Eventi e cultura
Il Talos Festival non ci sarà. Appuntamento al 2017
La macchina amministrativa si sta muovendo per l'edizione 2017
Ruvo - mercoledì 14 settembre 2016
14.53
Non è una nota a margine, il Talos. Era nel programma elettorale dell'attuale sindaco, e resta una priorità. Il Talos Festival ha portato il nome di Ruvo di Puglia in tutto il mondo. Interrotto varie volte è stato riportato in auge, dopo edizioni a singhiozzo dall'amministrazione Ottombrini, sotto la cura dell'assessore Pasquale De Palo. Un ennesimo, ultimo piccolo salto anche quest'anno. A malincuore l'assessore Filograno, il sindaco Chieco e soprattutto il direttore artistico Pino Minafra danno appuntamento al 2017 ma le intenzioni del tutte sincero appaiono non solo buone ma addirittura lungimiranti. E allora appuntamento al 2017, stesso luogo di sempre (piazzetta Le Monache); stesso periodo di sempre, prima e seconda settimana di settembre.
Dal 2012 il Festival è tornato alla sua dimensione originale, ritrovando nella direzione artistica del suo ideatore, il trombettista e compositore Pino Minafra, la forza progettuale e la qualità artistica che per nove edizioni - dal 1993 al 2000 e poi nel 2004 - lo hanno reso un festival di riferimento nel panorama europeo. Nelle ultime quattro edizioni (che hanno coinvolto centinaia di artisti e circa 80mila spettatori in circa 40 giorni di programmazione) il festival si è riappropriato del suo antico ruolo di motore produttivo di cultura, votato alla sperimentazione di nuovi linguaggi musicali e alla valorizzazione delle radici fondanti la storia e la tradizione musicale pugliese.
Così mentre Pino Minafra si dichiara stanco e asserisce che questo sarà il suo ultimo tentativo, Pasquale Chieco prende la palla al balzo e afferma con convinzione: sarà il germoglio di un progetto dalle ampie e solide radici.
«L'impegno principale è da oggi quello di operare, anche istituendo un apposito e qualificato gruppo di lavoro, per ridisegnare la governance di questo progetto culturale al fine di dare al Festival il respiro e la stabilità che merita e perché possa diventare un motore di crescita di tutto il territorio, anche dal punto di vista dell'occupazione soprattutto giovanile (intorno alle professioni legate alla musica si può costruire lavoro) e del rilancio turistico, restituendo alla terra di cui è figlio quella collocazione internazionale sulla più prestigiosa scena musicale cui la direzione Minafra, per la qualità artistica del suo progetto, è naturalmente votata», si legge nel documento consegnato durante la conferenza stampa. «Occorre ricercare e attuare la forma più adatta a far sì che Talos non sia solo un festival musicale ma sempre più una vera piattaforma di scambio e incontro fra esperienze internazionali che metta al centro il vero genius loci di questo territorio dal punto di vista musicale: la banda. Questo è il nucleo attorno al quale collaborare anche con altri Comuni che condividono questa peculiarità e con altre realtà internazionali, seguendo l'intuizione artistica del Maestro Minafra». L'amministrazione ha già avviato una serie di collaborazioni per creare un sistema che possa veicolare lo sviluppo culturale, economico e turistico del territorio come è accaduto in altre realtà pugliesi e nazionali. «Condividere è una capacità che richiede tempo, ascolto e riflessione, come la promozione della cultura, bene comune che vive solo nella reale collaborazione fra le persone che vogliono metterla al centro dei processi di sviluppo sociale ed economico della propria comunità».
Lo scopo, insomma, è quello di svincolarsi dalle scene politiche, dall'attesa del contentino, dalla dipendenza di chi fa il buono e il cattivo tempo. L'obiettivo è quello che un'operazione importante e complessa come il Talos festival merita: diventare un'istituzione intorno alla quale possano gravitare una serie di iniziative e di progetti. Dare luce e splendore a Ruvo così come la notte della Taranta ne ha dato a Melpignano.
E non è un sogno, un desiderio impossibile, visto la decennale storia del Talos e il brillante e mastodontico curriculum di Minafra.
Come in tutte le storie interessanti e di successo, Minafra ha vissuto di vittorie e delusioni. Quello che dopo quasi trent'anni ci vuole, a chiudere la storia del Talos Festival è un semplice, definitivo e bellissimo "per sempre".
Dal 2012 il Festival è tornato alla sua dimensione originale, ritrovando nella direzione artistica del suo ideatore, il trombettista e compositore Pino Minafra, la forza progettuale e la qualità artistica che per nove edizioni - dal 1993 al 2000 e poi nel 2004 - lo hanno reso un festival di riferimento nel panorama europeo. Nelle ultime quattro edizioni (che hanno coinvolto centinaia di artisti e circa 80mila spettatori in circa 40 giorni di programmazione) il festival si è riappropriato del suo antico ruolo di motore produttivo di cultura, votato alla sperimentazione di nuovi linguaggi musicali e alla valorizzazione delle radici fondanti la storia e la tradizione musicale pugliese.
Così mentre Pino Minafra si dichiara stanco e asserisce che questo sarà il suo ultimo tentativo, Pasquale Chieco prende la palla al balzo e afferma con convinzione: sarà il germoglio di un progetto dalle ampie e solide radici.
«L'impegno principale è da oggi quello di operare, anche istituendo un apposito e qualificato gruppo di lavoro, per ridisegnare la governance di questo progetto culturale al fine di dare al Festival il respiro e la stabilità che merita e perché possa diventare un motore di crescita di tutto il territorio, anche dal punto di vista dell'occupazione soprattutto giovanile (intorno alle professioni legate alla musica si può costruire lavoro) e del rilancio turistico, restituendo alla terra di cui è figlio quella collocazione internazionale sulla più prestigiosa scena musicale cui la direzione Minafra, per la qualità artistica del suo progetto, è naturalmente votata», si legge nel documento consegnato durante la conferenza stampa. «Occorre ricercare e attuare la forma più adatta a far sì che Talos non sia solo un festival musicale ma sempre più una vera piattaforma di scambio e incontro fra esperienze internazionali che metta al centro il vero genius loci di questo territorio dal punto di vista musicale: la banda. Questo è il nucleo attorno al quale collaborare anche con altri Comuni che condividono questa peculiarità e con altre realtà internazionali, seguendo l'intuizione artistica del Maestro Minafra». L'amministrazione ha già avviato una serie di collaborazioni per creare un sistema che possa veicolare lo sviluppo culturale, economico e turistico del territorio come è accaduto in altre realtà pugliesi e nazionali. «Condividere è una capacità che richiede tempo, ascolto e riflessione, come la promozione della cultura, bene comune che vive solo nella reale collaborazione fra le persone che vogliono metterla al centro dei processi di sviluppo sociale ed economico della propria comunità».
Lo scopo, insomma, è quello di svincolarsi dalle scene politiche, dall'attesa del contentino, dalla dipendenza di chi fa il buono e il cattivo tempo. L'obiettivo è quello che un'operazione importante e complessa come il Talos festival merita: diventare un'istituzione intorno alla quale possano gravitare una serie di iniziative e di progetti. Dare luce e splendore a Ruvo così come la notte della Taranta ne ha dato a Melpignano.
E non è un sogno, un desiderio impossibile, visto la decennale storia del Talos e il brillante e mastodontico curriculum di Minafra.
Come in tutte le storie interessanti e di successo, Minafra ha vissuto di vittorie e delusioni. Quello che dopo quasi trent'anni ci vuole, a chiudere la storia del Talos Festival è un semplice, definitivo e bellissimo "per sempre".