Attualità
Una Casa della Salute per l'ex ospedale di Ruvo
Matteo Paparella: «Se ne parla dal 2006, rimasto solo sulla carta»
Ruvo - domenica 19 febbraio 2017
8.14
L'ospedale di Ruvo? Una "Casa per la Salute". Mentre tra Regione Puglia e i territori del Nord barese (principalmente Molfetta, Corato e Terlizzi) è iniziato un (lungo) confronto su dove organizzare, finanziare e ubicare il futuro presidio di primo livello previsto (?) dal nuovo piano di riordino ospedaliero regionale, a Ruvo è iniziato il dibattito su una nuova identità da dare all'ospedale (ex) della città.
La risposta si chiama medicina territoriale e intercetta uno degli indirizzi politici verso cui si sta dirigendo la politica sanitaria regionale: avvicinare quanto più la medicina e l'assistenza al paziente cronico, evitando di saturare gli ospedali con le lungodegenze. «La casa per la salute - spiega il sindaco Pasquale Chieco - è un luogo dove ci sono una pluralità di attività e di servizi per la salute dei cittadini, alcuni anche con posti letto per degenza (esempi: residenza sanitaria per malattie croniche, hospice ecc.) che nel complesso integrano la medicina territoriale diversa da quella ospedaliera (dedicata alle acuzie)».
«Le Case della Salute sono realtà bellissime in molti comuni della Toscana e dell'Emilia dove veramente si può investire tanto per garantire la salute dei cittadini» conferma Felice Spaccavento, medico oramai noto al grande pubblico per aver assunto il ruolo di interfaccia tra Michele Emiliano e la categoria dei medici ospedalieri del nordbarese, nel difficile compito di rimodulare le strutture della zona: «Sono realtà più vicine ai bisogni più semplici e più importanti dei pazienti e soprattutto evitano che questi pazienti vadano ad intasare inutilmente gli ospedali».
Peraltro si tratta di un argomento non nuovo nel dibattito pubblico cittadino, come ricordo l'ex sindaco Matteo Paparella: «Il consiglio comunale di Ruvo di Puglia ha sempre espresso all'unanimità la esigenza motivata della realizzazione della Casa della salute, anche nel recente passato, cioè sin dall'epoca Colasanto, rifacendosi anche ad altri analoghi atti deliberativi degli anni precedenti. Sarei contentissimo, come medico e come cittadino - aggiunge Paparella - se ora, grazie alla particolare situazione politico-istituzionale locale, regionale e nazionale, ciò finalmente si realizzasse Le condizioni anche logistiche c'erano e persistono. Vorrei tanto crederci ma ho molte ragioni per dubitare. Ricordo a me stesso che di casa della salute a Ruvo si iniziò a parlare dal 2006. La Regione allora organizzò un corso formativo durato 6 mesi e costato molti ma molti euro. E l'allora assessore Tedesco e poi Fiore unitamente ai direttori generali delle Asl asserivano che quella era una priorità. Avevano ragione ad asserire ciò. Ma poi son rimasti solo i diplomi. Io credo di conservarlo ancora».
La risposta si chiama medicina territoriale e intercetta uno degli indirizzi politici verso cui si sta dirigendo la politica sanitaria regionale: avvicinare quanto più la medicina e l'assistenza al paziente cronico, evitando di saturare gli ospedali con le lungodegenze. «La casa per la salute - spiega il sindaco Pasquale Chieco - è un luogo dove ci sono una pluralità di attività e di servizi per la salute dei cittadini, alcuni anche con posti letto per degenza (esempi: residenza sanitaria per malattie croniche, hospice ecc.) che nel complesso integrano la medicina territoriale diversa da quella ospedaliera (dedicata alle acuzie)».
«Le Case della Salute sono realtà bellissime in molti comuni della Toscana e dell'Emilia dove veramente si può investire tanto per garantire la salute dei cittadini» conferma Felice Spaccavento, medico oramai noto al grande pubblico per aver assunto il ruolo di interfaccia tra Michele Emiliano e la categoria dei medici ospedalieri del nordbarese, nel difficile compito di rimodulare le strutture della zona: «Sono realtà più vicine ai bisogni più semplici e più importanti dei pazienti e soprattutto evitano che questi pazienti vadano ad intasare inutilmente gli ospedali».
Peraltro si tratta di un argomento non nuovo nel dibattito pubblico cittadino, come ricordo l'ex sindaco Matteo Paparella: «Il consiglio comunale di Ruvo di Puglia ha sempre espresso all'unanimità la esigenza motivata della realizzazione della Casa della salute, anche nel recente passato, cioè sin dall'epoca Colasanto, rifacendosi anche ad altri analoghi atti deliberativi degli anni precedenti. Sarei contentissimo, come medico e come cittadino - aggiunge Paparella - se ora, grazie alla particolare situazione politico-istituzionale locale, regionale e nazionale, ciò finalmente si realizzasse Le condizioni anche logistiche c'erano e persistono. Vorrei tanto crederci ma ho molte ragioni per dubitare. Ricordo a me stesso che di casa della salute a Ruvo si iniziò a parlare dal 2006. La Regione allora organizzò un corso formativo durato 6 mesi e costato molti ma molti euro. E l'allora assessore Tedesco e poi Fiore unitamente ai direttori generali delle Asl asserivano che quella era una priorità. Avevano ragione ad asserire ciò. Ma poi son rimasti solo i diplomi. Io credo di conservarlo ancora».