100 anni di fede a Ruvo di Puglia per la parrocchia Santa Lucia - INTERVISTA
Intervista a don Nicolò Tempesta: un Giubileo tra memoria e futuro in un mondo in trasformazione
Questo evento si inserisce in un contesto di riflessione spirituale e sociale, volto a ripensare il ruolo della parrocchia in una società in rapida trasformazione, segnata da sfide globali e locali che incidono profondamente sul tessuto relazionale e sulla vita di comunità. L'importanza di un anniversario così simbolico va ben oltre la semplice commemorazione di un traguardo storico; si trasforma in un'opportunità per guardare al futuro con occhi nuovi.
A tal proposito, abbiamo intervistato don Nicolò Tempesta, guida spirituale della comunità, che ha condiviso con noi il suo pensiero riguardo a questo importante anniversario e il significato più profondo della parrocchia nella vita dei fedeli.
Don Nicolò, quale significato attribuisce alla celebrazione del centenario della Parrocchia Santa Lucia?
Ricordare il centenario di una comunità parrocchiale in un contesto come quello di Ruvo di Puglia non è semplicemente un'occasione per guardare indietro con gratitudine, ma è soprattutto un'opportunità per sentirsi parte di una storia viva, una storia di grazia che si estende verso il futuro con rinnovata speranza. Questo anniversario non è solo una celebrazione formale, ma un invito a tutti i fedeli a riflettere sul cammino percorso, sui valori che ci uniscono e sulla missione che la nostra comunità è chiamata a svolgere nei tempi a venire. Non possiamo limitarci alla celebrazione, dobbiamo riscoprire il senso profondo di essere comunità cristiana in un mondo che cambia.
Viviamo in un'epoca segnata dall'individualismo e dalla frammentazione sociale. In che modo la parrocchia può rappresentare un antidoto a questa crisi?
Siamo certamente immersi in un periodo storico dominato da una cultura dell'individualismo, dove spesso le connessioni virtuali tendono a sostituirsi alle relazioni autentiche. Tuttavia, io credo che questa crisi rappresenti anche una preziosa opportunità per la parrocchia. È un momento di grazia, in cui possiamo riscoprire l'importanza delle relazioni reali e profonde, a partire dalla comunità parrocchiale. Ma questo richiede un atteggiamento di apertura: dobbiamo essere pronti a lasciarci sorprendere dalla novità, a essere attratti da una proposta di vita che rompe con l'isolamento e promuove l'incontro autentico tra le persone.
Al centro della vita parrocchiale di Santa Lucia vi è sempre stata l'Eucaristia. Qual è il suo significato in questo contesto storico e comunitario?
L'Eucaristia, come affermato dal Concilio Vaticano II, è la fonte e il culmine della vita cristiana. È il cuore pulsante della nostra comunità, non solo come atto liturgico, ma come esperienza profonda di incontro con il mistero di Dio e con la sua azione nella nostra storia. In un mondo frammentato e spesso privo di punti di riferimento stabili, l'Eucaristia rappresenta un'ancora di salvezza, il luogo in cui ci incontriamo con Dio e tra di noi, generando una fraternità capace di cambiare il mondo. Non è qualcosa di marginale o di secondario nella vita della parrocchia, ma l'elemento centrale da cui tutto parte e a cui tutto ritorna. Essa riassume in sé l'intera esistenza cristiana: è incontro, relazione, trasformazione. Ma per vivere l'Eucaristia in tutta la sua verità, è necessario che la comunità si radichi profondamente nella realtà umana in cui opera, impegnandosi con attenzione ed empatia verso le persone che ne fanno parte.
Quest'anno si celebra anche il venticinquesimo anniversario della nuova chiesa parrocchiale. Qual è il significato di questo edificio per la comunità?
La nuova chiesa, inaugurata nel settembre del 1999, rappresenta molto più di un semplice spazio fisico; è il luogo dove la comunità si riunisce per celebrare e vivere l'Eucaristia, per costruire relazioni e per sperimentare la presenza viva di Dio. Questo edificio è stato pensato e costruito come un rifugio spirituale nel cuore del quartiere, un punto di riferimento visibile e tangibile per tutti coloro che cercano un luogo di pace e comunione. Da 25 anni, la nostra comunità si ritrova qui, tra le case del quartiere, per fare esperienza di Dio nella vita quotidiana. Ma se la nostra partecipazione all'Eucaristia non ci porta a una vera e propria trasformazione interiore, se non ci fa vivere profondamente la relazione con Dio e con gli altri, rischiamo di ridurre tutto a un semplice rito, a un'abitudine priva di significato. La vera sfida, oggi, è proprio questa: riusciremo a porre alla società odierna la domanda su Dio, a provocare un interrogativo che scaturisca dall'incontro con l'Eucaristia?
Guardando al futuro, quali sono le sue speranze per la parrocchia di Santa Lucia?
La mia speranza è che la parrocchia Santa Lucia possa continuare a essere una comunità viva e vibrante, capace di dialogare con le nuove generazioni e di rispondere alle sfide di un mondo in costante cambiamento. Credo fermamente che, restando radicati nei valori del Vangelo e nell'Eucaristia, possiamo essere una comunità capace di rigenerarsi continuamente e di offrire risposte nuove e significative alle domande più profonde dell'umanità. Dobbiamo essere un luogo dove le persone possano trovare non solo accoglienza e calore umano, ma anche una proposta di vita che sia capace di andare oltre la superficialità e la frammentazione del nostro tempo. Solo così potremo continuare a essere, come diceva San Giovanni XXIII, quella "fontana del villaggio" che disseta le generazioni di oggi, così come ha fatto con quelle del passato.