Un incontro sulla Costituzione a 26 anni dalla strage di Capaci

L'appuntamento al Liceo Tedone di Ruvo di Puglia

giovedì 24 maggio 2018 10.45
"La Costituzione italiana nel contesto internazionale": un Convegno per ricordare il settantesimo anniversario della Costituzione repubblicana ieri mattina al Liceo Tedone. Il Dirigente scolastico, Domenica Loiudice, ha organizzato l'incontro per celebrare questo anniversario e distribuire a tutte le studentesse e a tutti gli studenti una copia della Costituzione, fondamento della cittadinanza, del senso civico, dell'esercizio dei diritti e dei doveri, dell'essere e sentirsi comunità di donne e uomini uniti da regole e valori condivisi.

Il Dirigente scolastico ha pensato ad un giorno particolare per la consegna della Carta Costituzionale e ha deciso di farlo oggi 23 maggio, a ventisei anni dalla strage di Capaci in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta. Momento di particolare emozione è stato quello del ricordo degli 'angeli delle scorte', uomini e donne dello Stato morti per aver fatto con coscienza il loro lavoro, così duro e pericoloso, fondamentale nella lotta alla mafia. Rocco Dicillo, Vito Schifani, Antonio Montinaro, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli e Agostino Catalano sono da tutti noi ricordati per quel grande senso del dovere che li accomuna a Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e Paolo Borsellino. È questo l'insegnamento che viene dal loro sacrificio: l'antimafia, quella vera, esige che ciascuno agisca, quotidianamente, con onestà e onore.

Preziosissimi gli interventi dei relatori provenienti dal mondo accademico moderati da Nicolò Marino Ceci ex studente del liceo Tedone laureato in Giurisprudenza presso l'Università degli studi di Bari.

Il Prof. Francesco Perchinunno, Docente di Diritto costituzionale presso il Dipartimento jonico dell'Università degli studi di Bari "Aldo Moro" si è soffermato sul valore e sull'attualità della Costituzione che va letta sia come norme che enunciano principi, sia come programma che indirizza tutta la vita sociale, politica ed economica della Nazione. Pertanto, i principi costituzionali si configurano anche come strumento per leggere il presente e svilupparne la critica. A partire dall'art. 1 si stabilisce lo stretto rapporto tra democrazia e lavoro che si declina ulteriormente negli altri articoli come il 4 e il 35: attraverso il lavoro si afferma la personalità di ciascuno e si concorre alla crescita materiale e spirituale della comunità sociale. A fondamento di tutta la Carta costituzionale c'è la dignità della persona umana di cui si sancisce il primato e l'inviolabilità.

Il Prof. Ugo Villani, Professore emerito di Diritto Internazionale presso l'Università degli studi di Bari e di Diritto dell'Unione Europea presso l'Università LUISS di Roma e l'Università "La Sapienza" di Roma, divulgatore appassionato della propria disciplina giuridica, ha presentato un escursus storico della Costituzione repubblicana. La Costituzione va letta in relazione al contesto storico in cui è stata scritta e in relazione al nostro presente. Nel Secondo dopoguerra, i Padri costituenti ebbero il grande coraggio di anteporre la persona umana allo Stato: vengono prima individuo comunità con i loro diritti fondamentali e solo dopo le istanze del potere. La Costituzione italiana ha fatto una scelta irreversibile per la pace rendendo funzionale l'intero ordinamento giuridico al suo mantenimento e alla sua salvaguardia nel mondo.

L'art. 11 infatti recita chiaramente che l'Italia ripudia la guerra sia come strumento di offesa sia come strategia di risoluzione delle controversie internazionali. Il verbo ripudiare indica il pieno disconoscimento e la radicale estromissione della guerra dalle categorie politiche. Ed è proprio attraverso un ordinamento costituzionale che salvaguardia la pace che l'Italia può aprirsi al mondo e al positivo rapporto con le istituzioni internazionali come l'Onu e l'Ue. Il nostro Paese ha pertanto una Costituzione che ci apre al mondo e ci rende protagonisti nella stessa costruzione degli ordinamenti sovranazionali. Non per caso, infatti, l'Italia è stata protagonista della costruzione dell'Europa e oggi è chiamata a dare un contributo positivo affinché si esca dall'attuale crisi in cui l'Ue si ritrova, aumentando gli spazi di democrazia e di partecipazione all'interno delle stesse istituzioni europee, così come la cultura costituzionale invita a fare.