Attualità
Coldiretti: «Olive come diamanti, in 3 minuti rubati fino a 30 chili»
Plauso ai Carabinieri per le denunce a Bitritto in flagranza di reato con una refurtiva raccolta di 1 quintale di olive
Ruvo - giovedì 2 dicembre 2021
10.17
«I predoni delle campagne in Puglia stanno facendo razzia di olive che come diamanti andrebbero sorvegliate di notte e infine scortate durante i trasferimenti nei frantoi».
È quanto denuncia Coldiretti Puglia che palude alle denunce a Bitritto in provincia di Bari di quattro persone che con teloni e aste per battere gli ulivi sono state colte in flagranza di reato dai Carabinieri mentre avevano già raccolto una refurtiva di 1 quintale di olive.
«Le bande di malfattori - fa sapere l'associazione di categoria - stanno letteralmente depredando gli oliveti del barese e del foggiano, dove in 2, massimo 3 minuti riescono a portare via 30 chilogrammi di olive ad albero, battendo gli ulivi con mazze anche di ferro per far crollare il maggior numero di prodotto, danneggiando al contempo le piante.
Le squadre di malfattori trascinano le reti sotto gli olivi a mano a mano che i complici percuotono i rami per raccogliere il maggiore numero possibile di olive in caduta. Il calo della produzione del 30-40% rispetto alla media produttiva pugliese sta facendo degenerare la situazione. È un fenomeno che preoccupa e non poco gli imprenditori olivicoli pugliesi, vittime di razzie di olive ad opera di squadre organizzate.
Oltre alla perdita di reddito per il furto di olive e al danneggiamento delle piante, gli agricoltori sono costretti ad impiegare più manodopera per recuperare dal terreno parte della refurtiva che i ladri, trascinando velocemente le reti di raccolta, non riescono a portare via».
Secondo l'analisi dell'Osservatorio sulla criminalità dell'agricoltura e sul sistema agroalimentare promosso da Coldiretti sui risultati conseguiti dalle forze di polizia, l'intero comparto agroalimentare è caratterizzato da fenomeni criminali legati a furti, estorsioni e alla contraffazione di prodotti alimentari ed agricoli e dei relativi marchi garantiti.
I danni al sistema sociale ed economico sono molteplici, dal pericolo per la salute dei consumatori finali, all'alterazione del regolare andamento del mercato agroalimentare. Per questo Coldiretti Puglia, ringraziando le forze dell'ordine per l'opera incessante svolta quotidianamente, chiede una stretta sui controlli per assicurare maggiore sicurezza agli agricoltori e agli operai.
Il fronte dell'illegalità è sempre più ampio e riguarda la proprietà fondiaria, le infrastrutture di servizio all'attività agricola e, non da ultime, le produzioni agricole ed agroalimentari. I reati contro il patrimonio, quali furto di mezzi agricoli (15%), abigeato (11%), furto di prodotti agricoli (13%), racket (9%), usura, danneggiamento, pascolo abusivo, estorsione, rappresentano la "porta di ingresso principale" della malavita organizzata e spicciola nella vita dell'imprenditore e nella regolare conduzione aziendale.
Masserie, pozzi e strutture letteralmente depredate, chilometri e chilometri di fili di rame, letteralmente volatilizzati lasciando le imprese senza energia elettrica e possibilità di proseguire nelle quotidiane attività imprenditoriali.
Capitolo a parte merita il mercato parallelo di prodotti agricoli provenienti da migliaia di chilometri di distanza, spesso sofisticati, spacciati per prodotti di qualità, quando di qualità non sono, per cui viene illegalmente utilizzato il marchio "made in Puglia", a danno dell'imprenditoria agricola pugliesi e dei consumatori.
È quanto denuncia Coldiretti Puglia che palude alle denunce a Bitritto in provincia di Bari di quattro persone che con teloni e aste per battere gli ulivi sono state colte in flagranza di reato dai Carabinieri mentre avevano già raccolto una refurtiva di 1 quintale di olive.
«Le bande di malfattori - fa sapere l'associazione di categoria - stanno letteralmente depredando gli oliveti del barese e del foggiano, dove in 2, massimo 3 minuti riescono a portare via 30 chilogrammi di olive ad albero, battendo gli ulivi con mazze anche di ferro per far crollare il maggior numero di prodotto, danneggiando al contempo le piante.
Le squadre di malfattori trascinano le reti sotto gli olivi a mano a mano che i complici percuotono i rami per raccogliere il maggiore numero possibile di olive in caduta. Il calo della produzione del 30-40% rispetto alla media produttiva pugliese sta facendo degenerare la situazione. È un fenomeno che preoccupa e non poco gli imprenditori olivicoli pugliesi, vittime di razzie di olive ad opera di squadre organizzate.
Oltre alla perdita di reddito per il furto di olive e al danneggiamento delle piante, gli agricoltori sono costretti ad impiegare più manodopera per recuperare dal terreno parte della refurtiva che i ladri, trascinando velocemente le reti di raccolta, non riescono a portare via».
Secondo l'analisi dell'Osservatorio sulla criminalità dell'agricoltura e sul sistema agroalimentare promosso da Coldiretti sui risultati conseguiti dalle forze di polizia, l'intero comparto agroalimentare è caratterizzato da fenomeni criminali legati a furti, estorsioni e alla contraffazione di prodotti alimentari ed agricoli e dei relativi marchi garantiti.
I danni al sistema sociale ed economico sono molteplici, dal pericolo per la salute dei consumatori finali, all'alterazione del regolare andamento del mercato agroalimentare. Per questo Coldiretti Puglia, ringraziando le forze dell'ordine per l'opera incessante svolta quotidianamente, chiede una stretta sui controlli per assicurare maggiore sicurezza agli agricoltori e agli operai.
Il fronte dell'illegalità è sempre più ampio e riguarda la proprietà fondiaria, le infrastrutture di servizio all'attività agricola e, non da ultime, le produzioni agricole ed agroalimentari. I reati contro il patrimonio, quali furto di mezzi agricoli (15%), abigeato (11%), furto di prodotti agricoli (13%), racket (9%), usura, danneggiamento, pascolo abusivo, estorsione, rappresentano la "porta di ingresso principale" della malavita organizzata e spicciola nella vita dell'imprenditore e nella regolare conduzione aziendale.
Masserie, pozzi e strutture letteralmente depredate, chilometri e chilometri di fili di rame, letteralmente volatilizzati lasciando le imprese senza energia elettrica e possibilità di proseguire nelle quotidiane attività imprenditoriali.
Capitolo a parte merita il mercato parallelo di prodotti agricoli provenienti da migliaia di chilometri di distanza, spesso sofisticati, spacciati per prodotti di qualità, quando di qualità non sono, per cui viene illegalmente utilizzato il marchio "made in Puglia", a danno dell'imprenditoria agricola pugliesi e dei consumatori.