Politica
Assoluzione del TAR sul PRG, restano paralisi edilizia e avvocati in attesa di compensi
Il Comitato Civico Ruvo Democratica delinea un quadro della situazione
Ruvo - martedì 11 febbraio 2020
Comunicato Stampa
Ripercorrendo le vicende sul PRG, risalenti al 2012, il Comitato Civico Ruvo Democratica delinea un quadro attuale della situazione urbanistica a Ruvo di Puglia che appare immobilizzata da anni, portando alla luce ulteriori problematiche.
"Nell'anno 2012, gli amministratori del Consiglio Comunale e della Giunta delle due amministrazioni precedenti a questa, nonché tecnici e proprietari dei suoli furono raggiunti da avviso di garanzia per concorso in abuso edilizio, abuso d'ufficio, falso in atto pubblico e altro, in relazione ai piani di lottizzazione dei comparti C, D, E, F e ai relativi permessi a costruire (comparti delle villette sull'Estramurale Pertini)" - comunicano dal Comitato.
"Secondo le denunce prodotte da illustri personaggi e le successive indagini condotte dal famoso PM di Trani, oggi miseramente caduto in disgrazia e reo confesso di numerosi reati contro la Pubblica Amministrazione, i provvedimenti adottati dalle due Amministrazioni erano ritenuti non rispettosi delle norme del PRG sul calcolo dei volumi e sulla panoramicità del versante e adottati in difformità alle regolari procedure amministrative.
Nel 2018 è passata in giudicato la sentenza che assolve con formula piena "perché il fatto non sussiste", tutti gli amministratori (35 tra consiglieri e giunta).
Il pilastro su cui si fonda la sentenza è l'accertamento che l'attività svolta dal Consiglio Comunale sia stata corretta, che si era agito nel rispetto della legalità per rispondere ai legittimi interessi dei cittadini e per promuovere lo sviluppo della città.
Attività Consiliare supportata e confortata dalla presa d'atto della Regione Puglia e dall'approvazione, all'unanimità, della relazione pro-veritate del redattore del PRG che affermava la conformità degli atti alle norme del PRG.
Si possono pertanto cominciare a valutare i danni: alla città per lo spreco di tempo e risorse con il blocco di tutta l'attività edilizia e ciò che ne ha conseguito al settore produttivo e all'economia del paese; alle persone imputate per aver infangato la loro immagine e la loro reputazione.
Va detto che nonostante non vi sia stato alcun sequestro (strana anomalia da parte del PM) e i lavori in itinere siano proseguiti senza intoppo e mai interrotti, tutto il settore è ancora bloccato (fin tanto che il procedimento parallelo a carico dei tecnici e dei proprietari non viene chiuso) in barba al principio giuridico per il quale il procedimento amministrativo non si intreccia con quello penale e non può essere sospeso in attesa dei tempi della Magistratura.
Principio riaffermato anche dal TAR Puglia in una sentenza che ha visto il Comune di Ruvo soccombente al riguardo. E invece, purtroppo, si continua ad ignorare consapevolmente quanto riconosciuto anche dalla Magistratura Penale e si persiste nel lasciare il settore edilizio nella paralisi totale al fine di garantire al paese una mal intesa tranquillità.
A ciò contribuisce (naturalmente) anche la mancata approvazione del PUG fuori tempo massimo, strumento utile a dare certezza agli interventi e a sbloccare gli altri comparti, rinviato alle calende greche.
Tutto questo spreco di tempo e di risorse risulta incomprensibile e induce a domandarsi quale sia il vero motivo di questa volontà per un verso distruttrice e per l'altro paralizzante e quali siano i veri obiettivi perseguiti al di là del ripetitivo e retorico mantra del "risparmio del consumo di suolo".
Ma questa è un'altra storia. Intanto, siccome le disgrazie arrivano sempre accompagnate, oltre al problema delle accuse che hanno fatto male al buon nome del paese e disonorato gli amministratori - oggi assolti con formula piena - procurando immobilismo di tutto il comparto dell'edilizia, ci troviamo ad affrontare un'altra conseguenza dannosa.
La latitanza dell'Amministrazione e l'assenza di risposte fa crescere il malumore tra i tanti avvocati incaricati di difendere i 35 amministratori assolti, i quali aspettano da più di un anno risposte sui modi e tempi per la liquidazione dei loro onorari a carico del Comune.
Convocare gli avvocati e tentare di uniformare le legittime pretese è nell'interesse dell'amministrazione per limitare i danni. - conclude il Comitato Civico - Continuare a far finta di nulla nascondendo, come per tanti problemi cittadini, la testa sotto la sabbia porta inevitabilmente a far aumentare in modo esponenziale il danno economico a carico delle casse comunali ad alimentare il disagio di chi ha diritto, in tempi ragionevoli, al giusto compenso. Che cosa si aspetta per intervenire?".
"Nell'anno 2012, gli amministratori del Consiglio Comunale e della Giunta delle due amministrazioni precedenti a questa, nonché tecnici e proprietari dei suoli furono raggiunti da avviso di garanzia per concorso in abuso edilizio, abuso d'ufficio, falso in atto pubblico e altro, in relazione ai piani di lottizzazione dei comparti C, D, E, F e ai relativi permessi a costruire (comparti delle villette sull'Estramurale Pertini)" - comunicano dal Comitato.
"Secondo le denunce prodotte da illustri personaggi e le successive indagini condotte dal famoso PM di Trani, oggi miseramente caduto in disgrazia e reo confesso di numerosi reati contro la Pubblica Amministrazione, i provvedimenti adottati dalle due Amministrazioni erano ritenuti non rispettosi delle norme del PRG sul calcolo dei volumi e sulla panoramicità del versante e adottati in difformità alle regolari procedure amministrative.
Nel 2018 è passata in giudicato la sentenza che assolve con formula piena "perché il fatto non sussiste", tutti gli amministratori (35 tra consiglieri e giunta).
Il pilastro su cui si fonda la sentenza è l'accertamento che l'attività svolta dal Consiglio Comunale sia stata corretta, che si era agito nel rispetto della legalità per rispondere ai legittimi interessi dei cittadini e per promuovere lo sviluppo della città.
Attività Consiliare supportata e confortata dalla presa d'atto della Regione Puglia e dall'approvazione, all'unanimità, della relazione pro-veritate del redattore del PRG che affermava la conformità degli atti alle norme del PRG.
Si possono pertanto cominciare a valutare i danni: alla città per lo spreco di tempo e risorse con il blocco di tutta l'attività edilizia e ciò che ne ha conseguito al settore produttivo e all'economia del paese; alle persone imputate per aver infangato la loro immagine e la loro reputazione.
Va detto che nonostante non vi sia stato alcun sequestro (strana anomalia da parte del PM) e i lavori in itinere siano proseguiti senza intoppo e mai interrotti, tutto il settore è ancora bloccato (fin tanto che il procedimento parallelo a carico dei tecnici e dei proprietari non viene chiuso) in barba al principio giuridico per il quale il procedimento amministrativo non si intreccia con quello penale e non può essere sospeso in attesa dei tempi della Magistratura.
Principio riaffermato anche dal TAR Puglia in una sentenza che ha visto il Comune di Ruvo soccombente al riguardo. E invece, purtroppo, si continua ad ignorare consapevolmente quanto riconosciuto anche dalla Magistratura Penale e si persiste nel lasciare il settore edilizio nella paralisi totale al fine di garantire al paese una mal intesa tranquillità.
A ciò contribuisce (naturalmente) anche la mancata approvazione del PUG fuori tempo massimo, strumento utile a dare certezza agli interventi e a sbloccare gli altri comparti, rinviato alle calende greche.
Tutto questo spreco di tempo e di risorse risulta incomprensibile e induce a domandarsi quale sia il vero motivo di questa volontà per un verso distruttrice e per l'altro paralizzante e quali siano i veri obiettivi perseguiti al di là del ripetitivo e retorico mantra del "risparmio del consumo di suolo".
Ma questa è un'altra storia. Intanto, siccome le disgrazie arrivano sempre accompagnate, oltre al problema delle accuse che hanno fatto male al buon nome del paese e disonorato gli amministratori - oggi assolti con formula piena - procurando immobilismo di tutto il comparto dell'edilizia, ci troviamo ad affrontare un'altra conseguenza dannosa.
La latitanza dell'Amministrazione e l'assenza di risposte fa crescere il malumore tra i tanti avvocati incaricati di difendere i 35 amministratori assolti, i quali aspettano da più di un anno risposte sui modi e tempi per la liquidazione dei loro onorari a carico del Comune.
Convocare gli avvocati e tentare di uniformare le legittime pretese è nell'interesse dell'amministrazione per limitare i danni. - conclude il Comitato Civico - Continuare a far finta di nulla nascondendo, come per tanti problemi cittadini, la testa sotto la sabbia porta inevitabilmente a far aumentare in modo esponenziale il danno economico a carico delle casse comunali ad alimentare il disagio di chi ha diritto, in tempi ragionevoli, al giusto compenso. Che cosa si aspetta per intervenire?".