Attualità
Giornata della memoria, Ruvo di Puglia ricorda Giuseppe Iurilli
Il concittadino fu portato in un campo di concentramento a Berlino nel 1943
Ruvo - sabato 27 gennaio 2024
14.05 Comunicato Stampa
«Il 24 dicembre del 1943 Giuseppe Iurilli aveva 24 anni e si trovava a Berlino in un campo di lavoro nazista. Era un ragazzo ruvese arruolato come soldato del settimo Reggimento genio.
Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 fu uno degli oltre mezzo milione di soldati italiani che per essersi rifiutati di combattere nelle file dell'esercito nazista, furono internati in un campo di lavoro in Germania. A lui ne toccò appunto uno nei pressi di Berlino».
Inizia così il post del sindaco, Pasquale Chieco, sulla celebrazione per la Giornata della Memoria che si è tenuta stamattina in piazza Matteotti.
Inizia così il post del sindaco, Pasquale Chieco, sulla celebrazione per la Giornata della Memoria che si è tenuta stamattina in piazza Matteotti.
«Quella vigilia di Natale del 1943, , dopo tre giorni di completo digiuno, spinto dalla fame Giuseppe, con altri internati, uscì dalla sua baracca per cercare cibo. I militari tedeschi lo scoprirono con un vasetto di marmellata in mano e lo uccisero di botte davanti agli occhi attoniti dei suoi commilitoni. E dopo averlo ucciso lasciarono il suo corpo in strada al ghiaccio per alcuni giorni, perché la sua sorte fosse di monito agli altri.
Era un ragazzo sempre allegro Giuseppe, educato, di bell'aspetto, con una particolare curiosità per i dialetti delle altre regioni. Avrebbe potuto vivere una vita felice nella sua Ruvo di Puglia, invece riposa nel Cimitero Militare Italiano d'Onore di Berlino accanto ad altri nostri connazionali che subirono il suo stesso destino.
Stamattina abbiamo inteso ricordare anche lui con la sezione ANPI di Ruvo di Puglia e gli studenti delle scuole in una cerimonia in piazza Matteotti.
Per la nostra comunità è importante conservare memoria dei nostri concittadini deportati nei campi di concentramento, conoscerne la vicenda umana. Piccole tessere nell'enorme mosaico della grande storia.
Ringrazio davvero il dottor Vincenzo Colaprice per il suo meritorio lavoro di ricostruzione delle biografie dei partigiani, degli internati e degli antifascisti ruvesi. Lo ringrazio perché questo lavoro di recupero della nostra memoria cittadina ci aiuta a comprendere come la nostra comunità non sia rimasta immune dalla grande tragedia della guerra, come le barbarie del nazismo e del fascismo abbiano lasciato ferite laceranti anche nelle famiglie ruvesi, nelle nostre case, tre le nostre sorelle e i nostri fratelli.
Ricordare ci aiuta a riconoscere l'orrore, ci aiuta ad amare sempre di più la libertà, la democrazia, la nostra Repubblica una e indivisibile. Oggi come domani».