Cronaca
Legionella al Policlinico, interdetti tre dirigenti della struttura
Quattro persone, tra cui un ruvese, morirono tra il 2018 e il 2020 per aver contratto il batterio
Ruvo - mercoledì 9 dicembre 2020
16.41
Tre dirigenti del Policlinico di Bari sono stati interdetti per tre mesi dal Gip del Tribunale di Bari Giuseppe De Benedictis. Si tratta del direttore generale Giovanni Migliore, del direttore sanitario Matilde Carlucci e del direttore di Area Tecnica Claudio Forte.
La decisione accoglie la richiesta della Procura in merito all'inchiesta alla morte di 4 persone, tra cui il ruvese Vincenzo Ficco, avvenute tra il 2018 e il 2020. La Procura ipotizza le accuse di omissione di atti di ufficio e morte come conseguenza di altro delitto.
Nelle scorse settimane era stato disposto il sequestro preventivo con facoltà d'uso di due padiglioni del Policlinico, Chini e Asclepios, perché infetti da legionella.
Nessuna interdizione, invece, per il direttore amministrativo del Policlinico Tiziana Di Matteo. Riserva di provvedimento nei confronti di Giuseppe Calabrese, anch'egli indagato nell'ambito dell'inchiesta in quanto responsabile della Sanità pubblica dipartimentale.
Stando alle indagini dei carabinieri del Nas, coordinate dal procuratore aggiunto Alessio Coccioli e dalla sostituta Grazia Errede, i dirigenti, nonostante i decessi per legionella, non avrebbero fatto la necessaria bonifica negli impianti idrici dei reparti dove era stata accertata la presenta del batterio. Motivando la decisione di disporre l'interdizione per i tre dirigenti Migliore, Carlucci e Forte, il gip spiega nel provvedimento che «dopo due anni di inerzia perdurante non vi è motivo alcuno di ritenere che alcuno dei tre indagati possa spontaneamente dismettere tale tipo di comportamenti omissivi ed attivarsi proficuamente se non prima attinto da efficaci misure dissuasive».
La decisione accoglie la richiesta della Procura in merito all'inchiesta alla morte di 4 persone, tra cui il ruvese Vincenzo Ficco, avvenute tra il 2018 e il 2020. La Procura ipotizza le accuse di omissione di atti di ufficio e morte come conseguenza di altro delitto.
Nelle scorse settimane era stato disposto il sequestro preventivo con facoltà d'uso di due padiglioni del Policlinico, Chini e Asclepios, perché infetti da legionella.
Nessuna interdizione, invece, per il direttore amministrativo del Policlinico Tiziana Di Matteo. Riserva di provvedimento nei confronti di Giuseppe Calabrese, anch'egli indagato nell'ambito dell'inchiesta in quanto responsabile della Sanità pubblica dipartimentale.
Stando alle indagini dei carabinieri del Nas, coordinate dal procuratore aggiunto Alessio Coccioli e dalla sostituta Grazia Errede, i dirigenti, nonostante i decessi per legionella, non avrebbero fatto la necessaria bonifica negli impianti idrici dei reparti dove era stata accertata la presenta del batterio. Motivando la decisione di disporre l'interdizione per i tre dirigenti Migliore, Carlucci e Forte, il gip spiega nel provvedimento che «dopo due anni di inerzia perdurante non vi è motivo alcuno di ritenere che alcuno dei tre indagati possa spontaneamente dismettere tale tipo di comportamenti omissivi ed attivarsi proficuamente se non prima attinto da efficaci misure dissuasive».