Politica
Frase offensiva in Consiglio Comunale a Ruvo di Puglia: bufera su Michele Scardigno
Opposizione e cittadini indignati: "La peggior pagina di conduzione del Consiglio"
Ruvo - lunedì 2 dicembre 2024
Ruvo di Puglia si trova al centro di un acceso dibattito politico e civico dopo l'ultima seduta del Consiglio Comunale. Durante la sessione, il Presidente Michele Scardigno ha pronunciato una frase considerata offensiva e irrispettosa, scatenando reazioni indignate da parte dell'opposizione e non solo.
La gravità delle parole utilizzate ha portato a una vasta eco mediatica, con prese di posizione che hanno messo in evidenza una crisi di dialogo istituzionale. Biagio Mastrorilli ha definito l'accaduto come "la peggior pagina di conduzione del Consiglio Comunale", sottolineando l'urgenza di ripristinare un clima di rispetto nelle istituzioni cittadine.
Il gruppo consiliare La Fenice ha bollato l'episodio come uno "spettacolo deplorevole", aggiungendo che i toni utilizzati durante la seduta non possono trovare alcuna giustificazione in un contesto di democrazia partecipativa.
Dal canto suo, Scardigno ha suscitato "l'ira dei consiglieri di opposizione", che hanno interpretato le sue parole come un segnale di profonda mancanza di rispetto verso i colleghi e, per estensione, verso i cittadini che essi rappresentano. La frase "chiss capriùn", al centro della polemica, è stata considerata come una caduta di stile e un momento inaccettabile per il livello del dibattito politico locale.
L'incidente apre interrogativi sul futuro dell'attuale Consiglio Comunale e sulla capacità della politica ruvese di ristabilire un clima di confronto sereno e costruttivo. Numerose sono state le richieste di chiarimenti e scuse formali da parte del Presidente Scardigno, anche per evitare che l'episodio diventi un simbolo di frattura insanabile nella comunità politica.
La gravità delle parole utilizzate ha portato a una vasta eco mediatica, con prese di posizione che hanno messo in evidenza una crisi di dialogo istituzionale. Biagio Mastrorilli ha definito l'accaduto come "la peggior pagina di conduzione del Consiglio Comunale", sottolineando l'urgenza di ripristinare un clima di rispetto nelle istituzioni cittadine.
Il gruppo consiliare La Fenice ha bollato l'episodio come uno "spettacolo deplorevole", aggiungendo che i toni utilizzati durante la seduta non possono trovare alcuna giustificazione in un contesto di democrazia partecipativa.
Dal canto suo, Scardigno ha suscitato "l'ira dei consiglieri di opposizione", che hanno interpretato le sue parole come un segnale di profonda mancanza di rispetto verso i colleghi e, per estensione, verso i cittadini che essi rappresentano. La frase "chiss capriùn", al centro della polemica, è stata considerata come una caduta di stile e un momento inaccettabile per il livello del dibattito politico locale.
L'incidente apre interrogativi sul futuro dell'attuale Consiglio Comunale e sulla capacità della politica ruvese di ristabilire un clima di confronto sereno e costruttivo. Numerose sono state le richieste di chiarimenti e scuse formali da parte del Presidente Scardigno, anche per evitare che l'episodio diventi un simbolo di frattura insanabile nella comunità politica.