Cronaca
Attentato al carabiniere, Procura apre inchiesta
Si scava nell'attività professionale del militare
Ruvo - mercoledì 12 febbraio 2020
La Procura della Repubblica di Trani ha aperto una inchiesta a carico di ignoti in merito all'attentato dinamitardo che la notte scorsa ha letteralmente fatto saltare in aria la Fiat 16 di un vice brigadiere dei carabinieri in servizio presso la Compagnia di Andria.
Il reato ipotizzato è quello di detenzione illegale di esplosivo. La pista che gli inquirenti stanno seguendo per ricostruire la vicenda è quella legata all'attività professionale del militare, impegnato nella lotta alla criminalità organizzata. Si parte, dunque, scavando nelle indagini condotte dal carabiniere cercando di capire se vi sia un nesso con gli altri attentati verificatisi in breve tempo sempre ai danni di militari in servizio alla compagnia di Andria.
Quanto accaduto a Ruvo di Puglia nella notte tra il 10 e l'11 febbraio richiama alla mente l'atto dinamitardo che fece saltare in aria l'automobile della moglie di un carabiniere a Corato, nel dicembre del 2018. Anche in quel caso fu usato un potente esplosivo. L'avvertimento era chiaro.
Intanto circola un filmato, girato poco tempo dopo l'attentato, che racconta in maniera evidente i danni provocati dalla deflagrazione. Porte, vetri, persino il citofono divelto dallo scoppio di una bomba per la quale è stato utilizzato quasi mezzo chilo di tritolo. Chi ha agito voleva lanciare un evidente segnale. Solo per una fortunata coincidenza lo scoppio della bomba non ha provocato vittime o feriti.
Il reato ipotizzato è quello di detenzione illegale di esplosivo. La pista che gli inquirenti stanno seguendo per ricostruire la vicenda è quella legata all'attività professionale del militare, impegnato nella lotta alla criminalità organizzata. Si parte, dunque, scavando nelle indagini condotte dal carabiniere cercando di capire se vi sia un nesso con gli altri attentati verificatisi in breve tempo sempre ai danni di militari in servizio alla compagnia di Andria.
Quanto accaduto a Ruvo di Puglia nella notte tra il 10 e l'11 febbraio richiama alla mente l'atto dinamitardo che fece saltare in aria l'automobile della moglie di un carabiniere a Corato, nel dicembre del 2018. Anche in quel caso fu usato un potente esplosivo. L'avvertimento era chiaro.
Intanto circola un filmato, girato poco tempo dopo l'attentato, che racconta in maniera evidente i danni provocati dalla deflagrazione. Porte, vetri, persino il citofono divelto dallo scoppio di una bomba per la quale è stato utilizzato quasi mezzo chilo di tritolo. Chi ha agito voleva lanciare un evidente segnale. Solo per una fortunata coincidenza lo scoppio della bomba non ha provocato vittime o feriti.