Politica
Gli scrutatori sono sempre gli stessi? Sì, metà sono scelti dalla politica
Solo il PD si dichiara contrario e ricorre all'estrazione
Ruvo - martedì 10 maggio 2016
12.10
Scrutatori liberi o al soldo? Questo è il problema. A qualcuno non sarà sfuggito che i nomi siano spesso sempre gli stessi. Svelato l'arcano che arcano no è. Al centro della querelle la commissione elettorale (organo deputato alla scelta degli scrutatori) composta dal sindaco Ottombrini, il consigliere Pd Alessandro Pellegrini, il consigliere della lista civica Giovanni Mazzone e il consigliere di rifondazione comunista Felice di Modugno.
Da quattro anni a questa parte gli scrutatori non si estraggono più in maniera pulita e democratica.
Secondo l'articolo 6 della legge 95/1989 c'è infatti la possibilità da parte delle forze politiche di nominare gli scrutatori. Niente di illegale quindi, ma sicuramente la designazione non è più uguale per tutti.
Per il 5 giugno ci saranno quattro scrutatori per ogni seggio. Soltanto la metà verrà estratta democraticamente dalle liste degli iscritti all'albo, tra quelli con un reddito Isee basso o disoccupati. Il PD infatti sceglierà i suoi 46 scrutatori come era stato sempre fatto prima dell'amministrazione Ottombrini.
Gli altri 46, 23 a testa, verranno nominati dai consiglieri Mazzone e Di Modugno. Pratica quanto meno discutibile. Così facendo, soprattutto nelle prossime politche, i due consiglieri avranno all'interno dei seggi uomini loro, in aggiunta ovviamente ai rappresentati di lista.
Tralasciando l'importanza economica che può avere il compenso da scrutatore per chi è disoccupato o sulla soglia di povertà, ciò che ne esce male è la democrazia. Su otto candidati, due, dichiaratamente, avranno forze proprie all'interno dei seggi, visto che sia Di Modugno che Mazzone sono entrambi candidati al consiglio comunale, rispettivamente con Pasquale Raffaele e Antonello Paparella.
La richiesta, dei e per i cittadini, è quella della trasparenza più assoluta, in quella che si prospetta una campagna elettorale all'ultimo sangue.
Da quattro anni a questa parte gli scrutatori non si estraggono più in maniera pulita e democratica.
Secondo l'articolo 6 della legge 95/1989 c'è infatti la possibilità da parte delle forze politiche di nominare gli scrutatori. Niente di illegale quindi, ma sicuramente la designazione non è più uguale per tutti.
Per il 5 giugno ci saranno quattro scrutatori per ogni seggio. Soltanto la metà verrà estratta democraticamente dalle liste degli iscritti all'albo, tra quelli con un reddito Isee basso o disoccupati. Il PD infatti sceglierà i suoi 46 scrutatori come era stato sempre fatto prima dell'amministrazione Ottombrini.
Gli altri 46, 23 a testa, verranno nominati dai consiglieri Mazzone e Di Modugno. Pratica quanto meno discutibile. Così facendo, soprattutto nelle prossime politche, i due consiglieri avranno all'interno dei seggi uomini loro, in aggiunta ovviamente ai rappresentati di lista.
Tralasciando l'importanza economica che può avere il compenso da scrutatore per chi è disoccupato o sulla soglia di povertà, ciò che ne esce male è la democrazia. Su otto candidati, due, dichiaratamente, avranno forze proprie all'interno dei seggi, visto che sia Di Modugno che Mazzone sono entrambi candidati al consiglio comunale, rispettivamente con Pasquale Raffaele e Antonello Paparella.
La richiesta, dei e per i cittadini, è quella della trasparenza più assoluta, in quella che si prospetta una campagna elettorale all'ultimo sangue.