Cronaca
Controlli e perquisizioni dei carabinieri dopo l'attentato a Ruvo di Puglia
I Militari della Compagnia con i colleghi del CIO di Bari stanno intensificando l'attività investigativa
Ruvo - giovedì 13 febbraio 2020
15.01
Controlli e perquisizioni da parte dei Carabinieri in tutta la città di Andria, dopo l'attentato dinamitardo che due notti fa, a Ruvo di Puglia, ha letteralmente fatto saltare in aria la Fiat 16 di un vice brigadiere dell'Arma, in servizio presso la Compagnia della città Fidelis.
Con l'inchiesta avviata dalla Procura della Repubblica di Trani, ma il fascicolo potrebbe presto passare alla Direzione antimafia di Bari, gli investigatori stanno valutando una serie di rilievi, a supporto delle ipotesi su cui stanno lavorando in queste ore i militari di Andria, con i colleghi del reparto investigativo e del RIS di Bari, a cominciare dal tipo di esplosivo usato, quasi sicuramente del tritolo. A supporto dei militari di Andria sono giunti in città altri rinforzi da Bari, dalla Compagnia di Intervento Operativo, che stanno effettuando posti di blocco in tutta la città, con turni in tutto l'arco delle 24 ore.
Come accade in questi casi, al vaglio è l'attività che stava svolgendo il militare in forza al nucleo radiomobile, che potrebbe fornire degli utilissimi elementi per risalire agli autori di questo atto criminale. In queste ore numerose le attestazioni di stima e di riconoscenza nei confronti del militare e della sua famiglia, non solo dal mondo politico ed associazionistico, ma dalla stessa comunità di Ruvo di Puglia, che ieri è scesa in piazza, con la Civica Amministrazione, per testimoniare concretamente la propria vicinanza all'Arma dei Carabinieri e, più in generale a quanti conducono quotidianamente la propria battaglia contro la criminalità, comune ed organizzata.
Potrebbe non essere solo una semplice ipotesi che quanto accaduto a Ruvo di Puglia, nella notte tra il 10 e l'11 febbraio, possa essere messo in relazione all'altro attentato dinamitardo che fece saltare in aria l'automobile della moglie di un carabiniere a Corato, nel dicembre del 2018 e qualche settimana prima la villetta di campagna di un altro militare, sempre di Corato ed anch'egli in servizio ad Andria.
L'esplosivo usato potrebbe infatti essere lo stesso: in tutte le vicende l'avvertimento era rivolto a chi stava svolgendo con professionalità e dedizione il proprio lavoro, al servizio della giustizia e nell'interesse della collettività.
Con l'inchiesta avviata dalla Procura della Repubblica di Trani, ma il fascicolo potrebbe presto passare alla Direzione antimafia di Bari, gli investigatori stanno valutando una serie di rilievi, a supporto delle ipotesi su cui stanno lavorando in queste ore i militari di Andria, con i colleghi del reparto investigativo e del RIS di Bari, a cominciare dal tipo di esplosivo usato, quasi sicuramente del tritolo. A supporto dei militari di Andria sono giunti in città altri rinforzi da Bari, dalla Compagnia di Intervento Operativo, che stanno effettuando posti di blocco in tutta la città, con turni in tutto l'arco delle 24 ore.
Come accade in questi casi, al vaglio è l'attività che stava svolgendo il militare in forza al nucleo radiomobile, che potrebbe fornire degli utilissimi elementi per risalire agli autori di questo atto criminale. In queste ore numerose le attestazioni di stima e di riconoscenza nei confronti del militare e della sua famiglia, non solo dal mondo politico ed associazionistico, ma dalla stessa comunità di Ruvo di Puglia, che ieri è scesa in piazza, con la Civica Amministrazione, per testimoniare concretamente la propria vicinanza all'Arma dei Carabinieri e, più in generale a quanti conducono quotidianamente la propria battaglia contro la criminalità, comune ed organizzata.
Potrebbe non essere solo una semplice ipotesi che quanto accaduto a Ruvo di Puglia, nella notte tra il 10 e l'11 febbraio, possa essere messo in relazione all'altro attentato dinamitardo che fece saltare in aria l'automobile della moglie di un carabiniere a Corato, nel dicembre del 2018 e qualche settimana prima la villetta di campagna di un altro militare, sempre di Corato ed anch'egli in servizio ad Andria.
L'esplosivo usato potrebbe infatti essere lo stesso: in tutte le vicende l'avvertimento era rivolto a chi stava svolgendo con professionalità e dedizione il proprio lavoro, al servizio della giustizia e nell'interesse della collettività.