Religioni
Giovedì Santo, Ruvo un altro anno senza processione degli Otto Santi
La pandemia ferma ancora la tradizione processionale della Settimana Santa
Ruvo - giovedì 1 aprile 2021
Anche quest'anno Ruvo di Puglia non potrà vivere la suggestione della notte più lunga e importante della Settimana Santa nel segno della devozione. Per il secondo anno la pandemia da coronavirus in corso ha fermato i riti tradizionali che ripercorrono la Passione, morte e risurrezione di Gesù Cristo e a Ruvo di Puglia ha impedito la processione degli Otto Santi.
Nessun suono della troccola a rompere il silenzio notturno, nessun lumino ad illuminare la notte e a scaldare il cuore di nuova speranza, nessun riversarsi nelle strade della città dei fedeli per quello che per Ruvo rappresenta un immancabile momento di devozione e preghiera che riunisce confratelli e devoti in religioso silenzio dinanzi ai simulacri degli otto santi.
L'anno scorso il gruppo statuario della Deposizione di Cristo dalla Croce, detta "Otto Santi", ha celebrato il suo Centenario in sordina, a causa delle restrizioni imposte dalle misure anti contagio. Anche quest'anno la Confraternita Opera Pia San Rocco non ha potuto condividere con la città la grande partecipazione alla tradizionale processione notturna.
Nella speranza di poter tornare alla normalità della quotidianità e a rivivere la comunione della devozione il prima possibile, ripercorriamo la storia del gruppo statuario degli Otto Santi.
Era il 17 aprile 1920 quando il gruppo statuario della Deposizione di Cristo dalla Croce, detta "Otto Santi", varcò per la prima volta la soglia della chiesa di San Rocco nel tardo pomeriggio. Da allora, la tradizione del rito processionale più suggestivo della Settimana Santa di Ruvo di Puglia non ha mai interrotto il suo corteo, annunciato dal suono della troccola che rompe il silenzio della notte del Giovedì Santo.
Accompagnato dalla marcia funebre "Eterno dolore" di Pancaldi, e da Confraternite, autorità civili, ecclesiastiche e militari, lo straordinario complesso degli Otto Santi viene accolto fuori dalla chiesa alle 2:30 da cento anni da migliaia di fedeli ruvesi e provenienti anche dai territori limitrofi, in una atmosfera densa di autentico pathos.
Le basse temperature della notte non fermano infatti la devozione, l'oscurità consente alle fiammelle delle fiaccole di brillare con maggiore intensità e di scaldare i cuori dei tanti partecipanti accorsi per accompagnare Cristo alla Croce.
Parte dalla piccola chiesetta di San Rocco la notte più lunga per i ruvesi, fatta di silenzio, fiaccole e riflessioni, un rito interiore e individuale che diviene collettivo, procedendo lentamente, un momento di assoluta solennità, che quest'anno celebra il suo centenario ma che è stato per la prima volta fermato dall'emergenza epidemiologica da coronavirus che ha imposto le sue regole sulla nostra quotidianità.
Il gruppo statuario di commovente bellezza e potenza, realizzato in cartapesta è stato commissionato il 16 marzo 1919 dalla Confraternita Opera Pia San Rocco al maestro cartapestaio leccese Raffaele Caretta, che si ispirò al dipinto "Il trasporto di Cristo al sepolcro" di Antonio Ciseri del 1883 per la sua realizzazione. Il simulacro rappresenta pienamente e drammaticamente gli stessi personaggi dell'opera di Ciseri: Nicodemo e Giuseppe d'Arimatea sostenengono il sudario in cui è avvolto il corpo esanime di Gesù, trattenendolo per i piedi; un giovanissimo san Giovanni sostiene il lenzuolo alle spalle del Cristo esanime. Maria, con gli occhi rivolti al cielo e la corona di spine in mano, pallida e stravolta dal dolore, è sostenuta da Maria di Cleofa, affiancata da una penitente Maria di Magdala e da una piangente Salomè.
La base del complesso fu costruita dal confratello della Confraternita Vincenzo Stragapede, in arte "Maestro di carri", nella sua bottega in via Valle Noè. Stragapede lavorò alla realizzazione del basamento insieme ai figli Annamaria e Geremia che costruirono al tornio le 76 colonnine che impreziosiscono la base con la sua forma di archetti con chiodi color oro. Introvabile il progetto dell'opera.
La prima processione durante la Settimana Santa del 1920 ebbe un immediato impatto sulla popolazione. In quel particolare periodo storico, l'espressività e la suggestione del complesso degli Otto Santi furono consolatorie per le mamme e le famiglie che avevano perso i propri figli in guerra e che si identificarono nel dolore della sconvolta e pallida Maria Addolorata. Il trasporto al sepolcro di Cristo divenne nell'animo della popolazione l'emblema dei tanti funerali mancati per i giovani, i mariti e i padri caduti al fronte.
Riproponiamo alcune immagini degli scorsi anni.
Nessun suono della troccola a rompere il silenzio notturno, nessun lumino ad illuminare la notte e a scaldare il cuore di nuova speranza, nessun riversarsi nelle strade della città dei fedeli per quello che per Ruvo rappresenta un immancabile momento di devozione e preghiera che riunisce confratelli e devoti in religioso silenzio dinanzi ai simulacri degli otto santi.
L'anno scorso il gruppo statuario della Deposizione di Cristo dalla Croce, detta "Otto Santi", ha celebrato il suo Centenario in sordina, a causa delle restrizioni imposte dalle misure anti contagio. Anche quest'anno la Confraternita Opera Pia San Rocco non ha potuto condividere con la città la grande partecipazione alla tradizionale processione notturna.
Nella speranza di poter tornare alla normalità della quotidianità e a rivivere la comunione della devozione il prima possibile, ripercorriamo la storia del gruppo statuario degli Otto Santi.
Era il 17 aprile 1920 quando il gruppo statuario della Deposizione di Cristo dalla Croce, detta "Otto Santi", varcò per la prima volta la soglia della chiesa di San Rocco nel tardo pomeriggio. Da allora, la tradizione del rito processionale più suggestivo della Settimana Santa di Ruvo di Puglia non ha mai interrotto il suo corteo, annunciato dal suono della troccola che rompe il silenzio della notte del Giovedì Santo.
Accompagnato dalla marcia funebre "Eterno dolore" di Pancaldi, e da Confraternite, autorità civili, ecclesiastiche e militari, lo straordinario complesso degli Otto Santi viene accolto fuori dalla chiesa alle 2:30 da cento anni da migliaia di fedeli ruvesi e provenienti anche dai territori limitrofi, in una atmosfera densa di autentico pathos.
Le basse temperature della notte non fermano infatti la devozione, l'oscurità consente alle fiammelle delle fiaccole di brillare con maggiore intensità e di scaldare i cuori dei tanti partecipanti accorsi per accompagnare Cristo alla Croce.
Parte dalla piccola chiesetta di San Rocco la notte più lunga per i ruvesi, fatta di silenzio, fiaccole e riflessioni, un rito interiore e individuale che diviene collettivo, procedendo lentamente, un momento di assoluta solennità, che quest'anno celebra il suo centenario ma che è stato per la prima volta fermato dall'emergenza epidemiologica da coronavirus che ha imposto le sue regole sulla nostra quotidianità.
Il gruppo statuario di commovente bellezza e potenza, realizzato in cartapesta è stato commissionato il 16 marzo 1919 dalla Confraternita Opera Pia San Rocco al maestro cartapestaio leccese Raffaele Caretta, che si ispirò al dipinto "Il trasporto di Cristo al sepolcro" di Antonio Ciseri del 1883 per la sua realizzazione. Il simulacro rappresenta pienamente e drammaticamente gli stessi personaggi dell'opera di Ciseri: Nicodemo e Giuseppe d'Arimatea sostenengono il sudario in cui è avvolto il corpo esanime di Gesù, trattenendolo per i piedi; un giovanissimo san Giovanni sostiene il lenzuolo alle spalle del Cristo esanime. Maria, con gli occhi rivolti al cielo e la corona di spine in mano, pallida e stravolta dal dolore, è sostenuta da Maria di Cleofa, affiancata da una penitente Maria di Magdala e da una piangente Salomè.
La base del complesso fu costruita dal confratello della Confraternita Vincenzo Stragapede, in arte "Maestro di carri", nella sua bottega in via Valle Noè. Stragapede lavorò alla realizzazione del basamento insieme ai figli Annamaria e Geremia che costruirono al tornio le 76 colonnine che impreziosiscono la base con la sua forma di archetti con chiodi color oro. Introvabile il progetto dell'opera.
La prima processione durante la Settimana Santa del 1920 ebbe un immediato impatto sulla popolazione. In quel particolare periodo storico, l'espressività e la suggestione del complesso degli Otto Santi furono consolatorie per le mamme e le famiglie che avevano perso i propri figli in guerra e che si identificarono nel dolore della sconvolta e pallida Maria Addolorata. Il trasporto al sepolcro di Cristo divenne nell'animo della popolazione l'emblema dei tanti funerali mancati per i giovani, i mariti e i padri caduti al fronte.
Riproponiamo alcune immagini degli scorsi anni.