindi fin'ora esperienza positiva?
«Assolutamente sì. Mi sento molto in contatto con la città. La stessa cosa posso dire del Sindaco. Andiamo a casa la sera tardi, spesso ci confrontiamo ancora per telefono o quando viaggiavamo in treno, e questo lavoro così intenso è normale adesso. A Bari trascorro solo la notte e poi le ore di scuola ad Adelfia. La mia vita ora è questa, ma le cose andranno meglio spero di recuperare un po' di tempo per la mia vita privata che attualmente è ridotta al minimo, ma mi piace molto quello che sto facendo, sono soddisfatta di farlo qui e con le persone che abbiamo incontrato. So che io e i miei colleghi possiamo fare cose importanti.»
Una cittadina barese piena di esperienze, come si fa trova a Ruvo di Puglia? Dalla città al paese di provincia. Come cambia la prospettiva?
«Non cambia, si modella. Io mi sono sempre occupata di produzioni culturali, di organizzazione e progettazione. Sebbene il lavoro dell'insegnamento mi piaccia molto e io lo faccia con molta passione e impegno, questa è la mia vera natura. Ho formato la mia identità, sin da bambina, intorno ad una grande curiosità per tutto quello che mi circonda e mi sono occupata sin da subito di organizzazione e promozione teatrale all'inizio, musicale poi: l'ho fatto per anni. Sono abituata a fare più cose contemporaneamente, cose che mi hanno arricchito e formata ne ho fatte tante. Accettare questo incarico è stata l'occasione per rimettere nuovamente al centro della mia vita quello che mi appassiona. Ho accettato con entusiasmo questo impegno che è una sfida. Mi piace questo mondo, e il fatto che mi piaccia, mi fa vedere quello che c'è e quello che ci potrebbe essere ancora. Certo la mia vita è cambiata molto, soprattutto quella privata. L'assessorato è sicuramente diventato la mia priorità: mi sveglio all'alba con il pensiero delle cose da fare e vado a letto chiedendomi se sono stata capace di fare tutto. E' una esperienza positiva ma molto impegnativa, non è sempre facile ma sono fiduciosa.
Quali sono i difetti e i limiti di Ruvo?
«Qui c'è un patrimonio ricco di molti beni culturali, ma soprattutto tanta gente attiva e propositiva ma non c'è una adeguata emersione all'esterno di questo. Non c'è forza nella comunicazione fuori di quello che Ruvo è perché qui c'è davvero molto talento, un grande patrimonio naturale e artistico ma non c'è una stabilità delle forze che sono in atto.»
Conoscevi il Talos festival?
«Sì certo, di fama e per esperienza: ricordo le primissime edizioni, alla metà e verso la fine anni '90, venivo con i miei amici di Università. Ne ricordo vivida la suggestione.»
Oltre la cultura hai anche l'assessorato allo sport...
E' un bel mondo anche quello. Mi sto relazionando con tutti. E' tutto completamente nuovo ma quello che conta è sempre il metodo e l'approccio. Dico sempre di me che se non avessi fatto gli studi classici non sarei la persona che sono. Avendo "sofferto", da ragazzina, sul greco e sul latino, abituandomi all'esercizio quotidiano della complessità, ho imparato che quando prendo in mano qualcosa non la mollo fino a che non l'ho portata a termine. In un settore dove non sono così esperta mi approccio con lo stesso metodo che applico in quello culturale e dell'istruzione: ascoltare i bisogni, rielaborarli in una visione complessiva, guardare ai problemi da un altro punto di vista per trasformarli in opportunità. Certo non potrei occuparmi mai di urbanistica o bilancio, ma stiamo parlando con lo sport di un settore dove ci sono gruppi di persone che fanno delle cose e con competenza. Le associazioni sportive sanno dove vogliono andare, hanno delle esigenze e tante persone che le seguono, hanno degli obiettivi precisi. Le strutture sportive sono da sistemare, vanno decise cose importanti anche rispetto al budget a disposizione, ma mi relaziono molto su questo con il Sindaco e con l'ufficio tecnico. Credo che alla base ci sia molto rispetto con chi fa cultura, scuole e sport e questo ci permetterà di lavorare bene.
Evoluzioni è una partenza, è il seme. C'è un programma quinquennale?
«Stiamo lavorando sulla riorganizzazione del Talos che non è funzionale sono a quel progetto, può diventare un metodo anche quello. In una organizzazione che preservi il Talos non è detto che non si possa dare ampio spazio ad altri progetti che gli gravitano intorno. L'idea non è preconfezionata ma sta nascendo qui, ora, con le persone che ci lavorano. Adesso stiamo programmando per Natale, con il centro storico che sarà protagonista di un lavoro di cura e rilancio. In questi mesi lavorerò anche sull'anno prossimo, mettendo su un progetto culturale al quale dare una solidità anche dal punto di vista economico spero. Bisogna lanciare la città nel circuito turistico e culturale che può attrarre. C'è bisogno di uno spazio dignitoso per chi fa musica, che possa essere gestito con una logica nuova, non esclusiva ma di comunità visto che qui ci sono tantissime realtà musicali. Ci piacerebbe restituire alla città un cinema, puntando anche sugli spazi che già ci sono. Penso all'attuale Teatro Comunale che con i giusti finanziamenti potrebbe diventare davvero un Centro Polivalente ed inclusivo. E la logica è sempre la stessa: quella di coinvolgere il territorio e promuovere la rete. Tenere cultura e welfare connesse.»
Com'è il tuo rapporto con la politica del luogo?
«Mi sto relazionando con i consiglieri che avranno delega sulla cultura e non solo con loro: il consiglio comunale ha un ruolo fondamentale nella politica cittadina. Lo sforzo deve essere di tutti e coordinato.»
Hai avuto critiche sul tuo lavoro?
Non ufficiali e dirette. Solo qualche commento intercettato sui social, al quale non ho dato peso. Sono osservazioni lontane da quello che stiamo facendo: non ho mai visto nessuno di chi ha commentato presente agli incontri che abbiamo tenuto, ai concerti o alle presentazioni. In sede istituzionale io sono disponibile a dare risposte a tutti i dubbi ovviamente.
C'è la voce che sia proprio impossibile avere un incontro con il sindaco e con gli assessori. Che ne pensi?
«E' proprio una voce infondata, che può essere smentita dalle centinaia di persone che ho ricevuto. Ovviamente questa gente mi ha contattata attraverso i canali corretti. Non è obbligo di un assessore dare il numero di telefono privato, cui non si riesce poi quasi mai a rispondere. Rispondo sempre alle richieste dirette sulla mia posta elettronica e in tempi molto brevi e anche su messenger, sono presente quotidianamente a Ruvo ma per una questione di organizzazione di quello che faccio preferisco ricevere per appuntamento. Questa è una voce che probabilmente si basa sull'idea che un assessore debba stare in un ufficio seduto solo ad aspettare il pubblico. Ho giornate ad incastro e poi c'è un lavoro interno di fare con gli uffici che è importante e delicato.»
Quindi fin'ora esperienza positiva?
«Assolutamente sì. Mi sento molto in contatto con la città. La stessa cosa posso dire del Sindaco. Andiamo a casa la sera tardi, spesso ci confrontiamo ancora per telefono o quando viaggiavamo in treno, e questo lavoro così intenso è normale adesso. A Bari trascorro solo la notte e poi le ore di scuola ad Adelfia. La mia vita ora è questa, ma le cose andranno meglio spero di recuperare un po' di tempo per la mia vita privata che attualmente è ridotta al minimo, ma mi piace molto quello che sto facendo, sono soddisfatta di farlo qui e con le persone che abbiamo incontrato. So che io e i miei colleghi possiamo fare cose importanti.»