Cronaca
Carabiniera e mamma, trasferimento negato. Ma il Tar annulla
La donna, in servizio alla Stazione di Ruvo di Puglia e con un figlio di 3 anni, aveva chiesto di andare in Sicilia dal marito
Ruvo - martedì 10 settembre 2024
9.49
Con un figlio piccolo ha chiesto all'amministrazione per cui lavora, l'Arma, di potersi avvicinare al marito, residente e impiegato in Sicilia. Ma la donna, carabiniera in servizio alla Stazione di Ruvo di Puglia, si è vista rifiutare la domanda di trasferimento a causa di «carenza di organico». Il Tar Puglia, però, le ha dato ragione.
I fatti risalgono a dicembre 2023, quando la donna, madre di un figlio di 3 anni, ha chiesto l'assegnazione temporanea in Sicilia, ad Enna, dove risiede il marito. Qualche mese più tardi il Comando Generale ha rigettato la sua istanza perché a Ruvo, ha rilevato l'Arma, c'è una scopertura di 4 unità, pari al 19%, e quindi «non può subire il detrimento di ulteriori risorse attesa la necessità di garantire adeguati livelli di efficienza». Il Tribunale pugliese, però, ha dato ragione alla militare.
La legge stabilisce che «il genitore con figli minori fino a 3 anni di età dipendente di amministrazioni pubbliche può essere assegnato, a richiesta, ad una sede di servizio ubicata nella stessa provincia o regione nella quale l'altro genitore esercita la propria attività lavorativa», precisando che, per le forze di polizia, «il diniego è consentito per esigenze organiche». Non sarebbe questo il caso, «non essendo sufficiente il riferimento alla mera scopertura di organico» spiegano i giudici.
Secondo il Tar pugliese, cioè, «il diniego non motiva adeguatamente l'esistenza di quelle esigenze di servizio particolarmente gravi, urgenti e complesse: si tratta di esigenze di servizio formulate dall'amministrazione in modo molto generico per potere prevalere sugli interessi, di tipo costituzionale, del lavoratore-genitore».
I fatti risalgono a dicembre 2023, quando la donna, madre di un figlio di 3 anni, ha chiesto l'assegnazione temporanea in Sicilia, ad Enna, dove risiede il marito. Qualche mese più tardi il Comando Generale ha rigettato la sua istanza perché a Ruvo, ha rilevato l'Arma, c'è una scopertura di 4 unità, pari al 19%, e quindi «non può subire il detrimento di ulteriori risorse attesa la necessità di garantire adeguati livelli di efficienza». Il Tribunale pugliese, però, ha dato ragione alla militare.
La legge stabilisce che «il genitore con figli minori fino a 3 anni di età dipendente di amministrazioni pubbliche può essere assegnato, a richiesta, ad una sede di servizio ubicata nella stessa provincia o regione nella quale l'altro genitore esercita la propria attività lavorativa», precisando che, per le forze di polizia, «il diniego è consentito per esigenze organiche». Non sarebbe questo il caso, «non essendo sufficiente il riferimento alla mera scopertura di organico» spiegano i giudici.
Secondo il Tar pugliese, cioè, «il diniego non motiva adeguatamente l'esistenza di quelle esigenze di servizio particolarmente gravi, urgenti e complesse: si tratta di esigenze di servizio formulate dall'amministrazione in modo molto generico per potere prevalere sugli interessi, di tipo costituzionale, del lavoratore-genitore».