Associazioni
All'alba aspettando il "sole dell'avvenire". Il Primo Maggio a Ruvo di Puglia
Il coordinatore della Camera del Lavoro ricorda l'antica tradizione ruvese che si ripeterà anche quest'anno
Ruvo - giovedì 30 aprile 2020
18.11
Una nota a firma di Alessandro Pellegrini, coordinatore della Camera del Lavoro di Ruvo di Puglia
A Ruvo di Puglia il Primo Maggio si attende all'alba il sole dell'avvenire, una storica tradizione unica in Italia, organizzata e curata nei particolari dai Coordinatori della camera del Lavoro – Cgil che si sono succeduti nel tempo: Carlo Paparella, Luigi Ribatti, Giovanni Fracchiolla, Nicola Cantatore, Antonio Ferrieri, Biagio Fracchiolla.
A tutti loro va il mio più sincero ringraziamento e sento tutto il peso e l'onore di portare avanti questa tradizione.
Quest'anno, anche se in un clima diverso rispetto alle scorse edizioni a causa della pandemia da coronavirus, sarò da solo senza i braccianti, senza i lavoratori e farò un video per tutti coloro che non vogliono perdersi questo momento bellissimo. Il sole dell'avvenire ci dà la speranza di una nuova era di riscatto e progresso per tutti i Lavoratori, per quelli che il lavoro lo hanno perso e per quelli che lo stanno cercando.
Il momento nel quale il bordo del disco solare compare sopra l'orizzonte è un momento di speranza per la pace e la libertà, di uguaglianza e di giustizia sociale, anticorpi per superare un sistema ormai non più sostenibile da consegnare alle generazioni nuove. Tra i miei amici, conoscenti, iscritti al Sindacato si fa strada l'idea che non abbia più senso la Festa del Lavoro perché quest'ultimo è frammentato, povero, instabile e molte volte senza tutele.
Non è così: il Primo Maggio ricorda a tutti noi che dobbiamo batterci affinchè la Costituzione sia attuata senza compromessi anche per quanto attiene il diritto al lavoro e i diritti del lavoro. L'Italia è una Repubblica democratica perché è fondata sul lavoro. Questa è una giornata che ha un grande significato e una storia che affonda le proprie radici nel passato: il 1 maggio come festa dei lavoratori nasce con l'intento di ricordare il sacrificio di tanti lavoratori, l'impegno dei movimenti sindacali e gli obiettivi sociali ed economici raggiunti grazie a dure battaglie.
Ogni primo maggio è un messaggio che va cercato, scoperto e decifrato nelle pieghe del nostro presente, nelle sue contraddizioni, nei suoi dolori e nelle sue speranze. Il primo segnale della ripresa dovrà essere la capacità di generare lavoro per i giovani. Perché se un Paese li lascia inattivi, perde l'energia più potente. Dopo anni molto duri, stiamo cercando di ripartire, e dobbiamo essere coscienti che il primo indicatore che ci dirà se è arrivata veramente l'alba di un nuovo giorno sarà la capacità di tornare a generare lavoro buono e dignitoso per tutti, prima di tutto per i giovani. "Quando un Paese non riesce a occupare i giovani, che sono sempre la sua parte migliore e più creativa, produce due danni molto gravi: perde l'energia più potente che possiede e priva il suo presente migliore e il suo futuro della possibilità di fiorire" (Maurizio Landini)
Solo con una stretta e leale collaborazione di tutti i lavoratori del braccio e del pensiero, senza pregiudizio di partito, potremo riuscire ad ottenere veri e proficui risultati, perché soltanto un'azione collettiva può affrontare il conflitto tra capitale e lavoro e difendere i diritti dei lavoratori.
A Ruvo di Puglia il Primo Maggio si attende all'alba il sole dell'avvenire, una storica tradizione unica in Italia, organizzata e curata nei particolari dai Coordinatori della camera del Lavoro – Cgil che si sono succeduti nel tempo: Carlo Paparella, Luigi Ribatti, Giovanni Fracchiolla, Nicola Cantatore, Antonio Ferrieri, Biagio Fracchiolla.
A tutti loro va il mio più sincero ringraziamento e sento tutto il peso e l'onore di portare avanti questa tradizione.
Quest'anno, anche se in un clima diverso rispetto alle scorse edizioni a causa della pandemia da coronavirus, sarò da solo senza i braccianti, senza i lavoratori e farò un video per tutti coloro che non vogliono perdersi questo momento bellissimo. Il sole dell'avvenire ci dà la speranza di una nuova era di riscatto e progresso per tutti i Lavoratori, per quelli che il lavoro lo hanno perso e per quelli che lo stanno cercando.
Il momento nel quale il bordo del disco solare compare sopra l'orizzonte è un momento di speranza per la pace e la libertà, di uguaglianza e di giustizia sociale, anticorpi per superare un sistema ormai non più sostenibile da consegnare alle generazioni nuove. Tra i miei amici, conoscenti, iscritti al Sindacato si fa strada l'idea che non abbia più senso la Festa del Lavoro perché quest'ultimo è frammentato, povero, instabile e molte volte senza tutele.
Non è così: il Primo Maggio ricorda a tutti noi che dobbiamo batterci affinchè la Costituzione sia attuata senza compromessi anche per quanto attiene il diritto al lavoro e i diritti del lavoro. L'Italia è una Repubblica democratica perché è fondata sul lavoro. Questa è una giornata che ha un grande significato e una storia che affonda le proprie radici nel passato: il 1 maggio come festa dei lavoratori nasce con l'intento di ricordare il sacrificio di tanti lavoratori, l'impegno dei movimenti sindacali e gli obiettivi sociali ed economici raggiunti grazie a dure battaglie.
Ogni primo maggio è un messaggio che va cercato, scoperto e decifrato nelle pieghe del nostro presente, nelle sue contraddizioni, nei suoi dolori e nelle sue speranze. Il primo segnale della ripresa dovrà essere la capacità di generare lavoro per i giovani. Perché se un Paese li lascia inattivi, perde l'energia più potente. Dopo anni molto duri, stiamo cercando di ripartire, e dobbiamo essere coscienti che il primo indicatore che ci dirà se è arrivata veramente l'alba di un nuovo giorno sarà la capacità di tornare a generare lavoro buono e dignitoso per tutti, prima di tutto per i giovani. "Quando un Paese non riesce a occupare i giovani, che sono sempre la sua parte migliore e più creativa, produce due danni molto gravi: perde l'energia più potente che possiede e priva il suo presente migliore e il suo futuro della possibilità di fiorire" (Maurizio Landini)
Solo con una stretta e leale collaborazione di tutti i lavoratori del braccio e del pensiero, senza pregiudizio di partito, potremo riuscire ad ottenere veri e proficui risultati, perché soltanto un'azione collettiva può affrontare il conflitto tra capitale e lavoro e difendere i diritti dei lavoratori.