Politica
«A Ruvo nessun rischio dissesto»
Una nota di Palazzo Avitaja dopo la delibera della Corte dei Conti del 28 aprile scorso
Ruvo - martedì 31 maggio 2016
15.45
«Con riferimento alla delibera della Corte dei Conti del 28 aprile 2016 giunta in Comune il 2 maggio, l'Amministrazione Comunale precisa che il documento è stato distribuito ai consiglieri e pubblicato sul sito internet istituzionale entro i termini imposti dalla legge».
Inizia così il memoriale difensivo di Palazzo Avitaja, a firma dell'Amministrazione comunale, sul documento della Corte dei Conti che, di fatto, boccerebbe i rendiconti del Comune di Ruvo relativi agli anni 2012 e 2013: «Circa il merito della delibera inoltre, - continua la nota - si osserva che si tratta di elementi noti sin dal 2014 e che, benché la situazione finanziaria dell'ente meriti un monitoraggio attento, gli allarmismi inconsulti di oggi non possono che apparire strumentali.
Per il Comune di Ruvo non c'è alcun rischio di dissesto, né è mai stato rilevato alcun disavanzo di amministrazione di bilancio. Le raccomandazioni della Corte dei Conti riguardano argomenti noti da tempo (si tratta pur sempre di una verifica sul consuntivo 1012/13) e sui quali, come è noto, l'Amministrazione è già intervenuta.
È bene ripartire dai numeri: il debito del Comune (ovvero l'ammontare complessivo delle somme che il Comune è stato condannato a pagare ai proprietari dei terreni espropriati) ammontava a poco più di 21 milioni di euro (21.416.350 euro per la precisione).
Tra sconti da parte dei proprietari (circa 2.600.000 euro), pagamenti effettuati con risorse comunali (oltre 6.600.000 euro) e pagamenti effettuati con fondi provenienti dalla Cassa depositi e prestiti (8.650.000 euro), restano oggi da pagare poco più di 3.500.000 euro. Si tratta certo di cifre significative - tra l'altro causate da problemi antichi - ma sicuramente non tali da causare un dissesto finanziario per un Comune delle dimensioni di Ruvo di Puglia.
Le raccomandazioni della Corte dei Conti sono frutto di una costruttiva collaborazione con l'Amministrazione e tutti i problemi evidenziati erano stati ampiamente e pubblicamente discussi in Consiglio Comunale ed erano comunque stati oggetto di confronto in pubblica udienza innanzi alla stessa sezione di controllo della Corte dei Conti.
In particolare, non può rappresentare una sorpresa per nessuno che la grande parte dei soci delle cooperative si ostini a non pagare il proprio debito con la comunità, e che la "scarsa e lenta riscossione dei crediti nei confronti degli assegnatari di edilizia residenziale pubblica possa pregiudicare, in prospettiva, gli equilibri economici finanziari dell'ente" (che però è cosa un po' diversa dal causare un dissesto).
Proprio partendo da questa consapevolezza, in questi anni l'Amministrazione ha intrapreso numerose azioni per recuperare le somme dovute dai cittadini. In particolare sono state proposte rateizzazioni fino a vent'anni e c'è la disponibilità a una unilaterale riduzione degli importi.
Questa Amministrazione inoltre, ha definito l'inventario dei beni di proprietà dell'ente (un documento che mancava dal 2001) e attivate procedure per l'alienazione di beni pubblici così come suggerito dalla Corte».
Inizia così il memoriale difensivo di Palazzo Avitaja, a firma dell'Amministrazione comunale, sul documento della Corte dei Conti che, di fatto, boccerebbe i rendiconti del Comune di Ruvo relativi agli anni 2012 e 2013: «Circa il merito della delibera inoltre, - continua la nota - si osserva che si tratta di elementi noti sin dal 2014 e che, benché la situazione finanziaria dell'ente meriti un monitoraggio attento, gli allarmismi inconsulti di oggi non possono che apparire strumentali.
Per il Comune di Ruvo non c'è alcun rischio di dissesto, né è mai stato rilevato alcun disavanzo di amministrazione di bilancio. Le raccomandazioni della Corte dei Conti riguardano argomenti noti da tempo (si tratta pur sempre di una verifica sul consuntivo 1012/13) e sui quali, come è noto, l'Amministrazione è già intervenuta.
È bene ripartire dai numeri: il debito del Comune (ovvero l'ammontare complessivo delle somme che il Comune è stato condannato a pagare ai proprietari dei terreni espropriati) ammontava a poco più di 21 milioni di euro (21.416.350 euro per la precisione).
Tra sconti da parte dei proprietari (circa 2.600.000 euro), pagamenti effettuati con risorse comunali (oltre 6.600.000 euro) e pagamenti effettuati con fondi provenienti dalla Cassa depositi e prestiti (8.650.000 euro), restano oggi da pagare poco più di 3.500.000 euro. Si tratta certo di cifre significative - tra l'altro causate da problemi antichi - ma sicuramente non tali da causare un dissesto finanziario per un Comune delle dimensioni di Ruvo di Puglia.
Le raccomandazioni della Corte dei Conti sono frutto di una costruttiva collaborazione con l'Amministrazione e tutti i problemi evidenziati erano stati ampiamente e pubblicamente discussi in Consiglio Comunale ed erano comunque stati oggetto di confronto in pubblica udienza innanzi alla stessa sezione di controllo della Corte dei Conti.
In particolare, non può rappresentare una sorpresa per nessuno che la grande parte dei soci delle cooperative si ostini a non pagare il proprio debito con la comunità, e che la "scarsa e lenta riscossione dei crediti nei confronti degli assegnatari di edilizia residenziale pubblica possa pregiudicare, in prospettiva, gli equilibri economici finanziari dell'ente" (che però è cosa un po' diversa dal causare un dissesto).
Proprio partendo da questa consapevolezza, in questi anni l'Amministrazione ha intrapreso numerose azioni per recuperare le somme dovute dai cittadini. In particolare sono state proposte rateizzazioni fino a vent'anni e c'è la disponibilità a una unilaterale riduzione degli importi.
Questa Amministrazione inoltre, ha definito l'inventario dei beni di proprietà dell'ente (un documento che mancava dal 2001) e attivate procedure per l'alienazione di beni pubblici così come suggerito dalla Corte».