Politica
Governo Draghi, a Ruvo c'è chi dice "no"
Piero Paparella dà dell'irresponsabile al premier, mentre la posizione di Rifondazione Comunista si contrappone a quella del sindaco Chieco
Ruvo - martedì 19 luglio 2022
11.51
Mentre il sindaco Pasquale Chieco fa sapere che c'è anche la sua firma insieme a quella delle centinaia di primi cittadini di tutta Italia che chiedono a Draghi di andare avanti per il bene dell'Italia, a Ruvo c'è anche chi la pensa esattamente al contrario.
Piero Paparella, consigliere comunale di Fratelli d'Italia, è secco nell'interpretare le vicende politiche nazionali più recenti: «Dite ai sindaci che hanno firmato l'appello #iostocondraghi che l'unico (eventualmente) irresponsabile di questa situazione è lo stesso Draghi: siamo al primo caso della storia di un Presidente del Consiglio che si dimette senza voto di sfiducia e con ampissima maggioranza parlamentare. Piuttosto Draghi dicesse la verità: si è dimesso perchè la sua maggioranza dal minuto dopo le ultime amministrative è in campagna elettorale per le politiche ed ognuno di loro vuole portare acqua al proprio mulino. Solo che i mulini in questione sono palesemente inconciliabili e distanti tra loro. Fate i seri e raccontate le verità, e che sia chiaro: l'alternativa al voto subito è quella di assistere ad altri 5 mesi di pagliacciate. Scegliete voi».
Anche Rifondazione Comunista critica senza riserve l'azione di Mario Draghi, «ferma restando la lealtà che ci contraddistingue verso la Giunta Comunale e le forze del centrosinistra ruvese», si legge in una nota. Rifondazione critica il metodo utilizzato da Draghi di dimettersi ancorché la maggioranza in Parlamento sarebbe possibile anche senza l'appoggio del M5S». Rifondazione, nel merito, ritiene inoltre che i «nove punti proposti dal Movimento 5 Stelle ci sembrano assai ragionevoli, a partire dall'introduzione del salario minimo per ridare dignità ai lavoratori e alle lavoratrici di un Paese dove i salari non crescono da oltre 30 anni, nonostante l'inflazione spaventosa che stiamo vivendo».
Rifondazione avanza il dubbio che sostenere il governo Draghi non significhi necessariamente fare gli interessi del Sud Italia dal momento che Il governo Draghi negli ultimi mesi ha dato nuovo impulso al progetto di autonomia differenziata «che punta a creare un sistema differenziato per ogni Regione dei vari servizi e competenze» favorendo la concentrazione di risorse economiche nelle regione del Nord Italia.
E ancora, viene ricordato come Draghi sia sostenuto da Lega e Forza Italia «partiti di opposizione nel nostro Comune, tra i principali sostenitori dell'autonomia differenziata e della lotta contro il reddito di cittadinanza e il salario minimo, mentre appaiono populiste le pretese del Movimento 5 Stelle».
«Crediamo - conclude la nota - che nel preteso senso di responsabilità non si possa affogare ogni volta la politica, con i suoi valori e le diverse culture, a favore del primato dei tecnocrati e dei migliori. Servirebbe un colpo di reni, la creazione di uno spazio nuovo che possa consentire a politiche realmente progressiste di affermarsi. Non la gestione dell'esistente, ma una risposta concreta ai bisogni di milioni di cittadini le cui ragioni non trovano lo stesso spazio di una lettera firmata da mille sindaci».
Piero Paparella, consigliere comunale di Fratelli d'Italia, è secco nell'interpretare le vicende politiche nazionali più recenti: «Dite ai sindaci che hanno firmato l'appello #iostocondraghi che l'unico (eventualmente) irresponsabile di questa situazione è lo stesso Draghi: siamo al primo caso della storia di un Presidente del Consiglio che si dimette senza voto di sfiducia e con ampissima maggioranza parlamentare. Piuttosto Draghi dicesse la verità: si è dimesso perchè la sua maggioranza dal minuto dopo le ultime amministrative è in campagna elettorale per le politiche ed ognuno di loro vuole portare acqua al proprio mulino. Solo che i mulini in questione sono palesemente inconciliabili e distanti tra loro. Fate i seri e raccontate le verità, e che sia chiaro: l'alternativa al voto subito è quella di assistere ad altri 5 mesi di pagliacciate. Scegliete voi».
Anche Rifondazione Comunista critica senza riserve l'azione di Mario Draghi, «ferma restando la lealtà che ci contraddistingue verso la Giunta Comunale e le forze del centrosinistra ruvese», si legge in una nota. Rifondazione critica il metodo utilizzato da Draghi di dimettersi ancorché la maggioranza in Parlamento sarebbe possibile anche senza l'appoggio del M5S». Rifondazione, nel merito, ritiene inoltre che i «nove punti proposti dal Movimento 5 Stelle ci sembrano assai ragionevoli, a partire dall'introduzione del salario minimo per ridare dignità ai lavoratori e alle lavoratrici di un Paese dove i salari non crescono da oltre 30 anni, nonostante l'inflazione spaventosa che stiamo vivendo».
Rifondazione avanza il dubbio che sostenere il governo Draghi non significhi necessariamente fare gli interessi del Sud Italia dal momento che Il governo Draghi negli ultimi mesi ha dato nuovo impulso al progetto di autonomia differenziata «che punta a creare un sistema differenziato per ogni Regione dei vari servizi e competenze» favorendo la concentrazione di risorse economiche nelle regione del Nord Italia.
E ancora, viene ricordato come Draghi sia sostenuto da Lega e Forza Italia «partiti di opposizione nel nostro Comune, tra i principali sostenitori dell'autonomia differenziata e della lotta contro il reddito di cittadinanza e il salario minimo, mentre appaiono populiste le pretese del Movimento 5 Stelle».
«Crediamo - conclude la nota - che nel preteso senso di responsabilità non si possa affogare ogni volta la politica, con i suoi valori e le diverse culture, a favore del primato dei tecnocrati e dei migliori. Servirebbe un colpo di reni, la creazione di uno spazio nuovo che possa consentire a politiche realmente progressiste di affermarsi. Non la gestione dell'esistente, ma una risposta concreta ai bisogni di milioni di cittadini le cui ragioni non trovano lo stesso spazio di una lettera firmata da mille sindaci».