Politica
Mario Albrizio: Sono l'uomo degli uomini liberi
Settimo candidato sindaco alle comunali 2016
Ruvo - giovedì 14 aprile 2016
07.00
Squarcia finalmente il velo della riservatezza. Barricato per anni dietro il blog RuvoLibera decide di scendere in campo. Mario Albrizio si candida a sindaco della città. Il 5 giugno tra i vari nomi e simboli ci sarà anche il suo nome.
Senza partiti, senza politici che lo appoggiano, senza agganci al governo. Dopo aver provato ad accordarsi con alcuni della compagine di Mariatiziana Rutigliani, dopo aver avuto il no alla candidatura con questi, dopo aver chiuso con loro la querelle su chi ha cacciato chi da Ruvo in Movimento, Albrizio dice sì. Abbandona il suo arrocco e si mette in gioco.
Si dichiara uomo libero, si dichiara filosofo e ripete più volte la formula "quando vinceremo". Attivissimo blogger, cinquatottenne e padre di tre figli, Albrizio ha ricoperto il ruolo di oppositore del governo cittadino per ben cinque anni. Ma sempre dietro una tastiera. Per tutti gli anni del governo Ottombrini ha additato, incolpato, criticato, provato a trovare proposte alternative, ha messo in campo la sua intelligenza e sicuramente il suo ego. E' risultato più di una volta a molti saccente e presuntuoso. Si è beccato numerose querele e denunce. Un uomo con la verità in tasca e la penna velenosa. Da cinque anni si propone, senza mai dichiarare chiaramente le sue intenzioni, a guida di Ruvo. E adesso eccolo qua.
"Far fuori le cosche clientelari e ridare la parola ai Cittadini, la libertà alle imprese, la serenità alle famiglie. Tutte - non solo quelle legate a patti inconfessabili e sottomissioni indegne di cittadini liberi. In una parola far rinascere la Città. Perché questa Città non si aggiusta né aggiusticchia. Si salva e si fa rinascere o è condannata a morire. E ci è già vicinissima."
Questo l'obiettivo. Ma soprattutto promette di liberare la città da tutti quei personaggi politici che hanno avvelenato Ruvo di Puglia in questo lunghissimo trentennio.
"Io posso solo essere l'alfiere, il portabandiera di una rivoluzione civile, democratica, in cui i Cittadini decidono di reimpossessarsi della loro democrazia e del loro futuro, del loro benessere, togliendo la delega alle cosche clientelari e di partito che si sono dimostrate indegne e ci hanno portati al disastro." Si legge nel suo blog.
E ancora, ergendosi a paladino della città paragona se stesso e le persone che sono con lui ai trecento di Sparta. Un nuovo Leonida con la mente da ateniese.
"I cittadini liberi sono tanti e in molti mi hanno chiesto di scendere in campo. Io ho umilmente accettato. E so che possiamo vincere."
E promette: da ora in poi non ci sarà più l'Albrizio detrattore, l'uomo osservatore che centellinava i problemi della città e denunciava ad una ad una le problematiche di un paese legato alle beghe di pochi. Passerò ad una fase propositiva.
"Sul mio Blog più di una volta ho suggerito come risolvere il problema degli espropri. Ed è su quello che si gioca tutto. Ci sono quattrocento famiglie che sono legate irrimediabilmente alle decisioni di governo cittadino. Così come ho in mente di proporre un disegno chiaro per la raccolta differenziata che non deve essere subordinata al volere della gente, che non sapendo come agire rende le campagne delle discariche.
Ma il mio primo atto è quello di proporre un patto a tutti gli altri candidati sindaci. Un patto di pochi punti sostanziali. Così che, se non dovessi vincere avremo comunque salva la città."
Senza partiti, senza politici che lo appoggiano, senza agganci al governo. Dopo aver provato ad accordarsi con alcuni della compagine di Mariatiziana Rutigliani, dopo aver avuto il no alla candidatura con questi, dopo aver chiuso con loro la querelle su chi ha cacciato chi da Ruvo in Movimento, Albrizio dice sì. Abbandona il suo arrocco e si mette in gioco.
Si dichiara uomo libero, si dichiara filosofo e ripete più volte la formula "quando vinceremo". Attivissimo blogger, cinquatottenne e padre di tre figli, Albrizio ha ricoperto il ruolo di oppositore del governo cittadino per ben cinque anni. Ma sempre dietro una tastiera. Per tutti gli anni del governo Ottombrini ha additato, incolpato, criticato, provato a trovare proposte alternative, ha messo in campo la sua intelligenza e sicuramente il suo ego. E' risultato più di una volta a molti saccente e presuntuoso. Si è beccato numerose querele e denunce. Un uomo con la verità in tasca e la penna velenosa. Da cinque anni si propone, senza mai dichiarare chiaramente le sue intenzioni, a guida di Ruvo. E adesso eccolo qua.
"Far fuori le cosche clientelari e ridare la parola ai Cittadini, la libertà alle imprese, la serenità alle famiglie. Tutte - non solo quelle legate a patti inconfessabili e sottomissioni indegne di cittadini liberi. In una parola far rinascere la Città. Perché questa Città non si aggiusta né aggiusticchia. Si salva e si fa rinascere o è condannata a morire. E ci è già vicinissima."
Questo l'obiettivo. Ma soprattutto promette di liberare la città da tutti quei personaggi politici che hanno avvelenato Ruvo di Puglia in questo lunghissimo trentennio.
"Io posso solo essere l'alfiere, il portabandiera di una rivoluzione civile, democratica, in cui i Cittadini decidono di reimpossessarsi della loro democrazia e del loro futuro, del loro benessere, togliendo la delega alle cosche clientelari e di partito che si sono dimostrate indegne e ci hanno portati al disastro." Si legge nel suo blog.
E ancora, ergendosi a paladino della città paragona se stesso e le persone che sono con lui ai trecento di Sparta. Un nuovo Leonida con la mente da ateniese.
"I cittadini liberi sono tanti e in molti mi hanno chiesto di scendere in campo. Io ho umilmente accettato. E so che possiamo vincere."
E promette: da ora in poi non ci sarà più l'Albrizio detrattore, l'uomo osservatore che centellinava i problemi della città e denunciava ad una ad una le problematiche di un paese legato alle beghe di pochi. Passerò ad una fase propositiva.
"Sul mio Blog più di una volta ho suggerito come risolvere il problema degli espropri. Ed è su quello che si gioca tutto. Ci sono quattrocento famiglie che sono legate irrimediabilmente alle decisioni di governo cittadino. Così come ho in mente di proporre un disegno chiaro per la raccolta differenziata che non deve essere subordinata al volere della gente, che non sapendo come agire rende le campagne delle discariche.
Ma il mio primo atto è quello di proporre un patto a tutti gli altri candidati sindaci. Un patto di pochi punti sostanziali. Così che, se non dovessi vincere avremo comunque salva la città."