Speciale
L'Epifania a Ruvo di Puglia: il fascino di una tradizione intramontabile
Tra memoria popolare e devozione, un viaggio nelle radici culturali di una comunità
Ruvo - domenica 5 gennaio 2025
L'Epifania, giorno che secondo un celebre detto locale "A la Pasqu-a Béfanéje totte re ffíste pigghjéne véje" segna il termine del periodo natalizio, rappresenta per Ruvo di Puglia molto più di una semplice ricorrenza.
Questo antico adagio, custodito nelle pagine del prezioso volume "La sapiiènze de le revetòle" del compianto maestro Nicola Stragapede, incarna il senso di un ciclo festivo che si chiude, lasciando spazio alle celebrazioni successive, in un susseguirsi che collega fede e folklore. Nel testo, il detto recita:
"Con l'Epifania
ogni festa prende la via.
Zitelle e sposate,
procurate fusi e conocchie
ormai le feste sono terminate.
Risponde san Biagio:
"Solo-solo sono rimasto!"
Risponde la Candelora:
"Ci sono io ancora!"
Risponde san Cleto:
"Sono in arrivo anch'io da dietro!"
Risponde la vecchia arrabbiata:
"Non è fuori l'invernata
se non arriva l'Annunziata!""
In un tempo ormai lontano, i bambini di Ruvo attendevano con ansia l'arrivo della Befana, una figura profondamente radicata nell'immaginario popolare, ben prima che la modernità introducesse l'iconografia di Babbo Natale. La Befana, con la sua aura di affettuosa vecchina, portava in dono piccoli tesori che racchiudevano la semplicità e l'autenticità di un'epoca: mandarini, frutta secca e, per i più fortunati, bambole o giocattoli. Questi doni, modesti ma ricchi di significato, erano accolti con trepidazione e stupore, accendendo il cuore dei più piccoli di gioia e meraviglia.
Il pomeriggio dell'Epifania era scandito da un momento di partecipazione comunitaria. Le parrocchie organizzavano piccole processioni in cui una statua raffigurante il Bambino Gesù veniva portata attraverso le strade del territorio parrocchiale accompagnata da tanti bambini. Un rito collettivo intriso di devozione e spiritualità che rappresentava un punto di incontro tra fede e tradizioni profane, rafforzando i legami sociali e culturali.
Un elemento distintivo di Ruvo di Puglia è la tradizione di mantenere il presepe fino al 3 febbraio, giorno dedicato al patrono San Biagio. A differenza di molte altre località, dove il presepe viene smantellato dopo l'Epifania, questa usanza locale persiste come simbolo di continuità e dedizione. Sebbene oggi siano soprattutto le parrocchie a custodire questa tradizione, essa rimane un segno tangibile della ricchezza culturale e spirituale della città.
L'Epifania a Ruvo di Puglia è una celebrazione intrisa di memoria, un rituale che unisce generazioni e che conserva intatta la magia di un passato che ancora parla al cuore di chi sa ascoltare. Tra detti popolari, processioni e gesti semplici ma significativi, questo giorno continua a essere un ponte tra il sacro e il quotidiano, tra la tradizione e la modernità.
Questo antico adagio, custodito nelle pagine del prezioso volume "La sapiiènze de le revetòle" del compianto maestro Nicola Stragapede, incarna il senso di un ciclo festivo che si chiude, lasciando spazio alle celebrazioni successive, in un susseguirsi che collega fede e folklore. Nel testo, il detto recita:
"Con l'Epifania
ogni festa prende la via.
Zitelle e sposate,
procurate fusi e conocchie
ormai le feste sono terminate.
Risponde san Biagio:
"Solo-solo sono rimasto!"
Risponde la Candelora:
"Ci sono io ancora!"
Risponde san Cleto:
"Sono in arrivo anch'io da dietro!"
Risponde la vecchia arrabbiata:
"Non è fuori l'invernata
se non arriva l'Annunziata!""
In un tempo ormai lontano, i bambini di Ruvo attendevano con ansia l'arrivo della Befana, una figura profondamente radicata nell'immaginario popolare, ben prima che la modernità introducesse l'iconografia di Babbo Natale. La Befana, con la sua aura di affettuosa vecchina, portava in dono piccoli tesori che racchiudevano la semplicità e l'autenticità di un'epoca: mandarini, frutta secca e, per i più fortunati, bambole o giocattoli. Questi doni, modesti ma ricchi di significato, erano accolti con trepidazione e stupore, accendendo il cuore dei più piccoli di gioia e meraviglia.
Il pomeriggio dell'Epifania era scandito da un momento di partecipazione comunitaria. Le parrocchie organizzavano piccole processioni in cui una statua raffigurante il Bambino Gesù veniva portata attraverso le strade del territorio parrocchiale accompagnata da tanti bambini. Un rito collettivo intriso di devozione e spiritualità che rappresentava un punto di incontro tra fede e tradizioni profane, rafforzando i legami sociali e culturali.
Un elemento distintivo di Ruvo di Puglia è la tradizione di mantenere il presepe fino al 3 febbraio, giorno dedicato al patrono San Biagio. A differenza di molte altre località, dove il presepe viene smantellato dopo l'Epifania, questa usanza locale persiste come simbolo di continuità e dedizione. Sebbene oggi siano soprattutto le parrocchie a custodire questa tradizione, essa rimane un segno tangibile della ricchezza culturale e spirituale della città.
L'Epifania a Ruvo di Puglia è una celebrazione intrisa di memoria, un rituale che unisce generazioni e che conserva intatta la magia di un passato che ancora parla al cuore di chi sa ascoltare. Tra detti popolari, processioni e gesti semplici ma significativi, questo giorno continua a essere un ponte tra il sacro e il quotidiano, tra la tradizione e la modernità.