Vita di città
“Desiderare desiderio”: la Capagrossa fa rivivere il Palazzetto dello Sport
Un murale di idee per valorizzare gli spazi comuni
Ruvo - domenica 18 settembre 2016
Nella grande rassegna Evoluzioni rientra la piccola "rivoluzione" pianificata dal gruppo di coworking La Capagrossa. Prendendo spunto da una creativa caratteristica dei ruvesi, i ragazzi hanno scelto di presentarsi alla città come un contenitore poliedrico di soluzioni, di realtà, di idee che cerca di rompere gli schemi, attivare sinergie, per creare un luogo di condivisione ad oggi assente a Ruvo.
Su questa onda si pone l'esperimento di arte urbana che ha voluto ridare colore e vita a un luogo simbolo di valori positivi, quale il Palazzetto dello Sport in viale Cristoforo Colombo. Accanto all'ingresso principale, sono state realizzate alcune opere di street art non legate direttamente al tema sportivo, ma significative perché cariche di emozioni. Non a torto, gli organizzatori parlano di questa come un'esperienza illuminante che rappresenta un modo per coinvolgere gli estremi e avvicinarli al centro.
«La scelta dei due writer – spiega Ivan Iosca – non è casuale. La scelta di Andrea Casciu si lega alla questione del volto e della testa come contenitore dal quale emergono desideri e dubbi; quella di Patrizia Mastrapasqua denuncia la perdita di peso del luogo e ci regala, con le sue rocce fluttuanti, una visione della terra da un punto di vista differente». Anche le selezioni cromatiche sono state attentamente studiate, in particolare la presenza di ampie campiture blu tra i volti, denota che nella testa di ognuno c'è qualcosa di profondo da comprendere, tanto ampio quanto solo il mare sa essere.
Come per tutte le opere di arte urbana, anche l'interpretazione di questa è lasciata alla libera immaginazione di coloro che la osserveranno nella vita di tutti i giorni e che, ne siamo certi, ne condivideranno il profondo valore sociale.
Su questa onda si pone l'esperimento di arte urbana che ha voluto ridare colore e vita a un luogo simbolo di valori positivi, quale il Palazzetto dello Sport in viale Cristoforo Colombo. Accanto all'ingresso principale, sono state realizzate alcune opere di street art non legate direttamente al tema sportivo, ma significative perché cariche di emozioni. Non a torto, gli organizzatori parlano di questa come un'esperienza illuminante che rappresenta un modo per coinvolgere gli estremi e avvicinarli al centro.
«La scelta dei due writer – spiega Ivan Iosca – non è casuale. La scelta di Andrea Casciu si lega alla questione del volto e della testa come contenitore dal quale emergono desideri e dubbi; quella di Patrizia Mastrapasqua denuncia la perdita di peso del luogo e ci regala, con le sue rocce fluttuanti, una visione della terra da un punto di vista differente». Anche le selezioni cromatiche sono state attentamente studiate, in particolare la presenza di ampie campiture blu tra i volti, denota che nella testa di ognuno c'è qualcosa di profondo da comprendere, tanto ampio quanto solo il mare sa essere.
Come per tutte le opere di arte urbana, anche l'interpretazione di questa è lasciata alla libera immaginazione di coloro che la osserveranno nella vita di tutti i giorni e che, ne siamo certi, ne condivideranno il profondo valore sociale.