Attualità
Fabio Di Domenico e il miracolo del San Severo. Intervista
Il mister ruvese porta nella top ten la squadra
Ruvo - martedì 9 maggio 2017
11.09
Gioca a calcio da quando aveva 5 anni, Fabio Di Domenico, e ha fatto della sua passione il suo mestiere. Ha iniziato a Ruvo ma a tredici anni inizia a giocare nel settore giovanile del Bari fino a quando a 18 anni ha iniziato la sua carriera da professionista andando in serie C, in serie B. Ha girato un bel po', Di Domenico tra il Molfetta, Battipagliese, Nocera, Taranto, Sora, Giulianova.
A Corato, nel 2009 ha giocato il suo ultimo anno da professionista e nello stesso tempo ha iniziato ad allenare la squadra Juniores. A trentatré anni per un infortunio Di Domenico è costretto a fermarsi ma scopre di essere un buon allenatore. Segue questa nuova strada che lo porta dal 2009 ad oggi ad essere allenatore di numerose squadre. L'ultima quella del San Severo. «E' stata una opportunità che ho colto al volo. La squadra non stava andando bene, hanno mandato via l'allenatore. La squadra gioca in una categoria importante e andava salvata.»
Com'è andata?
« Ho trovato un ambiente depresso per via degli scarsi risultati raggiunti. A Febbraio è stato mandato via l'allenatore e sono subentrato io. Il San Severo era quart'ultimo. Da Febbraio ad oggi abbiamo raggiunto un ottimo risultanto: abbiamo 5 partite vinte, tre pareggi e 4 sconfitte. L'obiettivo era la salvezza e mantenere la categoria( D). Ci siamo riusciti»
Come ha trovato la squadra?
«Il San Severo è una squadra con delle ottime qualità. Ho trovato ottimi giocatori con delle qualità inespresse. Mi sono trovato in un contesto condizionato in negativo dai risultati che non arrivavano e dalla precaria condizione di classifica ma credo sia una società con buone prospettive e ottime capacità. E' una squadra che aveva bisogno degli stimoli giusti. Non serviva un atto di forza, una imposizione, ma solo uno che riuscisse a capire e ad entrare nelle lore teste. Ho trovato terreno fertile per apportare migliorie nell'aspetto psicofisico. Abbiamo lavorato e sono venute fuori i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Da quart'ultimi abbiamo chiuso il campionato al decimo posto con la salvezza raggiunta matematicamente a una gara dal termine del campionato»
Le soddisfazioni arrivano anche dai piccoli alunni ruvesi : cinque di loro infatti stanno partecipando ai provini per entrare nella squadra del Bari.
Con chi preferisci lavorare? Con gli adulti o con i ragazzi?
«Cambia la comunicazione. Cambiano i problemi. Ma a prescindere dall'età devi essere coerente. Devi essere sincero e corretto. Con i bambini basta alzare un po' la voce e si inquadrano subito. Con i grandi serve fiducia e rispetto. Non devi essere autoritario ma autorevole. I ragazzi li vedi crescere e ti affezioni a loro ma il lavoro con gli adulti lo sento più mio. Mi piace molto e lo faccio con passione. Lavoarare con loro mi viene proprio naturale.»
A Corato, nel 2009 ha giocato il suo ultimo anno da professionista e nello stesso tempo ha iniziato ad allenare la squadra Juniores. A trentatré anni per un infortunio Di Domenico è costretto a fermarsi ma scopre di essere un buon allenatore. Segue questa nuova strada che lo porta dal 2009 ad oggi ad essere allenatore di numerose squadre. L'ultima quella del San Severo. «E' stata una opportunità che ho colto al volo. La squadra non stava andando bene, hanno mandato via l'allenatore. La squadra gioca in una categoria importante e andava salvata.»
Com'è andata?
« Ho trovato un ambiente depresso per via degli scarsi risultati raggiunti. A Febbraio è stato mandato via l'allenatore e sono subentrato io. Il San Severo era quart'ultimo. Da Febbraio ad oggi abbiamo raggiunto un ottimo risultanto: abbiamo 5 partite vinte, tre pareggi e 4 sconfitte. L'obiettivo era la salvezza e mantenere la categoria( D). Ci siamo riusciti»
Come ha trovato la squadra?
«Il San Severo è una squadra con delle ottime qualità. Ho trovato ottimi giocatori con delle qualità inespresse. Mi sono trovato in un contesto condizionato in negativo dai risultati che non arrivavano e dalla precaria condizione di classifica ma credo sia una società con buone prospettive e ottime capacità. E' una squadra che aveva bisogno degli stimoli giusti. Non serviva un atto di forza, una imposizione, ma solo uno che riuscisse a capire e ad entrare nelle lore teste. Ho trovato terreno fertile per apportare migliorie nell'aspetto psicofisico. Abbiamo lavorato e sono venute fuori i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Da quart'ultimi abbiamo chiuso il campionato al decimo posto con la salvezza raggiunta matematicamente a una gara dal termine del campionato»
Le soddisfazioni arrivano anche dai piccoli alunni ruvesi : cinque di loro infatti stanno partecipando ai provini per entrare nella squadra del Bari.
Con chi preferisci lavorare? Con gli adulti o con i ragazzi?
«Cambia la comunicazione. Cambiano i problemi. Ma a prescindere dall'età devi essere coerente. Devi essere sincero e corretto. Con i bambini basta alzare un po' la voce e si inquadrano subito. Con i grandi serve fiducia e rispetto. Non devi essere autoritario ma autorevole. I ragazzi li vedi crescere e ti affezioni a loro ma il lavoro con gli adulti lo sento più mio. Mi piace molto e lo faccio con passione. Lavoarare con loro mi viene proprio naturale.»