Territorio
La Via Crucis nel Bosco con la Croce di Cutro, questa sera nella comunità C.A.S.A.
. «Si andrà oltre il ricordo della vicenda», annuncia Giulio Pisani, vice presidente cda della comunità
Ruvo - lunedì 3 aprile 2023
9.59
La Croce di Cutro realizzata con pezzi di legno appartenenti al barcone dei migranti naufragato sulla spiaggia di Steccato di Cutro il 26 febbraio scorso guiderà la Via Crucis nel Bosco che si terrà questo pomeriggio presso la comunità C.A.S.A. don Tonino Bello di Ruvo di Puglia. Si partirà alle ore 16.00 e sarà presente il vescovo della diocesi mons. Domenico Cornacchia. «Si andrà oltre il ricordo», annuncia Giulio Pisani, vice presidente cda della comunità «il sapore amaro della vicenda verrà lenito dalla preghiera e le testimonianze dei ragazzi che in questo luogo hanno ritrovato un faro capace di ri-orientare le loro esistenze alla deriva, coloreranno di verde speranza i passi di quanti vorranno partecipare».
«Venite a camminare nel bosco: non veloce, in modo sportivo, ma piano, passo dopo passo, nel silenzio raccolto della preghiera, ascoltando ad ogni sosta il racconto di coloro che si sono ritrovati ad essere naufraghi alla deriva nel viaggio della vita».
«Quest'anno c'è una ragione in più che invita, che spinge a non restare a casa e unirsi al gruppo di fedeli in raccoglimento pasquale: è la croce di Cutro, costruita asse dopo asse, mettendo insieme quel che resta del barcone sul quale viaggiavano i profughi che hanno perso la vita il 26 febbraio». «Ti accorgerai che la croce di Cutro ha un pezzo in diagonale, quasi ad indicare il braccio di Gesù. Manca l'altro, segno che è teso verso l'umanità, proteso nel gesto di accogliere, proprio come chi soccorre, aprendo le porte all'altro».
«Venite a camminare nel bosco: non veloce, in modo sportivo, ma piano, passo dopo passo, nel silenzio raccolto della preghiera, ascoltando ad ogni sosta il racconto di coloro che si sono ritrovati ad essere naufraghi alla deriva nel viaggio della vita».
«Quest'anno c'è una ragione in più che invita, che spinge a non restare a casa e unirsi al gruppo di fedeli in raccoglimento pasquale: è la croce di Cutro, costruita asse dopo asse, mettendo insieme quel che resta del barcone sul quale viaggiavano i profughi che hanno perso la vita il 26 febbraio». «Ti accorgerai che la croce di Cutro ha un pezzo in diagonale, quasi ad indicare il braccio di Gesù. Manca l'altro, segno che è teso verso l'umanità, proteso nel gesto di accogliere, proprio come chi soccorre, aprendo le porte all'altro».