Vita di città
«Ecco com'è ridotto il Palazzo di Corso Carafa di Ruvo di Puglia»
Il palazzo ospita alcuni uffici comunali
Ruvo - martedì 11 settembre 2018
11.16
Una immagine eloquente. Una porta "impacchettata" dai nastri della Polizia Municipale con l'obiettivo di evidenziare un pericolo. È una delle porte del palazzo ubicato in Corso Carafa, a Ruvo di Puglia che ospita gli uffici della Polizia Locale, del SUAP e l'ufficio agricoltura. Uffici pubblici particolarmente frequentati che, evidentemente, necessitano di una urgente opera di manutenzione.
L'immagine è stata portata alla nostra attenzione dal consigliere comunale di "Noi con l'Italia" Piero Paparella.
Nel postare la foto sul suo profilo Facebook Paparella scrive: «Questa è la situazione ad oggi del Palazzo di Corso Carafa risalente al 1869 che ospita tra gli altri Vigili, SUAP e Ufficio Agricoltura, ex dimora ottocentesca della famiglia Chieco e sede a suo tempo del Fascio.
Vi viene un nodo in gola? Com'è possibile che ci siamo ridotti così? Un'altra struttura dopo quella di Palazzo Avitaja che probabilmente nei fatti non è piu agibile né per i dipendenti del nostro Ente né tanto meno agli utenti dei medesimi uffici».
Il consigliere comunale stigmatizza: «I beni comuni, la bellezza, l'efficienza. Parole belle e facili da pronunciare a microfoni accesi ma nei fatti ridotte a questo stato. Spero che qualcuno intervenga e presto».
L'immagine è stata portata alla nostra attenzione dal consigliere comunale di "Noi con l'Italia" Piero Paparella.
Nel postare la foto sul suo profilo Facebook Paparella scrive: «Questa è la situazione ad oggi del Palazzo di Corso Carafa risalente al 1869 che ospita tra gli altri Vigili, SUAP e Ufficio Agricoltura, ex dimora ottocentesca della famiglia Chieco e sede a suo tempo del Fascio.
Vi viene un nodo in gola? Com'è possibile che ci siamo ridotti così? Un'altra struttura dopo quella di Palazzo Avitaja che probabilmente nei fatti non è piu agibile né per i dipendenti del nostro Ente né tanto meno agli utenti dei medesimi uffici».
Il consigliere comunale stigmatizza: «I beni comuni, la bellezza, l'efficienza. Parole belle e facili da pronunciare a microfoni accesi ma nei fatti ridotte a questo stato. Spero che qualcuno intervenga e presto».