Enti locali
Casa in comune, il cohousing sociale arriva a Ruvo di Puglia
Si tratta di un progetto di contrasto al disagio abitativo e di inclusione sociale
Ruvo - giovedì 25 luglio 2019
18.43
È stato pubblicato sul sito istituzionale del Comune l'Avviso pubblico di manifestazione di interesse per individuare un ente di terzo settore a cui affidare l'attuazione di "Casa in Comune", l'innovativo progetto di inclusione sociale e prevenzione e contrasto al disagio abitativo, studiato dall'Assessorato alle Politiche Sociali del Comune.
Il progetto, uno dei primi esperimenti in Puglia di cohousing sociale, si propone di andare oltre il vecchio approccio assistenziale (costoso e poco efficace) e provare a costruire percorsi di autonomia per persone o famiglie in condizioni di disagio.
Gli interventi saranno rivolti a un massimo di venti beneficiari individuati dal servizio sociale comunale; per alcuni di essi (è questa la principale novità del progetto) è previsto un soggiorno temporaneo in cohousing presso un immobile comunale. Operatori professionali seguiranno i beneficiari sostenendoli in un percorso individualizzato (sei mesi circa). La sperimentazione durerà dodici mesi.
Potranno beneficiare dell'intervento famiglie e persone singole in stato di fragilità sociale ed economica, sottoposti a sfratto o in stato di inadempienza contrattuale per l'alloggio di domicilio; ospiti di strutture a bassa soglia in emergenza abitativa; altri utenti in situazioni di emergenza abitativa che non abbiano particolari compromissioni di salute tali da incidere sulla capacità di interazione e di autodeterminazione.
Tra le finalità del progetto ci sono: la promozione di percorsi di qualificazione lavorativa anche attraverso le opportunità fornite dalle misure di contrasto alla povertà regionali e nazionali, la creazione di una rete di soggetti istituzionali e non a sostegno dei progetti di inclusione socio-lavorativa, incentivi a nuove forme dell'abitare.
"Quello della casa – ha detto il sindaco Pasquale Chieco– è sicuramente uno dei problemi principali del nostro paese. Perdere l'abitazione è oggi molto più facile che in passato: in questi anni sono stati tanti i cittadini (famiglie, ma anche persone sole) che hanno bussato alla porta del Sindaco per chiedere aiuto, anche se il Comune ha pochissimi strumenti per far fronte a queste necessità.
Anche in questo caso stiamo provando trovare soluzioni nuove a problemi cronici non limitandoci a tamponare le emergenze, ma provando a mettere in campo azioni di lungo periodo.
Nell'attesa di potere vedere finalmente agibili i venti alloggi del Contratto di Quartiere 2 che la città attende da anni, proviamo a sperimentare a Ruvo una formula che in altre parti d'Italia e d'Europa ha dato risultati importanti, aiutando vite a ricostruirsi, relazioni a rinsaldarsi, storie a continuare."
"Il progetto "Casa in comune" – ha detto l'assessora alle Politiche SocialiMonica Montaruli- si propone di intervenire sulle cause che generano il disagio abitativo e sulle difficoltà di inclusione sociale. Questa progettualità anticipa la programmazione che sarà realizzata a livello di Ambito Territoriale Sociale sui temi del contrasto alle povertà estreme e, in particola modo, al disagio abitativo. Grazie al finanziamento del PON Inclusione e agli interventi previsti dal Piano Povertà, infatti, la sperimentazione del progetto "Casa in Comune" potrà segnare la strada da percorrere, indirizzando tali progettualità affinché si passi da misure innovative e sperimentali a servizi strutturali e stabili, efficaci e coerenti con i bisogni della comunità."
Il progetto, uno dei primi esperimenti in Puglia di cohousing sociale, si propone di andare oltre il vecchio approccio assistenziale (costoso e poco efficace) e provare a costruire percorsi di autonomia per persone o famiglie in condizioni di disagio.
Gli interventi saranno rivolti a un massimo di venti beneficiari individuati dal servizio sociale comunale; per alcuni di essi (è questa la principale novità del progetto) è previsto un soggiorno temporaneo in cohousing presso un immobile comunale. Operatori professionali seguiranno i beneficiari sostenendoli in un percorso individualizzato (sei mesi circa). La sperimentazione durerà dodici mesi.
Potranno beneficiare dell'intervento famiglie e persone singole in stato di fragilità sociale ed economica, sottoposti a sfratto o in stato di inadempienza contrattuale per l'alloggio di domicilio; ospiti di strutture a bassa soglia in emergenza abitativa; altri utenti in situazioni di emergenza abitativa che non abbiano particolari compromissioni di salute tali da incidere sulla capacità di interazione e di autodeterminazione.
Tra le finalità del progetto ci sono: la promozione di percorsi di qualificazione lavorativa anche attraverso le opportunità fornite dalle misure di contrasto alla povertà regionali e nazionali, la creazione di una rete di soggetti istituzionali e non a sostegno dei progetti di inclusione socio-lavorativa, incentivi a nuove forme dell'abitare.
"Quello della casa – ha detto il sindaco Pasquale Chieco– è sicuramente uno dei problemi principali del nostro paese. Perdere l'abitazione è oggi molto più facile che in passato: in questi anni sono stati tanti i cittadini (famiglie, ma anche persone sole) che hanno bussato alla porta del Sindaco per chiedere aiuto, anche se il Comune ha pochissimi strumenti per far fronte a queste necessità.
Anche in questo caso stiamo provando trovare soluzioni nuove a problemi cronici non limitandoci a tamponare le emergenze, ma provando a mettere in campo azioni di lungo periodo.
Nell'attesa di potere vedere finalmente agibili i venti alloggi del Contratto di Quartiere 2 che la città attende da anni, proviamo a sperimentare a Ruvo una formula che in altre parti d'Italia e d'Europa ha dato risultati importanti, aiutando vite a ricostruirsi, relazioni a rinsaldarsi, storie a continuare."
"Il progetto "Casa in comune" – ha detto l'assessora alle Politiche SocialiMonica Montaruli- si propone di intervenire sulle cause che generano il disagio abitativo e sulle difficoltà di inclusione sociale. Questa progettualità anticipa la programmazione che sarà realizzata a livello di Ambito Territoriale Sociale sui temi del contrasto alle povertà estreme e, in particola modo, al disagio abitativo. Grazie al finanziamento del PON Inclusione e agli interventi previsti dal Piano Povertà, infatti, la sperimentazione del progetto "Casa in Comune" potrà segnare la strada da percorrere, indirizzando tali progettualità affinché si passi da misure innovative e sperimentali a servizi strutturali e stabili, efficaci e coerenti con i bisogni della comunità."