Attualità
Flussi turistici e migratori, giornata mondiale dell'accoglienza
Due ricorrenze coincidono oggi, un richiamo alla riflessione e alla riscoperta della condivisione
Ruvo - domenica 27 settembre 2020
La data odierna, 27 settembre 2020, assume una caratteristica e un significato particolare, vedendo coincidere la Giornata Mondiale del Turismo e la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. Entrambe le ricorrenze portano a riflettere sull'atteggiamento umano nei confronti del territorio e dell'altro, entrambe, in maniera diversa, riconducono al tema dell'accoglienza.
La Giornata Mondiale del Turismo è stata istituita il 27 settembre 1979 dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Quest'anno celebra i suoi 41 anni in un contesto incerto, sicuramente segnato dalle conseguenze dell'emergenza epidemiologica da Coronavirus.
Come riportano i dati raccolti dalla United Nations World Tourism Organization, l'Organizzazione mondiale delle Nazioni Unite che monitora e promuove il turismo, l'attuale situazione sanitaria, con le restrizioni sugli spostamenti e le decisioni individuali di evitare viaggi, ha avuto un pesante impatto sul settore turistico con un crollo dei flussi turistici internazionali senza precedenti.
Conseguentemente, la crisi di uno dei principali settori trainanti del nostro territorio comporta danni per l'economia mettendo a rischio milioni di posti di lavoro e imprese. Un bilancio pesante, tradotto in perdite ingenti, che però comporta anche la necessità di guardare al futuro e cercare una soluzione per risollevare il comparto. Ecco che, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite sceglie, per la 41^ Giornata Mondiale del Turismo, il tema dello sviluppo rurale, intravedendo nel turismo di prossimità la possibilità di risalire la china.
Una riscoperta, quindi, del territorio, un ritorno alle origini, alla semplicità delle tradizioni, una rivincita dei borghi, l'attenzione allo sviluppo sostenibile, la valorizzazione e il rispetto dei luoghi incontaminati, meno noti ma incantevoli che il territorio offre. Con la ribalta non delle città d'arte ma delle piccole e sconosciute realtà territoriali, si riscopre anche l'importanza del rapporto interpersonale attraverso una sorta di turismo realizzato attraverso le persone.
Il turismo diventa così accoglienza, porta a ricongiungersi con la terra e i suoi doni, recuperando stili di vita autentici. Ed è sull'accoglienza che fa perno il messaggio della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che, dal 1914, si celebra nell'ultima domenica di settembre e che quest'anno cade oggi, 27 settembre. Una coincidenza che richiama l'importanza di soffermarsi a riflettere e a guardarsi attorno e ad agire per il bene del prossimo per contribuire al benessere della comunità.
«Come Gesù Cristo, costretti a fuggire. Accogliere, proteggere, promuovere e integrare gli sfollati interni» è il tema scelto da Papa Francesco per questa 106^ Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, dedicata in particolare ai cosiddetti "sfollati interni", in generale, a coloro che vivono la condizione di invisibili.
Sono circa 50 milioni gli "sfollati interni" nel mondo, «Sono figli di guerre, conflitti, disastri ambientali e ora anche della pandemia. I loro volti ci offrono un incontro con il Signore, anche se i nostri occhi fanno fatica a riconoscerlo: vestiti rotti, piedi sporchi, volto deformato, corpo piagato, non sanno parlare la nostra lingua» - le parole del Santo Padre.
Gli invisibili, in questo particolare tempo segnato dalla pandemia, non sono soltanto migranti e rifugiati, ma tutti coloro che si ritrovano a vivere esperienze di precarietà, abbandono, emarginazione e rifiuto. E non sono numeri, sono persone.
Se, quindi, la ricorrenza serve a ricordarci quanto sia importante imparare a convivere e condividere, il Coronavirus ci ha, forse, insegnato la corresponsabilità e che solo con il contributo di tutti è possibile affrontare la crisi.
Il tutto potrebbe riassumersi nella sana volontà di conoscersi, tornare a guardarsi negli occhi. Così come nel comparto turistico si torna a guardare alle origini, alle tradizioni, agli stili di vita.
Un 27 settembre 2020 che segna la storia, che invita a lasciarsi coinvolgere dalla bellezza della diversità, sia essa di persone o di territori, nel segno dell'accoglienza.
La Giornata Mondiale del Turismo è stata istituita il 27 settembre 1979 dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Quest'anno celebra i suoi 41 anni in un contesto incerto, sicuramente segnato dalle conseguenze dell'emergenza epidemiologica da Coronavirus.
Come riportano i dati raccolti dalla United Nations World Tourism Organization, l'Organizzazione mondiale delle Nazioni Unite che monitora e promuove il turismo, l'attuale situazione sanitaria, con le restrizioni sugli spostamenti e le decisioni individuali di evitare viaggi, ha avuto un pesante impatto sul settore turistico con un crollo dei flussi turistici internazionali senza precedenti.
Conseguentemente, la crisi di uno dei principali settori trainanti del nostro territorio comporta danni per l'economia mettendo a rischio milioni di posti di lavoro e imprese. Un bilancio pesante, tradotto in perdite ingenti, che però comporta anche la necessità di guardare al futuro e cercare una soluzione per risollevare il comparto. Ecco che, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite sceglie, per la 41^ Giornata Mondiale del Turismo, il tema dello sviluppo rurale, intravedendo nel turismo di prossimità la possibilità di risalire la china.
Una riscoperta, quindi, del territorio, un ritorno alle origini, alla semplicità delle tradizioni, una rivincita dei borghi, l'attenzione allo sviluppo sostenibile, la valorizzazione e il rispetto dei luoghi incontaminati, meno noti ma incantevoli che il territorio offre. Con la ribalta non delle città d'arte ma delle piccole e sconosciute realtà territoriali, si riscopre anche l'importanza del rapporto interpersonale attraverso una sorta di turismo realizzato attraverso le persone.
Il turismo diventa così accoglienza, porta a ricongiungersi con la terra e i suoi doni, recuperando stili di vita autentici. Ed è sull'accoglienza che fa perno il messaggio della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che, dal 1914, si celebra nell'ultima domenica di settembre e che quest'anno cade oggi, 27 settembre. Una coincidenza che richiama l'importanza di soffermarsi a riflettere e a guardarsi attorno e ad agire per il bene del prossimo per contribuire al benessere della comunità.
«Come Gesù Cristo, costretti a fuggire. Accogliere, proteggere, promuovere e integrare gli sfollati interni» è il tema scelto da Papa Francesco per questa 106^ Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, dedicata in particolare ai cosiddetti "sfollati interni", in generale, a coloro che vivono la condizione di invisibili.
Sono circa 50 milioni gli "sfollati interni" nel mondo, «Sono figli di guerre, conflitti, disastri ambientali e ora anche della pandemia. I loro volti ci offrono un incontro con il Signore, anche se i nostri occhi fanno fatica a riconoscerlo: vestiti rotti, piedi sporchi, volto deformato, corpo piagato, non sanno parlare la nostra lingua» - le parole del Santo Padre.
Gli invisibili, in questo particolare tempo segnato dalla pandemia, non sono soltanto migranti e rifugiati, ma tutti coloro che si ritrovano a vivere esperienze di precarietà, abbandono, emarginazione e rifiuto. E non sono numeri, sono persone.
Se, quindi, la ricorrenza serve a ricordarci quanto sia importante imparare a convivere e condividere, il Coronavirus ci ha, forse, insegnato la corresponsabilità e che solo con il contributo di tutti è possibile affrontare la crisi.
Il tutto potrebbe riassumersi nella sana volontà di conoscersi, tornare a guardarsi negli occhi. Così come nel comparto turistico si torna a guardare alle origini, alle tradizioni, agli stili di vita.
Un 27 settembre 2020 che segna la storia, che invita a lasciarsi coinvolgere dalla bellezza della diversità, sia essa di persone o di territori, nel segno dell'accoglienza.