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DL Ristori, bonus filiera Italia anche per agriturismi e ittoturismi

Registrata perdita di fatturato di oltre 700 milioni di euro

Anche gli agriturismi e gli ittoturismi, ovvero le forme di ristorazione gestite dai pescatori, possono beneficiare del bonus di filiera Italia per l'acquisto di prodotti Made in Italy a sostegno della ristorazione. Lo rende noto la Coldiretti Puglia in riferimento ai contenuti del Dl Ristori 4 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale.

Il crollo delle attività di 20mila bar, trattorie, ristoranti, pizzerie e 876 agriturismi in Puglia – denuncia la Coldiretti regionale - ha un effetto negativo a valanga sull'agroalimentare, con una perdita di fatturato di oltre 700 milioni di euro per i mancati acquisti in cibi e bevande nel 2020.

Il ristori-quater – spiega la Coldiretti - chiarisce che i contributi, la cui domanda può essere presentata fino al 15 dicembre attraverso il Portale della ristorazione o presso gli sportelli degli uffici postali, spettano agli agriturismi a prescindere dal codice ATECO utilizzato per l'esercizio delle attività di alloggio e ristorazione e supera i dubbi interpretativi che erano sorti a seguito del decreto-legge di agosto permettendo agli operatori agrituristici di accedere al bonus ristorazione anche, come chiarito dallo stesso Ministero, in relazione alla cessione di prodotti agricoli tra azienda agricola e azienda agrituristica connessa.

«La drastica riduzione delle attività di agriturismi e ristoranti pesa sulla vendita di molti prodotti agroalimentari, dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato. Le limitazioni alle attività di impresa devono prevedere un adeguato sostegno economico e iniezioni di liquidità per gli agriturismi e lungo tutta la filiera», incalza Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

Il Decreto ristori-quater – spiega la Coldiretti - chiarisce che i contributi, la cui domanda può essere presentata fino al 15 dicembre attraverso il Portale della ristorazione o presso gli sportelli degli uffici postali, spettano agli agriturismi a prescindere dal codice ATECO utilizzato per l'esercizio delle attività di alloggio e ristorazione e supera i dubbi interpretativi che erano sorti a seguito del decreto-legge di agosto permettendo agli operatori agrituristici di accedere al bonus ristorazione anche, come chiarito dallo stesso Ministero, in relazione alla cessione di prodotti agricoli tra azienda agricola e azienda agrituristica connessa.

Un chiarimento importante che risponde alle sollecitazioni della Coldiretti impegnata nella campagna di mobilitazione #mangiaitaliano per sostenere l'intero sistema agroalimentare nazionale che garantisce l'approvvigionamento alimentare alle famiglie pugliesi grazie al lavoro di oltre 100mila aziende agricole e stalle, più di 5mila imprese di lavorazione alimentare e una capillare rete di distribuzione di Campagna Amica che nel 2020 a causa dell'emergenza Covid è sostenuta anche dalle consegne a domicilio e dall'asporto.

Gli agriturismi – sottolinea Coldiretti Puglia - sono realtà duramente colpite dalla crisi generata dalla pandemia con oltre 50 milioni di euro di perdite per le 876 strutture presenti in Puglia, a causa delle limitazioni agli spostamenti e il crollo del turismo, secondo le analisi di Campagna Amica. "Il crollo delle presenze a causa delle limitazioni agli spostamenti a fine anno arriva dopo che il primo lockdown ha azzerato le visite in campagna nei tradizionali weekend di primavera e di Pasqua mentre durante l'estate ha pesato l'assenza praticamente totale degli stranieri che in Puglia rappresenta la maggioranza degli ospiti degli agriturismi", denuncia Filippo De Miccolis Angelini, presidente di Terranostra Puglia, associazione agrituristica di Coldiretti.

A fronte dei 4,2 milioni di arrivi di turisti nel 2019 e 1,2 milioni di arrivi dall'estero, è evidente la perdita secca subita nel 2020 dalle masserie della Puglia che hanno praticamente azzerato gli arrivi di turisti stranieri e annullato le prenotazioni di italiani e del turismo di prossimità nei mesi di lockdown e con le nuove restrizioni, per cui è necessaria una robusta iniziazione di liquidità per consentire agli agriturismi di sopravvivere alle crisi.
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