Attualità
Il “Fermento” di don Vincenzo Pellegrini compie trent’anni
L’intervista al capo redattore Salvatore Bernocco
Ruvo - venerdì 8 luglio 2016
8.20
L'ormai noto "Fermento", foglio mensile della Parrocchia SS. Redentore di Ruvo di Puglia, quest'anno compie ben trent'anni di vita. Grande emozione e soddisfazione per l'ideatore mons. Vincenzo Pellegrini e per il capo redattore Salvatore Bernocco che, in questi anni, hanno visto crescere l'unico mensile parrocchiale della Diocesi.
Di seguito, l'intervista rilasciataci gentilmente dal signor Bernocco in occasione di questo primo trentennio di "Fermento".
Quando e come è nata l'idea di scrivere "Fermento"?
L'idea di "Fermento" nasce trent'anni fa da una splendida intuizione di mons. Vincenzo Pellegrini, parroco del SS. Redentore, autore di numerosi testi sulla Ruvo sacra, per favorire la partecipazione e la condivisione fra i fedeli della comunità parrocchiale, per far "fermentare" i valori cristiani. Man mano il foglio mensile ha assunto una diffusione più ampia, andando oltre i confini parrocchiali, tant'è vero che viene letto ed apprezzato non soltanto nel nostro paese, ma anche nei paesilimitrofi ed oltre. Voglio sottolineare che è l'unico mensile parrocchiale della Diocesi.
In quale modo lei collabora per questo giornale?
Don Vincenzo mi interpellò, molti anni or sono, per scrivere una riflessione su Aldo Moro. Credo sia accaduto 25 anni fa. In un primo tempo ne sono stato un semplice collaboratore occasionale, poi ho cominciato a scrivere uno, due pezzi ogni mese. Quindi divenni capo redattore. Con don Vincenzo ci consultiamo sugli argomenti da trattare, di solito di carattere attuale e cogente, anche inerenti alla vita socio-politica della nostra città, sempre in una prospettiva cristiana.
Chi scrive gli articoli e le testimonianze?
Don Vincenzo affronta tematiche prettamente spirituali nella sua lettera mensile, che compare in prima pagina. Io mi occupo di altri argomenti, di politica, di società, talvolta di spiritualità. Vi sono poi talvolta firme che collaborano con noi attraverso testimonianze. Abbiamo, fra gli altri, pubblicato pezzi di mons. Loris Capovilla, segretario particolare di Papa Giovanni XXIII, di cardinali, vescovi e teologi, di don Tonino Bello. Nell'ottobre del 2004 don Vincenzo riportava su Fermento un pensiero ancora attuale del Servo di Dio: « Don Tonino afferma che "la stazione di partenza della Chiesa è la Trinità come anche quella di arrivo, per cui Ecclesia de Trinitate e poi Ecclesia ad Trinitatem e aggiunge poi che lungo il percorso tra la stazione di partenza e la Chiesa c'è una tappa intermedia che si chiama Eucaristia. Il percorso, però non finisce qui, perché la Chiesa va verso la Trinità. Anche qui c'è una stazione intermedia che è il mondo. La Chiesa è per il mondo, la Chiesa è fatta per il mondo».
Chi ha ideato il nome e qual è il significato?
Come ho accennato, "Fermento" ha per obiettivo di far lievitare la pasta della carità cristiana. Senza il lievito della parola di Dio, che siamo tenuti a diffondere e testimoniare, non cresce niente di buono. Le Sacre Scritture affermano che invano si affaticano i costruttori se Dio non costruisce la casa. Da qui il nome della testata, ideato dal Parroco. Siamo umili portatori di mattoni per la costruzione della Chiesa universale.
Don Vincenzo ha parlato di una lettera di don Tonino Bello. Qual è il nesso con il giornale?
Don Tonino ha riservato una attenzione particolare alla nostra testata. Molto suggestive e stimolanti le parole di augurio che egli rivolse alla Comunità e che apparvero nel numero d'esordio (gennaio 1986): «Sia "Fermento" di comunione. Anzitutto all'interno della Comunità parrocchiale. Promuova la pace, rigeneri l'entusiasmo, stimoli l'iniziativa, accresca l'impegno, tenga desta l'attenzione al bisogno dei poveri, colleghi le espressioni più significative del lavoro pastorale, in modo che non ci sia chi tira a destra e chi tira a sinistra, chi spinge e chi blocca, chi accelera e chi frena. In secondo luogo sia "Fermento" di comunione con le altre parrocchie di Ruvo e con tutta la Chiesa locale». Altrettanto memorabile il pronunciamento di Don Tonino al termine di una celebrazione dopo la riapertura al culto della parrocchia a seguito di un restauro: «Comunità del Redentore, esci dal tempio e va in piazza per ascoltare l'ordine del giorno che la gente ti detta». Credo che ci siamo sempre attenuti a questo mandato.
Don Vincenzo ha anche parlato di una stampa inviata ogni tre anni al Papa. Avete mai ricevuto una risposta o un suo parere?
Sono pervenuti molti messaggi di apprezzamento da parte del Papa e di cardinali e vescovi, alcuni dei quali sono stati pubblicati.
Ci racconti qualche curiosità a proposito del giornale.
La cosa curiosa è, secondo me, la longevità di "Fermento", che si regge esclusivamente sulla generosità di don Vincenzo e di alcuni benefattori. Editare un giornalino comporta dei costi vivi. Non posso non vedere in ciò l'azione dello Spirito Santo.
Sono trascorsi trent'anni dalla prima uscita. È cambiato qualcosa? Pensa che continuerà ancora a sostenere questo progetto?
Non ho dubbi che fino a quando ci sarà don Vincenzo, "Fermento" continuerà la sua missione. Io sono legato a don Vincenzo e alla comunità del SS. Redentore da sentimenti di amicizia ed affetto, per cui terrò fede all'impegno preso fino a quando vi saranno le condizioni per farlo. "Fermento" si è evoluto nel tempo, ha assunto una bella veste grafica e gli articoli testimoniano di una maturità maggiore rispetto agli esordi. Quindi, lunga vita a "Fermento"!
Si ringrazia Salvatore Bernocco per la disponibilità.
Di seguito, l'intervista rilasciataci gentilmente dal signor Bernocco in occasione di questo primo trentennio di "Fermento".
Quando e come è nata l'idea di scrivere "Fermento"?
L'idea di "Fermento" nasce trent'anni fa da una splendida intuizione di mons. Vincenzo Pellegrini, parroco del SS. Redentore, autore di numerosi testi sulla Ruvo sacra, per favorire la partecipazione e la condivisione fra i fedeli della comunità parrocchiale, per far "fermentare" i valori cristiani. Man mano il foglio mensile ha assunto una diffusione più ampia, andando oltre i confini parrocchiali, tant'è vero che viene letto ed apprezzato non soltanto nel nostro paese, ma anche nei paesilimitrofi ed oltre. Voglio sottolineare che è l'unico mensile parrocchiale della Diocesi.
In quale modo lei collabora per questo giornale?
Don Vincenzo mi interpellò, molti anni or sono, per scrivere una riflessione su Aldo Moro. Credo sia accaduto 25 anni fa. In un primo tempo ne sono stato un semplice collaboratore occasionale, poi ho cominciato a scrivere uno, due pezzi ogni mese. Quindi divenni capo redattore. Con don Vincenzo ci consultiamo sugli argomenti da trattare, di solito di carattere attuale e cogente, anche inerenti alla vita socio-politica della nostra città, sempre in una prospettiva cristiana.
Chi scrive gli articoli e le testimonianze?
Don Vincenzo affronta tematiche prettamente spirituali nella sua lettera mensile, che compare in prima pagina. Io mi occupo di altri argomenti, di politica, di società, talvolta di spiritualità. Vi sono poi talvolta firme che collaborano con noi attraverso testimonianze. Abbiamo, fra gli altri, pubblicato pezzi di mons. Loris Capovilla, segretario particolare di Papa Giovanni XXIII, di cardinali, vescovi e teologi, di don Tonino Bello. Nell'ottobre del 2004 don Vincenzo riportava su Fermento un pensiero ancora attuale del Servo di Dio: « Don Tonino afferma che "la stazione di partenza della Chiesa è la Trinità come anche quella di arrivo, per cui Ecclesia de Trinitate e poi Ecclesia ad Trinitatem e aggiunge poi che lungo il percorso tra la stazione di partenza e la Chiesa c'è una tappa intermedia che si chiama Eucaristia. Il percorso, però non finisce qui, perché la Chiesa va verso la Trinità. Anche qui c'è una stazione intermedia che è il mondo. La Chiesa è per il mondo, la Chiesa è fatta per il mondo».
Chi ha ideato il nome e qual è il significato?
Come ho accennato, "Fermento" ha per obiettivo di far lievitare la pasta della carità cristiana. Senza il lievito della parola di Dio, che siamo tenuti a diffondere e testimoniare, non cresce niente di buono. Le Sacre Scritture affermano che invano si affaticano i costruttori se Dio non costruisce la casa. Da qui il nome della testata, ideato dal Parroco. Siamo umili portatori di mattoni per la costruzione della Chiesa universale.
Don Vincenzo ha parlato di una lettera di don Tonino Bello. Qual è il nesso con il giornale?
Don Tonino ha riservato una attenzione particolare alla nostra testata. Molto suggestive e stimolanti le parole di augurio che egli rivolse alla Comunità e che apparvero nel numero d'esordio (gennaio 1986): «Sia "Fermento" di comunione. Anzitutto all'interno della Comunità parrocchiale. Promuova la pace, rigeneri l'entusiasmo, stimoli l'iniziativa, accresca l'impegno, tenga desta l'attenzione al bisogno dei poveri, colleghi le espressioni più significative del lavoro pastorale, in modo che non ci sia chi tira a destra e chi tira a sinistra, chi spinge e chi blocca, chi accelera e chi frena. In secondo luogo sia "Fermento" di comunione con le altre parrocchie di Ruvo e con tutta la Chiesa locale». Altrettanto memorabile il pronunciamento di Don Tonino al termine di una celebrazione dopo la riapertura al culto della parrocchia a seguito di un restauro: «Comunità del Redentore, esci dal tempio e va in piazza per ascoltare l'ordine del giorno che la gente ti detta». Credo che ci siamo sempre attenuti a questo mandato.
Don Vincenzo ha anche parlato di una stampa inviata ogni tre anni al Papa. Avete mai ricevuto una risposta o un suo parere?
Sono pervenuti molti messaggi di apprezzamento da parte del Papa e di cardinali e vescovi, alcuni dei quali sono stati pubblicati.
Ci racconti qualche curiosità a proposito del giornale.
La cosa curiosa è, secondo me, la longevità di "Fermento", che si regge esclusivamente sulla generosità di don Vincenzo e di alcuni benefattori. Editare un giornalino comporta dei costi vivi. Non posso non vedere in ciò l'azione dello Spirito Santo.
Sono trascorsi trent'anni dalla prima uscita. È cambiato qualcosa? Pensa che continuerà ancora a sostenere questo progetto?
Non ho dubbi che fino a quando ci sarà don Vincenzo, "Fermento" continuerà la sua missione. Io sono legato a don Vincenzo e alla comunità del SS. Redentore da sentimenti di amicizia ed affetto, per cui terrò fede all'impegno preso fino a quando vi saranno le condizioni per farlo. "Fermento" si è evoluto nel tempo, ha assunto una bella veste grafica e gli articoli testimoniano di una maturità maggiore rispetto agli esordi. Quindi, lunga vita a "Fermento"!
Si ringrazia Salvatore Bernocco per la disponibilità.