Assessora Filograno: «La tradizione non è conservazione ma tradimento»
Ieri l'ultimo incontro culturale a Calendano
mercoledì 31 agosto 2016
18.06
Si sono conclusi ieri sera gli incontri culturali 2016 organizzati dalla Pro Loco di Ruvo di Puglia in collaborazione con i residenti di Calentano e con il patrocinio del Comune di Ruvo di Puglia. A testimoniare l'importanza che tali iniziative rivestono nel panorama cittadino, la presenza del primo cittadino Ninni Chieco e dell'assessora alla cultura Monica Filograno.
«Sono qui per il piacere della scoperta», ha esordito Chieco, sottolineando come il tema dell'identità è sempre presente nelle politiche nazionali, permettendo alle città di emergere sempre di più anche attraverso gli studi locali. Un pensiero breve ma essenziale che ha lasciato spazio alle parole dell'assessora Filograno la quale ha voluto parlare di tradizione. «La tradizione non è conservazione ma tradimento», ha ribadito parlando di innovazione, di contaminazione e di rinnovamento al fine di creare un dialogo all'interno di un mondo fatto di tante culture e tradizioni che si incrociano e si sviluppano positivamente. Proprio con queste premesse è stato costruito il programma della tarda estate rubastina chiamato, non a caso, Evoluzioni. Una rassegna frutto della buona volontà degli operatori culturali della città, apprezzata anche da molti non ruvesi.
Il presidente della Pro Loco Rocco Lauciello, dopo aver ricordato ancora una volta l'impegno delle Pro Loco d'Italia per le aree colpite dal terremoto, ha subito passato la parola ai due relatori della serata. L'architetto Mario di Puppo, con l'ausilio di numerosissime immagini, ha proposto un viaggio virtuale alla riscoperta delle edicole votive che costellano i vicoli e le stradine della nostra città antica. Una storia fatta di beni culturali spesso dimenticati, a cui si guarda sempre con poca attenzione e che andrebbero restaurati e tutelati. Una possibilità per rendere meglio fruibili questi tesori, ha fatto notrare Di Puppo, potrebbe essere l'Art Bonus, una serie di agevolazioni fiscali destinate a chi si impegna nella salvaguardia dei beni culturali.
Di ben altro argomento lo studio proposto di Vito Ricci che ha analizzato la Matricula maioris ecclesie rubensis, un obituario redatto in epoca medievale ed utile per ricostruire la storia economica, sociale e religiosa della città. In un veloce excursus, Ricci ha offerto ai presenti un interessante spaccato sulla diffusione dei nomi, delle professioni, delle chiese a Ruvo tra il XII e XIV secolo con alcune curiosità. Tra le tante, non può non essere citata la presenza a Ruvo di nomi di origine greca, normanna e longobarda, conseguenza delle diverse dominazioni che hanno caratterizzato la storia rubastina.
La serata, apprezzata dal pubblico presente, ha permesso a molti di conoscere aspetti inediti della nostra storia patria, compito istituzionale della Pro Loco sin dalla sua fondazione che anche stavolta ha dimostrato di saper svolgere al meglio. Un momento di convivialità ha salutato gli intervenuti perché, come suggerisce Jean Brunhes «Mangiare è incorporare un territorio».
«Sono qui per il piacere della scoperta», ha esordito Chieco, sottolineando come il tema dell'identità è sempre presente nelle politiche nazionali, permettendo alle città di emergere sempre di più anche attraverso gli studi locali. Un pensiero breve ma essenziale che ha lasciato spazio alle parole dell'assessora Filograno la quale ha voluto parlare di tradizione. «La tradizione non è conservazione ma tradimento», ha ribadito parlando di innovazione, di contaminazione e di rinnovamento al fine di creare un dialogo all'interno di un mondo fatto di tante culture e tradizioni che si incrociano e si sviluppano positivamente. Proprio con queste premesse è stato costruito il programma della tarda estate rubastina chiamato, non a caso, Evoluzioni. Una rassegna frutto della buona volontà degli operatori culturali della città, apprezzata anche da molti non ruvesi.
Il presidente della Pro Loco Rocco Lauciello, dopo aver ricordato ancora una volta l'impegno delle Pro Loco d'Italia per le aree colpite dal terremoto, ha subito passato la parola ai due relatori della serata. L'architetto Mario di Puppo, con l'ausilio di numerosissime immagini, ha proposto un viaggio virtuale alla riscoperta delle edicole votive che costellano i vicoli e le stradine della nostra città antica. Una storia fatta di beni culturali spesso dimenticati, a cui si guarda sempre con poca attenzione e che andrebbero restaurati e tutelati. Una possibilità per rendere meglio fruibili questi tesori, ha fatto notrare Di Puppo, potrebbe essere l'Art Bonus, una serie di agevolazioni fiscali destinate a chi si impegna nella salvaguardia dei beni culturali.
Di ben altro argomento lo studio proposto di Vito Ricci che ha analizzato la Matricula maioris ecclesie rubensis, un obituario redatto in epoca medievale ed utile per ricostruire la storia economica, sociale e religiosa della città. In un veloce excursus, Ricci ha offerto ai presenti un interessante spaccato sulla diffusione dei nomi, delle professioni, delle chiese a Ruvo tra il XII e XIV secolo con alcune curiosità. Tra le tante, non può non essere citata la presenza a Ruvo di nomi di origine greca, normanna e longobarda, conseguenza delle diverse dominazioni che hanno caratterizzato la storia rubastina.
La serata, apprezzata dal pubblico presente, ha permesso a molti di conoscere aspetti inediti della nostra storia patria, compito istituzionale della Pro Loco sin dalla sua fondazione che anche stavolta ha dimostrato di saper svolgere al meglio. Un momento di convivialità ha salutato gli intervenuti perché, come suggerisce Jean Brunhes «Mangiare è incorporare un territorio».