Politica
Assistenti civici, è polemica sul bando della Protezione Civile
Vertice tra Conte, Boccia e i ministri del lavoro e degli interni
Ruvo - martedì 26 maggio 2020
È polemica politica sul bando della Protezione Civile sugli assistenti civici che dovrebbero coadiuvare le amministrazioni comunali e le forze dell'ordine nella gestione della fase 2 dell'emergenza Coronavirus, contribuendo a fornire informazioni ai cittadini sui comportamenti corretti da tenere nei luoghi pubblici, regolamentando l'accesso a parchi e mercati e informando le autorità di sicurezza in casi di emergenza.
Una proposta, presentata domenica dal ministro per gli affari regionali e le autonomie Francesco Boccia e dal sindaco di Bari Antonio Decaro, in qualità di presidente dell'Anci, che non sembra destinata a concretizzarsi nella volontà di istituire i 60mila volontari nei comuni italiani, scelti fra disoccupati e percettori di reddito di cittadinanza che, coordinati dalla protezione civile, dovrebbero collaborare al rispetto del distanziamento sociale e dare un sostegno alla parte più debole della popolazione.
Sulla vicenda, nel corso di un vertice, si è espresso il Viminale: «Le decisioni assunte, senza preventiva consultazione del ministero dell'Interno per l'istituzione della figura degli "assistenti civici" in relazione alle misure di contrasto e di contenimento della pandemia Covid-19, non dovranno comportare compiti aggiuntivi per le prefetture e per le forze di polizia già quotidianamente impegnate nei controlli sul territorio» - sottolinea il Ministero.
Perplessità in merito anche da parte del ministro del lavoro Nunzia Catalfo nel corso dell'incontro tenutosi ieri pomeriggio con il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il ministro Boccia e la titolare del ministero degli interni Luciana Lamorgese.
«Stiamo progressivamente entrando in una nuova normalità – ha detto Boccia. C'è una graduale ripresa delle attività produttive e i cittadini stanno, giorno dopo giorno, tornando a popolare le città. I Comuni, attraverso Anci, potranno avvalersi del contributo degli 'assistenti civici' per far rispettare tutte le misure messe in atto per contrastare e contenere il diffondersi del virus, a partire dal distanziamento sociale. Dopo le migliaia di domande di medici, infermieri e operatori socio sanitari, arrivate alla protezione civile nel momento maggiore emergenza negli ospedali italiani, ora è il momento di reclutare tutti quei cittadini che hanno voglia di dare una mano al Paese, dando dimostrazione di grande senso civico».
Una proposta, presentata domenica dal ministro per gli affari regionali e le autonomie Francesco Boccia e dal sindaco di Bari Antonio Decaro, in qualità di presidente dell'Anci, che non sembra destinata a concretizzarsi nella volontà di istituire i 60mila volontari nei comuni italiani, scelti fra disoccupati e percettori di reddito di cittadinanza che, coordinati dalla protezione civile, dovrebbero collaborare al rispetto del distanziamento sociale e dare un sostegno alla parte più debole della popolazione.
Sulla vicenda, nel corso di un vertice, si è espresso il Viminale: «Le decisioni assunte, senza preventiva consultazione del ministero dell'Interno per l'istituzione della figura degli "assistenti civici" in relazione alle misure di contrasto e di contenimento della pandemia Covid-19, non dovranno comportare compiti aggiuntivi per le prefetture e per le forze di polizia già quotidianamente impegnate nei controlli sul territorio» - sottolinea il Ministero.
Perplessità in merito anche da parte del ministro del lavoro Nunzia Catalfo nel corso dell'incontro tenutosi ieri pomeriggio con il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il ministro Boccia e la titolare del ministero degli interni Luciana Lamorgese.
«Stiamo progressivamente entrando in una nuova normalità – ha detto Boccia. C'è una graduale ripresa delle attività produttive e i cittadini stanno, giorno dopo giorno, tornando a popolare le città. I Comuni, attraverso Anci, potranno avvalersi del contributo degli 'assistenti civici' per far rispettare tutte le misure messe in atto per contrastare e contenere il diffondersi del virus, a partire dal distanziamento sociale. Dopo le migliaia di domande di medici, infermieri e operatori socio sanitari, arrivate alla protezione civile nel momento maggiore emergenza negli ospedali italiani, ora è il momento di reclutare tutti quei cittadini che hanno voglia di dare una mano al Paese, dando dimostrazione di grande senso civico».